IL DIAMANTE ANTI-STRAGI
IL DIAMANTE ANTI-STRAGI PER TAGLIARE I FONDI Al BANDITI D'AFRICA IL DIAMANTE ANTI-STRAGI Domenico Quirico DIAMANTI l)oc |M.r fermare i massacri in Africa: la proposta è di alcune organizzazioni non governative canadesi iippoggiate anche da esponenti del Congresso americano. La ccTtificazionc al dettaglio della provenienza dei diamanti infatti consentirebbe di tagliare i fondi ad alcune delle più feroci guerriglie africane e dare un C()1|X) mortale al mercato delle armi. Un esempio è la Sierra Leone: nel 1991 il Fronte rivoluzionario era una rapate marmaglia banditesca che contava non più di cinquecènto guerriglieri male armati. Ieri gli assassini guidati da Foday Sankoh, sinistra figura di vecchio orco africano, hanno conquistato una città strategica e si avvicinano sempre più alla capitale mettendo i brividi anche ai paracadutisti di Sua Maestà britannica. In questi nove anni i ribelli sono diventati ventimila, hanno armamenti lussuosi e micidiali, brandiscono una bandiera macchiata di stragi (cencotrentamila morti), profughi (un milione), mutilati, baby killer strappati alle famiglie e addestrati a uccidere. Il segreto del loro orribile successo sta in bella vista nelle gioiellerie di tutto il mondo: diamanti, estratti dalle miniere controllate dal Fronte, e che oliano le stragi. I diamanti sono macchiati di sangue anche in Angola dove l'eterno ribelle, Jonas Savinbi, con il contrabbando delle pietre preziose ha messo in tasca almeno ottomila miliardi negli ultimi Otto anni: un forziere inesauribile per una interminabile apocalisseafricana. Il sette per cento del mercato mondiale dei diamanti proviene dal contrabbando. Ma non sarà certo il -Hooge Raad vor Diamant", il Consiglio che regola il potente mercato di Anversa, a tagliare i rifornimenti ai mercanti-guerriglieri Inutile pitoccare il soccorso delle Nazioni Unite e chiedere, jK-r fermare le guerre africane, un embargo delle armi. Ci sono troppi mercanti (pubblici e privati) di ordigni bellici, tutti decisi a vendere a clienti che non hanno problemi di fondi. Allora non resta che il certificato di origine controllata delle pietre, che consenta di accertarne la provenienza. Utopici* Forse no, dal momento che perfino il gigante sudafricano, de Beers, preoccupa�to della sua immagine, ha deciso di setacciare con questo metodo le sue forniture dai paesi sospetti.
Persone citate: Beers, Domenico Quirico, Foday Sankoh, Jonas Savinbi, Raad
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