Un colpo alla nuca per il proconsole
Un colpo alla nuca per il proconsole Un colpo alla nuca per il proconsole Jugoslavia, assassinato il capo del governo della Vojvodina Ingrid Badurina ZAGABRIA E' stata ima morte in diretta quella di Bosko Perosevic, capo del governo della Vojvodina, ex Regione autonoma jugoslava che oggi fa parte della Serbia. Mentre le telecamere stavano riprenden�do le immagini della sua visita alla Fiera deU'Agricoltura di Novi Sad si è sentito un colpo di pisto�la. Perosevic, che si era allontana�to di qualche metro dagli altri membri della delegazione ufficia�le per rispondere a una chiamata sul telefonino, si è accasciato contro un muro in una pozza di sangue. Dopo i primi attimi di smarrimento qualcuno ha chia�mato un'autoambulanza, mentre i poliziotti arrestavano l'assassi�no. Traspoitato d'ui"genza al�l'ospedale di Novi Sad, Perosevic non ha più ripreso conoscenza. Alle quattro del pomeriggio i me�dici ne hanno confermato il deces�so: il proiettile lo aveva colpito alla nuca. A ucciderlo è stato Milivoje Gutovic, una guardia giurata da anni in servizio presso l'Ente fiera. Assassino e vittima sono nati nello stesso paese della Vojvo�dina, e questo ha fatto pensare in un primo momento a una trage�dia privata, un regolamento di conti dovuto a rancori personali. Ma le autorità hanno immediata�mente definito l'attentato «un omicidio politico» e il Partito so�cialista serbo di Milosevic ha rilasciato un comunicato in cui si afferma «che si tratta di un atto terroristico contro il popolo jugo�slavo la cui responsabihtà va fatta risalire ai fascisti e ai tradito�ri». Etichette che il regime affib�bia all'opposizione, accusata di essere al servizio dei governi occi�dentali. Quarantaquattrenne, eco�nomista, da otto anni alla guida della Vojvodina, Perosevic era anche il segretario locale del Parti�to socialista serbo al potere a Belgrado e quindi collaboratore stretto del presidente Milosevic. Il suo nome va ad aggiungersi alla lunga lista dei cadaveri eccellenti che dall'inizio dell'anno stanno facendo tremare i notabili del regime serbo. Ad aprire la serie, a gennaio, è stato l'omicidio di Arkan, il comandante delle mili�zie cetniche che hanno seminato morte e terrore in Croazia e in Bosnia, seguito a febbraio dall'uc�cisione del ministro della Difesa federale Pavle Bulatovic. Il mese scorso è stata la voltó del presi�dente della Jat, la compagnia aerea jugoslava, Zika Petrovic. Mentre l'opposizione accusa il regime di aver creato uno Stato del terrore dove nessuno può sentirsi al sicuro, gli esponenti del Partito socialista serbo non hanno dubbi che ad armare la mano del killer sono stati proprio i gruppi dell'opposizione. Poco prima dell'assassinio di Perosevic i militanti di «Otpor» (Resisten�za), il movimento studentesco antigovemativo, avevano organizza�to una manifestazione di protesta davanti all'ingresso della Fiera. Era intervenuta la polizia che aveva arrestato sette persone. Novi Sad, capoluogo della Vojvodina, è una delle roccaforti dell'opposizione serba. Ricca, svi�luppata, multiolnica, la regione non ha mai perdonato a Milosevic di averle tolto l'autonomia di cui godeva, proprio come il Kosovo, nella Jugoslavia di Tito. Benché l'uomo forte di Belgrado abbia messo alla testa del governo loca�le un uomo di sua fiducia, la popolazione è sempre stata ostile al regime. Dopo la crisi del Koso�vo e le richieste di indipendenza degli albanesi, anche in Vojvodi�na si è cominciato a parlare a voce alta di secessione. A due giorni dalla grande manifestazio�ne di Belgrado indetta dall'opposi�zione contro il regime, l'assassi�nio di Perosevic rischia di far esplodere la situazione. Tanto più che Vuk Draskovic, il capo del Partito del rinnovamento serbo, ha annunciato ieri che l'opposizio�ne non farà più resistenza solo con le parole. «Useremo ogni altro metodo, alla violenza rispondere�mo con la resistenza», ha detto in un comizio di fronte a quindicimi�la persone. Fedelissimo di Milosevic, stava inaugurando una Fiera agricola
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