Silvana, un'Antigone partigiana di Osvaldo Guerrieri

Silvana, un'Antigone partigiana A Massa Carrara «Quattro bombe in tasca» di Ugo Chiti con l'Arca Azzurra Silvana, un'Antigone partigiana Guidò la rivolta delle donne di Carrara contro i nazisti Osvaldo Guerrieri inviato a CARRARA Si può ancora parlare di Resistenza e, soprattutto, si può scriverne sen�za cadere nei vizi che ci avevano invasi una ventina d'anni fa? Fra gli Anni 70-80 non passava giorno che non si pubblicasse almeno un libro sulla Resistenza. La memoria del fenomeno, e spesso la sua retorica, orano divenute cosi pervasive che inopinatamente tutti, anche i neona�ti, sembravano aver coraballulo con�tro il nazifascismo. Per questo moti�vo, prima di assistere a «Quattro bomoo in tasca», scritto e diretto da Ugo Chili jier la compagnia fiorenti�na di Arca Azzurré, abbiamo un po' tremato. La Resistenza! Non saremo fuori lempo massimo? E che si può dire, oggi, che non sia già stato slradetlo? Due ore dopo, uscendo dalla sala neoclassica del Teatro degli Animo�si, avevamo sepolto i timori. Non solo è ancora possibile parlare di Resistenza, ma dal suo seme spremu�to e disseccato si possono ancora estnirre commozione ed emozione. Merito di Chili, che rifacendosi ad un racconto orale ha trasfonnato un episodio di vita partigiana in un sentimento interiore, m un fanta�sma evanescente e indeterminato che pure contirtua a implicare e a ferire chi lo nutre. Fantasma: lette�ralmente. Poiché il Biondo, che or�mai negli Anni Sessanta va con la sua bicicletta a salutare la Silvana che si sposa, porla con sé un uomo mulo e impassibile, il Tizzo, che è davvero il suo fantasma, l'uomo che aveva comballuto con lui sui monti e jxjì, torturato e ucciso, aveva lascia�lo nella sua mente una slabbratura che non rientrerà più noi maiTgini della «normalità». Ecco, col Biondo e con la Silvana che amò il Tizzo d'amore vero, l'avventura di allora diventa meraoriia, fra i cui lampi prendono forma il campo sui monti, la fuga per evitare un rastrellamento, il tradimento del maestro, che aveva accettalo di inse�gnare un po' d'italiano a un lenente tedesco e aveva barattalo la propria scrofa con un breve elenco di nomi. E poi la morte di Fausto: preso dai le teschi, fa esplodere allegramente le quattro bombe che tiene in tasca. Ma, per ordine nazista, il suo corpo smembrato dev'essere lasciato sulla strada, non va raccolto né seppellito. La Silvana, come Antigone, disobbedisce all'ordine e per pietà, per prote�sta civile, per disgusto politico indu�ce le donne a quella rivolta che fu una delle pagine più memorabili della storia di Carrara. Nello spettacolo di Chiti tutto ciò si sdipana senza enfasi, con natura�lezza, quasi con dolcezza. Chiti, che col «Vangelo doi buffi» ha inaugura�to il ciclo della «recita del popolo fantastico», segna con «Quattro bom�be in tasca» una tappa importante. Certo lo spettacolo non è perfetta�mente bilancialo. Vi sono episodi che rischiano di minare l'equilibrio della composizione. E' comunque nel tono medio la virtù principale dello spettacolo, è nell'ambiguità la sua carta vincente, è nella stilizzazio�ne l'espediente che sa trasportarci verso 1 astrazione poetica. A questa chiave di semplicità e di dimessa grandezza obbediscono la spoglia, ma nitida messa in scena e la recita�zione.

Persone citate: Biondo, Chili, Chiti, Ugo Chili, Ugo Chiti

Luoghi citati: Carrara, Massa