Querelle De Felice la storia infinita

Querelle De Felice la storia infinita Voci discordanti al convegno di Roma Querelle De Felice la storia infinita Pierluigi Battista ERA chi temeva che il convegno su Renzo Do Felice potesse trasformar�si in una celebrazione acrilica, narcotizzata da un clima unanimistico e refratta�ria al dissenso. Le cose non sono andate così. Nell'incontro organiz�zato dalla Link Campus Universi�ty of Malta e dalla Sapienza di Roma e dedicalo alla fi�gura di uno stori�co capace di susci�tare controversie accese si sono sen�tite voci discordan�ti e accenti diver�si. Del resto i rela�tori, da Francesco Villari a Pasquale Chessa, da Giovan�ni Sabbatucci a Pierre Milza, da Denis Mack Smith a Francesco Perfet�ti, Adrian Lyttelton, Marc Lazar, appartengono a scuole diverse ed è davvero arduo includere Mack Smith tra i nume�rosi seguaci della scuola «defeliciana». Lo stesso Mack Smith del resto, con britannico understatement, ha colto l'occasione del convegno ler criticare una lacuna della liografia mussohnana di De Feli�ce, chiedendosi come mai il biogra�fo abbia dedicato nella sua opera cos�poche e smilze pagine al Mussolini «stratega bellico». Un interrogativo retorico da cui tra�spare il dissenso di Mack Smith dalla tesi defeliciana di un Musso�lini entralo in guerra «suo malgra�do». Anche Lyuolton ha ribadito le sue perplessità sull'impianto Renzo De Felicinterpretativo che sorregge il lavo�ro di De Felice smentendo ancora una volta l'imposiazione «unanimistica» che alcuni studiosi antidefeliciani, a cominciare da Nico�la Tranfaglia, hanno intravisto nel convegno romano. Sono slati invece rievocali i punti più controversi del lavoro di De Felice che oramai da decenni, anche dopo la sua morte, hanno alimentato una discussione molto aspra. Giovanni Sabbatucci ha ricordrito che per�sino la scelta di intitolare il primo volume della bio�grafia Afussolini il rivoluzionario e non «Mussolini il sovversivo» venne vista come un at�tacco alla ortodos�sia perché nel les�sico corrente «rivo�luzionario» era consideralo termi�ne sovraccarico di sottintesi positivi e dunque non ap�plicabili a un per�sonaggio «negati�vo» come il duco Pasquale Chessa, coautore di Ros so e nero, è andato oltre, vedendo nella «controversia defeliciana» un dilemma destinato a toccare punti nevralgici della coscienza di se della cultura dell'Italia repub�blicana, a cominciare dalla «possi�bilità di riscrivere una storia d'Ita�lia globale che comprenda allo stesso titolo e in un'unica prospet�tiva storica partigiani e saloini, combattenti e attendisii. guerra mondiale e guerra civile. Salo e Brìndisii. Da qui la sequela di anatemi e scomuniche, di scontri e di stroncature feroci che hanno fatto della «controversia defelicia�na» un unicum nella storia cultu�rale ilaliana. Che ancora oggi di�spiega i suoi effetti polemici Renzo De Felice

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