Amato: quando ero un «estremista» di Ugo Magri
Amato: quando ero un «estremista» Amato: quando ero un «estremista» Il premier celebra Nenni e ricorda il suo passato nelPsiup Ugo Magri ROMA D'ora in avanti, allenti a dipin�gere Giuliano Amalo come il Dottor Sottile di Craxi, il brac�cio destro del Cinghialone nel�l'epoca dei trionfi: il presiden�te del Consiglio è stato ciucilo, cerio, ma pure lant." altre cose insieme. Ieri, per esempio, ha sfogliato a sorpresa alcune pagine semi-ignote della sua personalissima biografia, rac�contando in un convegno stori�co come e perché nel 1904 divenne estremista. Talmente di sinistra, da abbandonare il l'si ed entrare nel l'siup, al cui cospetto i comunisti italiani passavano per moderali. E cosi la rievoca/ione di Pietro Nenni nel ventennale della morie, celebrala a Palaz�zo Giustiniani in presenza di Carlo Azeglio Ciampi, con testi�monianze impegnate di Nicola Mancino e Luciano Violante, e diventata l'occasione soitilmente politica per bilanciare; l'immagine (centrista» del pre�mier. Un modo raffinalo per dire ai diessini col maldipancia, ai sindacalisti in allarme e financo agli oppositori bertinottiani: guardale che da gio�vane! anch'io ho subilo il fascino delle idee rivoluzionarie, anch'io fui al fianco degli operai contro i padroni, tanto da oppormi (sbagliando) alla svolta di centrosinistra. In�somma, come vi capisco. Amato ò un elegante confe�renziere, con le dita lunghe e ossute sembra che annodi fili invisibili, passato e presente s'intrecciano nello stesso spar�tito, liceo allora spuntare dal�la memoria del premier i cava�tori di marmo della Versilia, rudi compagni socialisti nella federazione di Lucca. «Il parti�to ora la mia famiglia, e il parlilo era fallo da loro» che consideravano l'alleanza con la De peggio di un tradimento, e il centrosinistra una resa. Fu in quel momento che maturò nel futuro capo del governo la decisione di strappare la tesse�ra socialista, in lasca da tre anni, e di iscriversi al neonato Psiup. Durò poco, però. «An�dai in America, poi mi trasfe�rii a Roma...», la deriva della vita portò Amato lontano da Viareggio, nuovi orizzonti si spalancarono alla sua mente. Ma a fargli dubitare della scelta psiuppina fu «il discor�so che mi fece Lelio», Lelio Basso, «il giorno dopo che Vecchietti e Valori erano stali indicati segretario e vice. Lo incrociai e Lelio mi disse: "Ho saputo che sei venuto con noi, bravo. Bisogna cambiarli subi�to, quei due, perché non van�no bene;". Dio santo, li aveva�no appena eletti e già li voleva�no cambiare... La cosa», confi�da oggi Amato, «mi scosse un po'». Erano tempi in cui l'integri�tà dei costumi si sposava alla purezza degli ideali. Quelli di Amato finirono presto per confliggere con le chiusure menta�li del Psiup. Lui provava un debole per Riccardo Lombar�di, rimasto a lottare nel Psi, e i nuovi compagni di strada lo misero subito sotto processo. «Per loro, Lombardi era "la sinistra di cui ha bisogno ogni destra che razionalizza il capi�talismo"», praticamente un rinnegato. Perciò gli diedero l'altolà. «Visto che ero entrato con altri, mi dissero che dove�vo decidere con quelli se mi slava bene uscire dal Psiup oppure restarvi. Preferii andarmene, tornare nel Psi, per�ché una scella del genere era mia, soltanto mia e non inten�devo condividerla con nessu�no. Ma anche perché Lombar�di diceva cose molto interes�santi...». E' a questo punto, davanti all'uditorio della sala Zuccari dove si distinguono i volli di Aldo Aniasi e Ugo Intini, Pier�luigi Romita e Bobo Craxi, che le dita di Amalo riallacciano il filo della propria storia con ([nella di Pietro Nenni: un leader che «soffri molto per portare il Psi alle responsabili�tà di governo», pur essendo stalo dapprincipio «un vec�chio massimalista». Per en�trambi, peccali di gioventù. Il presidente Ciampi e Mancino hanno partecipato alla rievocazione di Menni
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