«I mercati sbagliano, l'euro non è debole»

«I mercati sbagliano, l'euro non è debole» «I mercati sbagliano, l'euro non è debole» Padoa-Schioppa: dagli Undici segni di crescita e di riforme intervista Carlo Bastasin Eimolto fuori moda dire che i mercati sbagliano, ma io sono di questa opinione». Tommaso PadoaSchioppa, membro del consi�glio esecutivo della Banca cen�trale europea (Bce), è convinto che il calo dell'euro sia un episodio di «eccesso di reazio�ne» destinato a rientrare e condivide l'opinione espressa d.j i'aul Samuelson e Paul Krugman secondo cui i mercati sbagliano perché non tengono conto delle novità positive di un'economia europea in condi�zioni migliori rispetto al passa�to. «Ci sono due tesi possibili sull'andamento del cambio dell'euro osserva PadoaSchioppa, nel corso di una lunga intervista con «La Stam�pa», nel suo ufficio all'Eurotower di Francoforte la pri�ma tesi sostiene che la debo ezza dell'euro sia dovuta a cause strutturali e che finché queste non saranno rimosse, l'euro continuerà a indebolirsi o co�munque continuerà a restare debole. La seconda tesi è inve�ce cho sia in corso un eccesso di reazione. Questa seconda tesi non consiste nel negare che ci siano in Europa cause struttura�li di debolezza, ma nell'osservare che i mercati stanno assegnanpbnfbmelsdlv«Il caloè un ejUn eri adf^dSf destinatomento un valore troppo forte ri�spetto a quello che deve essere assegnato a considerazioni di segno opposto. La prima tosi è cho i mercati non sbagliano, la seconda è che i mercati sbaglia�no». Andando contro l'opinione convenzionah;. secondo cui i mercati sono sempre perfetta�mente informati, il banchiere centrale sposa la tesi che gli operatori stiano sbagliando va�lutazione. La conseguenza, se�condo Padoa Schioppa, è che il mercato cambierà direzione prima che i problemi delle riforme strutturali siano del tutto risolti: «Verrà un momen�to in cui il mercato riconoscerà di dover mutare la ponderazio�ne tra fattori negativi per l'eu�ro e fattori positivi, in quel momento il mercato cambierà direzione». L'opinione del ban�chiere è che non si tratti di una scadenza remota. «La lista dei fattori negativi con cui viene motivata la debolezza dell'eu�ro non dà una spiegazione convincente del perché l'euro si sia indebolito negli ultimi sei mesi», «Nel flusso delle nuove in�formazioni che riguardano l'eu�ro e l'economia europea, negli ultimi sei mesi prevalgono le novità positive, non quelle ne�gative: è qui dunque che si annida l'elemento dell'eccesso di reazione dei mercati, della non corretta valutazione». Tra gli elementi che il mercato giudica negativi, PadoaSchioppa elenca la lentezza con rm procedono le riforme strutturali, il persistere di ele�menti di nazionalismo econo�mico lira cui i casi Holzmann e Mannessman), il difetto di unione politica in Europa e di capacità di unità nelle decisio�ni (come nel caso della nomina al vertice del Fondò moneta�rio), il differenziale di forza tra l'economia americana e quella europea, i problemi di comuni�cazione della Bce. Gli elementi invece positivi sono il fatto che l'economia europea stia «crescendo a un ritmo vicino al S.S1*, quando ancora quat�tro o cinque mesi fa non era così. Se uno guarda lo sluto dell'economia di Eurolandia trova più stabilità dei prezzi, più creazione di occupazione. più equilibrio di finanza pub�blica di qualsiasi altro periodo negli ultimi vent'anni». Contro la retorica della per�fetta razionalità dei mercati, il banchiere centrale osserva i mercati come intrinsecamente esposti all'errore: «Credo che la caratteristica di un meccani�smo di mercato non sia quella di non fare errori, ma di saper�li correggere. In una sorta di visione popperiana della finan�za, cosi come caratteristica di una democrazia non è quella di scegliere i migliori governan�ti, ma di disporre di un buon metodo per liberarsi di quelli cattivi». «Se parliamo di movi�mento e non di livello del cambio, si dovrebbe immagina�re che il cambio sia spinto a muoversi verso il basso da un flusso di notizie di segno nega�tivo, anziché positivo. Io non credo che questa prevalenza