L'arca del gusto riparte da Torino di Stefania Miretti

L'arca del gusto riparte da Torino L'arca del gusto riparte da Torino Pettini: «Anche il cibo è politica» Stefania Miretti mmno Dalla grande bufala alle crosta�le d'Europa, dalla salamina da sugo al sigaro toscano: torna a Turino il Salone del Gusto (al Lingotto dal 25 al 29 ottobre prossimi), e so le prime due edizioni sono servite a ricordare agli italiani che il cibo e cultura, con la terza, cruello del 2000, si tenta il salto di qualità: il cibo, pare dirci darlo Petrìni, l'inven�tore dello Slow Food, ò politica, K quella per salvare il cappone castrala di Morozzo non è, non può essere soltanto battaglia di retroguardia per un'elite di spensierati mangioni, ma un tassello (lenirò un progetto di ftiiuro che riguarda tulli. Non basta Insomma difendere il car�do gobbo di Nizza Monferrato, bisogna «aiutarlo a diventare economia», E non basta difende�re quel cardo i-obbo in Piemon�te, se ci si dimentica d�vigilare sui prodpttl del terzo Mondo, idove la biodiversità e più mi�nacciata», E infine; «Non si può essere ambientalisti, oggi, senza essere un po' gastronomi. E viceversa», li' un'orazióne appassionata((nella di Petrìni, in un teatro Regio gremito (in sala anche il sindaco di Torino, Valentino Castellani e l'amministratore de�legato della Fiat, Paolo Cantarel�la), Ci sono dentro l'orgoglio d'aver allentato l'assedio del tramezzino é dell'hamburger, e di aver sottratto i sapori della nostra tradizione da quella mar�ginalità un po' folclorica alla quale erano stati consegnali; ma anche lo sgomento di chi, dopo aver condotto una ballaglia per salvare il lardo di Colon�nata, s'accorge che «a questo punto c'è in giro tanto di quel lardo che se davvero venisse tulio da Colonnata, quel posto esploderebbe», lì' sincero, Petrìni: «Soprat�tutto con la seconda edizione del Salone del Gusto, due anni fa, abbiamo ottenuto un risulta�to mediatico di proporzioni gi�gantesche. Sono arrivati al Lin�gotto 126 mila visitatori, in buona parte giovani, e 700 gior�nalisti. Oggi accendi la tv e in qualunque momento c'è qualcu�no che spadella. Ogni successo porla la sua croce, e a me non piacciono quelle trasmissioni in cui la società conladina viene rappresentata mostrando tavo�lale chilometriche cariche di ogni genere di cibo, è un'abbon�danza quasi pornografica, olire che falsa. Non dobbiamo dimen�ticarci che l'unica vera memo�ria slorica della nostra gastrononia è stata la fame». Certo, sarà difficile ricordar�selo nei giorni di un Salone che si preannuncia luculliano; 500 bancarelle, 100 presidi per al�trettanti interventi di salvaguar�dia di prodotti in via d'estinzio�ne, 254 laboratori, tre gran sale tematiche dedicate a formaggi, salumi e dolci, con 600 posti a sedere ciascuna e degustazioni a fasce orarie, due cantine da 500 posti a sedere con l'offerta di 2500 tipi di vino, sei aree di ristoro, un'Isola Verde dedicata all'ortofrutta, colazioni e pranzi a tema in lutti i migliori risto�ranti del Piemonte e la presenza ai fornelli dei più importanti chef dol mondo. «Parlare di cibo oggi», ha detto il presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo, confer�mando l'impegno per il Salone, «significa parlare del nostro sti�le di vita e della nostra visione del futuro», E affinché il messag�gio in partenza da Torino guardare al passato per immagi�nare un futuro «che non necessa�riamente dev'essere omologalo, frigido e insipido» non sfugga a nessuno, si rinuncerà, per una volta, al beneamato basso profi�lo subalpino. Uopo la presenta�zione di ieri al Regio, analoghe manifestazioni si svolgeranno in mezzo mondo; da Pechino a Praga, ria San Francisco a To�kyo, da New York a Barcellona, «Non basta difendere il cardo gobbo di Nizza Monferrato bisogna che divenga economia» Dal 25 al 29 ottobre il Lingotto ospiterà cento presidii peri prodotti da salvare

Persone citate: Enzo Ghigo, Paolo Cantarel, Turino, Valentino Castellani