Pulizia etnica alla basca

Pulizia etnica alla basca Il terrorismo dell'Età continua a colpire, nell'indifferenza del mondo Pulizia etnica alla basca Fernando Savater PERCHE i crimini e la perma�nente minaccia alla libertà portata nei Paesi baschi dal terrorismo dell'Età non sono tanto conosciuti né ripudiati nei Paesi democratici, al contrario di quan�to avviene con altri eruppi dello slesso tipo? In primo fuogo, forse, per il numero delle vittime: in 30 anni, l'Età ha eliminato «solo» 900 persone circa, relativamente poca cosa in confronto con quanto acca�duto in tempi assai più brevi in Colombia, Algeria o Bosnia. In secondo luogo e ciò è più grave, implicando una colpevole ignoran�za del problema perché m molti Paesi democratici l'Eia viene ancora considerata con una certa simpa�tia, o perlomeno con comprensio�ne, in quanto movi�mento anli-franchisla, e si arriva persino a pensare che questi lerrorisli lottino per riconquistare libertà civili assenti nei Paesi baschi. Comi; se Franco e lo Sialo aulorilario da lui diretto non fossero sparili dalla carta politica già un quarto di secolo fa! Come se nel 1978 non si fosse concessa un'am�nistia totale a tulli coloro i quali furono impegnali nella lolla con�tro la dillalura, compreso chi si era macchialo di crimini di san�gue! Come se da decenni il Paese basco non avesse un livello di autonomia politica e fiscale mag�giore di qualsiasi iMnd tedesco, con un proprio Parlamento in cui sono rappresentati lutti i partili, compresi quelli indipendentisti, un'autonomia da sempre governa�la dai dirigenti dol Partilo Naziona�lista Basco, con due reti radiotele�visivo aulonomisle, con Veuskera riconosciuto costituzionalmente come lingua ufficiale e una educa�zione bilingue a tulli i livelli d'inse�gnamento! Come se oggi ci fossero ancora nelle carceri spagnole delenuli politici baschi ovvorossia baschi arrestati per aver effettua�lo una qualsiasi allivilà politica e non specificamente implicali in allivilà terroriste antidomocraliche successive alla fine del franchi�smo! Credo inoltre che molti europei e latino-americani ignorino che esistono molle altre vittime del�l'Eia, a parte gli assassinati, i feriti o i mutilati per mano delle bande terroriste. Nel Paese basco contina�ia di persone hanno dovuto abban�donare le proprie case e i posti di lavoro perché minacciate dall'Eia: politici e imprenditori in primo luogo, ma anche giornalisti, scritto�ri, professori, funzionari pubblici, rappresentanti sindacali, giudici e commercianti. Il loro unico delitto è stato dissociarsi pubblicamente dalle direttive ideologiche dell'in�dipendentismo xenofobo dei vio�lenti, cosi come fanno in silenzio elezione dopo elezione più della metà dei volanti baschi. Molle sedi di partilo, agenzie di banca, negozi, automobili e case privale vengono bruciale a ogni fine setti�mana come «rappresaglia» per le idee dei proprietari. Si arriva addi�rittura a inumidire i padri minac�ciando lo mogli o i figli. Le facoltà universitarie sono pione di manife�sti e scritte che minacciano di morte i professori le cui idee non piacciono ai violenti. In alcuni immobili vengono distribuiti vo�lantini anonimi che segnalano co�me indesiderabile perché «spa�gnolo» questo o quell'inquilino del palazzo, e al tempo stesso si avvertono i vicini del fallo che questi proscritti rappresentano obiettivi militari per i lerrorisli, e quindi la loro presenza compro�mette la sicurezza di tutta la comu�nità, ecc. ecc. Tutte queste aggres�sioni godono, nella stragrande maggioranza dei casi, di una preoc�cupante immunità, come se la Ertzantza, la polizia della regione autonoma, fosse impotente a fron�teggiarle. Ma si sa che in varie occasioni i rappresentanti sindaca�li della Ertzantza hanno denuncia�to che sono i loro superiori, dipen�denti dal governo nazionalista ba�sco, a ordinare di disinteressarsi di una parte di tali pratiche fasciste. Sebbene la maggior parte degb attentati dell'Età siano duetti con�tro politici del Partito popolare (che governa la Spagna) e del Parti�lo socialista (all'opposizione), cosi come contro i militari e la polizia, anche gli intellettuali vengono pre�si di mira. La casa dello scultore Aguslin Ibarrola un artista che si distinse nella militanza anti-franchista è slata oggetto di lanci di pietre, mentre a José Maria Portillo, cattedratico di Duilio nell'Uni�versità del Paese basco, hanno bruciato la macchina gis due vol�te. Il caso più notevole è però quello dello scrittore Jon Juarisli, uno dei poeti e saggisti più impor�tanti della Spagna contemporanea (tanto in castigliano quanto in euskera), militante dell'Eia duran�te la dittatura franchista. Juarisli ha scritto studi fondamentali sul conflitto basco, e in particolare uno El Bude melancólico, che ha avuto un gran successo di pubbli�co e vari premi. A causa di queste opere e delle sue valenti manifesta�zioni contro il terrorismo, Jon Juarisli ha dovuto abbandonare l'Università del Paese basco, dove era professore, perché le autorità non si azzardano a garantire la sua sicurezza. Ed è stato obbligato a lasciare il Paese basco a tempo indefinito. La sua vita professiona�le e familiare si è trasformala in una avventura semiclandestina. Molli gli mostrano simpatia senza compromettersi, e pochi gli offro�no vera solidarietà: la sindrome di Salman Rushdie, insomma. Fino a quando questa vergognosa «puli�zia etnica» alla basca continuerà a essere passata sotto silenzio da chi si invece, giustamente, si affretta a denunciarne altre? Copyright El Rais 900 morti in trentanni ma in molti Paesi democratici gli autori di questi crimini sono guardati con simpatia, come se fossero ancora in lotta contro il franchismo

Persone citate: Comi, Fernando Savater, José Maria, Salman Rushdie

Luoghi citati: Algeria, Bosnia, Colombia, Paesi, Spagna