«NESSUN COMPLOTTO» di Guido Curto

«NESSUN COMPLOTTO» LO DICO A TORINOSETTE «NESSUN COMPLOTTO» «Perché apriamogli ateliers» «I disguidi di Big Scuola» Ospitali, non «risenlif i» Ho appena letto l'articolo di Guido Curto a proposito degli «Ateliers a porte aperte» sul vostro giornale, che è da tempo guida per la nostra città di tutte le più fresche iniziati�ve culturali che ci appartengono. Come artista invitato a far par�te della manifestazione «Maggio Aperto» e quindi ad aprire per un giorno lo studio, mi sono subito chiesto se Curto sia stato corretta�mente informato sulle modalità che hanno cai alt erizzalo gli inviti. Tutto questo perché io non mi associo assolutamente all'idea di denunciare «un complotto ordito da galleristi e critici che impedireb�be agli artisti di emergere». Per quanto riguarda la statistica tirata giù dall'attività di Flash Art di Milano è risaputo che basta pagare per esserci, come sulle «Pagine Utili»! Inoltre la volontà e la serie�tà di Angela Colella, ideatrice di questa manifestazione, mi è spia�ciuto vederle scambiate con l'in�tenzione di capeggiare un'orda di «risentiti». Non mi pare che un giorno di amichevole visita negli studi di alcuni eterogenei artisti, accomunati da un «mestiere», deb�ba essere spacciato per un penoso tentativo di passare chissà quale magico «filtro». Diversi artisti invitati non cre�do che vivano di difficoltà tecnico espositive e sono per fortuna coper�ti da una dignità professionale. Per finire credo che accettare di aprire le porte della propria «offici�na» possa significare, una volta tanto, sempUce ospitalità! Ermanno Barovero, Torino Quei giorno «1 Lingotto Venerd�7 aprile, con un gruppo di bambini della scuola dell'infanzia eravamo anche noi al Lingotto. Non è stata una giornata «facile», ma avevamo accantonato le diffi�coltà e le note negative, cercando di riportare a scuola i vissuti positi�vi. Dopo aver letto le lettere pubbli�cate da «TorinoSette», soprattutto la risposta dei responsabili, ci sem�bra importante raccontare anche la nostra esperienza. Abbiamo partecipato all'«even�to» con dei prodotti realizzati dai bambini per lo spazio espositivo. Alla consegna dei materiali (il martedìl veniamo accolti da persone, nei corridoi, che non sanno darci indicazioni precise e dopo aver dialogato tra loro ci indicano un ripostiglio dove «infilare» il nostro imballo. Venerdì, giunti con i bam�bini al Lingotto, riceviamo una piantina sulla quale cerchiamo e troviamo scritto «guardaroba», ci avviamo per depositare gli zaini ma lo spazio era invece adibito a magazzino e abbiamo dovuto insi�stere per ottenenattenzione e sapere dove era possibile lasciare le nostre cose. Avevamo già da tempo prenota�to due laboratori, per utilizzare al meglio la giornata. Uno si è svolto in maniera piacevole ed interessan�te: i bambini sono stati occupati per il tempo previsto ed hanno prodotto i loro elaborati (laborato�rio didattico Palazzo Bri che ras io); il secondo si è risolto in 10 minuti di attività e nemmeno portata a termine, visto che al primo giorno di apertura il personale addetto ci ha comunicato che aveva esaurito il materiale necessario (la Casa della Tigrel. Siamo andati anche a visitare la «mostra», dove i bambi�ni si aspettavano di trovare, alme�no in parte, i loro prodotti esposti. La mostra era allestita su due piani, con un'unica scala di acces�so. Chi come noi ha portato a Big bambini disabUi o ha rinunciato alla visita o li ha portati in braccio. Secondo intoppo; i bambini, pur apprezzando tutti i lavori esposti, cercavano anche ciò che avevano inviato a Big; abbiamo dovuto fare due volte il giro per trovare «un pezzo» di uno dei cartelloni invia�ti, in parte modificato. Era proprio difficile riconoscerlo. Inoltre, ci era stato comunicato che forse non avremmo trovato tutti i lavori esposti, ma non pensavamo che si sarebbe intervenuti su di essi. Alla consegna dei lavori ci erano stati chiesti imballi ben identificabili, con nomi e indirizzi, per poter restituire il tutto; quando ci siamo recate a ritirare i materiaU abbia�mo cercato invano lo scatolone iniziale, ma abbiamo trovato un rotolo, con un altro indirizzo, e dentro le nostre cose. Noi credia�mo di essere state elastiche, colla�borative e comprensive, ma auspi�chiamo in futuro più attenzione e rispetto per i bambini e le bambine che dovrebbero essere i protagoni�sti delle iniziative a loro rivolte. Fiammetta Spallacci, Angela Martinelli, Maristella Spoladore insegnanti della scuola dell'infanzia di via Thures

Persone citate: Angela Colella, Angela Martinelli, Curto, Ermanno Barovero, Maristella Spoladore

Luoghi citati: Big, Milano, Torino