Scuola, sugli aumenti polemica nel governo

Scuola, sugli aumenti polemica nel governo No dei cossuttiani all'idea di far decidere ai presidi -., . .... . -j Scuola, sugli aumenti polemica nel governo Gigi Padovani E' già polemica sulla proposta del ministro dell'Istruzione Tullio De Mauro di far decidere ai presidi gli aumenti di merito porgli insegnan�ti: in palio non ci sono soltanto i 1260 miliardi stanziati per il con�tralto, ma anche i fondi che il governo potrebbe trovare dalle lot�terie per ridurre il divario Ira le retribuzioni dei docenti italiani e quelli europei. Il primo «no» viene dall'iniomo della maggioranza, dal Pdci; ieri il respon�sabile scuola dei Co�munisti italiani, Piergiorgio Bergonzi, ha dotto di «non condividere assolu�tamente» l'inter�vento dei capi di istituto. «Un simile criterio spiega potrebbe aprire la strada alla possibi�lità d�attribuire ai soli p. isidi la valu�tazione della pro�fessionalità docen�te con rischi palesi di discriminazioIl ministro Tullio ni». Perciò la propo�sta del Pedi è di distribuire gli aumenti «soliamo sulla base di un maggiore lavoro documentato nella qualità e nella qualità». L'idea lanciala da Do Mauro è certamente un modo por uscire dair«impasse» causata dal concor�sone a quiz preparalo e poi sospeso dal suo predecessore. Luigi Berlin�guer. Come già l'apertura del mini�stro della Sanità Veronesi nei con�fronti dei medici sulla riforma Bin�ili, cos�la proposta del linguista chiamalo da Amalo alla responsabi�lità dell'Istruzione viene inteipretala come un tentativo della maggio�ranza di riprendere i contatti con due categorie molto critiche negli ultimi tempi con il centrosinistra. Ma non sarà facile ricucire un rapporto. Se è vero che un docente di liceo, a fine carriera, guadagna poco meno di tre milioni con i quattro e mezzo di un suo collega francese, tedesco o inglese, per ri�durre il «gap» servirebbe una mezza Finanziaria. Perciò il grido di dolore dei giorni scorsi lanciato da De Mauro «gli insegnanti sono sotto�pagali» rischia di rimanere tale. Lo sanno anche i sindacati della categoDe Mauro ria. Intanto, come sottolinea Massi�mo di Menna, segretario generale della Uil Scuola, bisogna portare rapidamente i soldi «nelle tasche dei professori». Quindi «il contralto non va riaperto». Il sindacalo chie�de due certezze: «il mantenimento dell'impegno per ulteriori risorse finanziarie e la piena attuazione dell'autonomia». Quanto al ruolo dei capi di istituto, la Uil invece è contraria: «la sede perdefinire tutte le modalità è il confronto con il sindacalo e quindi quello contrat�tuale». Su questo pas�saggio però i capi di istituto storcono il naso. Ribalte Gior�gio Rembado, cho guida l'Associazio�ne nazionale presi�di cui aderiscono circa 5 mila dei 10 mila «dirigenti» del�la scuola italiana: «I sindacati? Ma per carità. Proprio in questo campo so�no sempre stali un freno. Del resto si parla tanto di rime�diare alla "gaffe" di Berlinguer sul quiz, ma sono slate proprio le organizzazioni con�federali ad accettare quel principio, con la firma del contratto». E sui rischi di discrezionalità? «E' inelimi�nabile in qualsiasi attività umana. Io credo invece abbia ragione il ministro De Mauro: ad una valutozione del merito teorica ed esterna alla scuola, se ne deve sostituire un'altra più concreta e intema». In questo senso potrebbe aiutare l'attuazione del nuovo principio an�che l'avvio, dal primo settembre, dell'autonomia scola'Oicaè una riforma di cui si parla aa tempo, che dovrebbe portare alla nascita di presidi-manager in grado di gestire il personale scolastico e quindi an�che di concedere premi di produzio�ne, come già avviene nella pubblica amministrazione. Fino a qualche tempo fa, nella scuola vigeva un altro principio: gli insegnanti non sono valutabili, la loro attività è libera. Ora il professor De Mauro ha rotto il muro di omertà: «Nelle scuole sanno chi vale di più». Si vedrà se troverà più appoggi di quanti ne abbia avuti Berlinguer. Di certo, sarà una strada in sai ita, Il ministro Tullio De Mauro