ci sia. Se dunque i mercati sba�gliano, la correzione avverrà prima e non dopo che saranno stati rimossi tutti i fattori negativi: prima che l'Europa giunga all'unione politica, pri�ma che siano completate le riforme strutturali e prima che gli elementi di nazionalismo economico saranno del tutto scomparsi». Da dove nascerebbe l'errore di valutazione? «In parte è lo stesso processo di unione mo�netaria ad aver reso più visibi�li e gravi le carenze lamentate dagli analisti del mercati. Con l'euro è diventalo molto più visibile e penalizzante il fatto che in Europa le riforme strut�turali siano lente o che manchi l'unione politica. Questo è in parte comprensibile e in parte può addirittura avere effetti positivi. L'aspettativa e la pres�sione dei mercati sono a favore di un cambiamento più signifi�cativo e forte in Europa di quello già avvenuto. Non è del resto la prima volta: in fondo erano stati i mercati a obbliga�re i Paesi dell'euro a converge�re». In genere il cambio di dire�zione avviene sulla base di aspettative che devono però essere credibili. Mentre una delle accuse rivolte all'euro è proprio di poggiare su istituzio�ni mancanti o la cui credibilità è messa in questione dai merca�ti. «Il mercato ribalte PadoaSchioppa ha un'opinione di medio termine lutti i giorni, ma tutti i giorni se ne fa una diversa». Secondo il banchiere, «anche dal punto di vista dell' iniziativa politica, che per noi significa prima di tutto l'Ecot'in e l'Euro-U, i mercati non hanno registato in maniera completa un'evoluzione signifi�cativa: sino a un anno fa il grado di attenzione sulle rifor�me strutturali era bassissimo, tutti erano concentrati sul pat�to di stabilità, se osserviamo le cose adesso, anche dopo il vertice europeo di Lisbona, vediamo chiaramente che il centro dell'attenzione pur non trascurando il patto stesso si è spostato, si vedono in altri termini segni di reazione all'esistenza delVeuro. Lo stes�so può dirsi per progetti euro�pei in campi non economici che stanno maturando in Fran�cia a in Germania a livello di governo». Quanto alla Bce, spesso criti�cata per le carenze di comuni�cazione, Padoa-Schioppa ritie�ne che sia sbagliato applicare alla Banca modelli come la Bundesbank o la Federai Reser�ve americana: «Eurolandia è l'unica area monetaria in cui coesiste una molteciplità di lingue e di protocolli di comu�nicazione. Ci sono Paesi euro�pei in cui se si dice tre volte al giorno che si ha cura della stabilità monetaria si rassicu�ra l'opinione pubblica, altri in cui la si indispettisce. Nell'eser�cizio della politica monetaria non c'è differenza con altre Banche centrali, nella comuni�cazione, invece, sbaglieremmo se facessimo come gli altri». Proprio il presidente della Bce ha però ritenuto necessa�rio rivo gersi ai cittadini euro�pei per rassicurarli sulla stabi�lità dell'euro. Secondo PadoaSchioppa, ha suscitato «atten�zione e al limite preoccupazio�ne lo stato d'animo dell'opinio ne pubblica». «L'euro che scen�de è un fatto reale, ma ciò non toglie osserva Padoa-Schiop�pa che ci siano già stati in passalo diversi casi in cui i mercati si allontanavano da valutazioni del cambio coeren�ti con le condizioni di fondo dell'economia. 1 timori sono in sé un dato reale, anche quando non hanno ragion d'essere. Tul�le le analisi, non solo le nostre, aggiungo sono concordi nel dire che non esiste nell'area dell'euro oggi un pericolo di inflazione particolarmente pro�nuncialo». Quanto all'Italia, PadoaSchioppa ritiene che sia un timore provinciale pensare che in Europa «si cerchi nell'in�stabilità italiana un colpevole della debolezza dell'euro. Non dimeno l'Italia è purtroppo un'anomalia nell'aere dell'eu�ro in termini di instabilità politica. C'è la sensazione che ci sia uno stato endemico di instabilità che rende difficile l'attività politica e il rapporto dialettico tra maggioranza e opposizione. Il problema del�l'Italia è di essere attrezzata al meglio per giocare la sua parli�la. Lo sforzo di ogni Paese di essere migliore degli altri e legittimo e previsto dalla co�struzione europea, tutta la con�cezione del "riconoscimento re�ciproco" è ispirata al principio di competizione tra i Paesi». E' come se l'ammissione all'euro avesse attenuato il vincolo esterno di disciplina, mettendo in luce la debolezza della disciplina interna in Ita�lia. «Il senso dell'inieresse ge�nerale del Paese fa fatica ad affermarsi in Italia per ragioni istituzionali, culturali e slori�che. L'enorme varietà interna è anche uno de^li elemenii di fascino dell'Italia, ma certo ai tratta di un carattere che co�sta». Secondo Padoa-Schioppa, sull'euro pesa in questo mo�mento sia l'incertezza sull'Eu�ropa, sia quella di un'economia americana che potrebbe essere alla fine della corsa. «Non penso che gli Usa siano alla vigilia di una recessione, mi pare difficile però che il 2001 e il 2002 diano la stessa sorpre�sa, in termini di crescila, degli ultimi due anni. Anche se cosi | non fosse, ci sono segnali di nervosismo che si vedo�no per esempio nel li�vello dei prezzi, con un'inflazione del 3,7"* rispetto al 2uu europeo Anelli' lo squilibrio commerciale america�no è importante». Rispetto .i fine 99 quando, sulla «Stam�pa». Padoa-Schioppa sostenne chi' 1 Europa avrebbe dovuto punta re a crescere non del 2^o all'unno, ma del 5V il banchieri' constata che il pil europeo sta crescendo «la a un rit�mo a metà si rada tra il 2 e il 5"ii. «Si sta rivelali dn una capacita ili cro�scila elevala, una capa�cità, anche in Italia, di ~ creare OjSfiupaaiona^in modo più ampio di quanto in passato tosse consentito dagli attuali tassi di crescila dell'eco�nomia, Ci sono segnali inoltre di riforme strutturali in corso cho sgombrano j;li ostacoli sul la strada della crescita: né la velocità di croscila ne lo sgom�bero sono pero ancora suffi�cienti». Una delle ragioni di resisten�za degli europei alle riforme e il timore di dover abbandona�re il modello loro sociale. Lo spettro di una società priva di pensioni e assistenza sanitaria è giustificato O è un alibi per non affrontare altri cambia�menti? «Neanche un Euro )a cho avesse fallo tulio rio che dovrebbe fare sarebbe come l'America, Per due motivi: il primo e che l'Europa non può avere la mobilila de^li indivi dui degli Usa, è un continente densamente popolato, senza spazi vuoti. La struttura socia le, il valore della famiglia, l'articolazione culturale inter�na rendono un disoccupalo di Trieste molto resilo ad andare a lavorare a Udine... 11 secondo motivo à l'impressionante ca�renza di Wclfure State negli Stati Uniti. Duella americana è una società in cui l'esistenza ha un (grado di durezza che gli europei hanno deciso di abban�donare, a imo modo di vedere arricchendo di mollo il senso di che cosa vuol dire la cosa pubblica, appartenere alla sles�sa società». «Peifortuna aggiunge Pa�doa-Schioppa in Europa ab�biamo esempi di Paesi in cui le riforme strutturali sono state portate molto avanti e che hanno dunosi rato che si può ristrutturare il Welfare Stale. Le riforme realizzale nel Re^no Unito o in Olanda hanno impostalo il sistema degli in�centivi al lavoro con politiche attive che hanno aumentato l'incentivo a lavorare anziché l'incentivo a non lavorare, di�mostrando che si può riforma�re il Welfare senza abbando�narlo, senza rinunciare a uno Stato che si occupa di formazio�ne, di salute e di vecchiaia. E' vero che se l'Europa compie le riforme necessarie ci saranno più elementi di mercato nel suo sistema sociale, ma senza perdere i suoi connotati sociali storici. Saranno piuttosto gli Usa ad avvicinarsi: Clinton non è riuscito u realizzare la riforma sanitaria, ma il proble�ma della sanità in America c'è». «Il calo della moneta unica è un eccesso di reazione, jUn errore di valutazione destinato presto a rientrare» di i «L'economia marcia a un ritmo del 3^ i prezzi sono stabili l'occupazione cresce e adesso ce più equilibrio finanziario di qualsiasi periodo degli ultimi vent'anni» «Sulla valuta pesa anche l'incertezza dcU'economia Usa Sul piano sociale noi non potremo mai essere come l'America Là, il Welfare non c'è» A fianco, Tommaso Padoa-Schioppa membro dell'esecutivo della Banca centrai' ; europea. Sopra, il presidente della Bce Wim Duisenberg