Mastella: voglia di Dc

Mastella: voglia di Dc Mastella: voglia di Dc A Palermo l'abbraccio con D'Antoni Maria Teresa Meli ROMA Ormai appaiono come una coppia collaudala. Il copione recitato sembra lo slesso, si muovono in sincronia, le entrate in scena vengono preparate con grande accuratezza. Ne hanno dato prova anche ieri, a Palermo: la premiata ditta Mastella-D'Antoni è andata in scena tra applausi e nostal�gie democristiane. Il leader della Cisl prima ha tenuto a battesimo una manifestazione contro i referendum, poi si è presentalo nella pane di ospite inatteso all'assemblea dei qua�dri dell' Udeur, a Mondello. Si è seduto a fianco del leader del partito dei Campanile: giusto il tempo per offrirsi alle telecamere e ai taccuini dei cronisti. Prima che arrivasse D'Antoni, un Mastella raggiante aveva spiegalo; «Noi abbiamo una grande voglia di De, ma questa voglia non deve essere utilizzata da Berlusconi che della Democrazia Cristiana non ha mai fatto parte». Pausa ad effetto... entra�ta di D'Antoni con ovazione, eppoi il capo dell'Udeur continuava cosi, indi�cando il segretario della Cisl: «Né noi né lui, però, vogliamo subire l'egemo�nia del centrosinistra. Con noi, il prossimo anno si può vincere: i Ds devono stare dalla nostra parte, se non ci stanno, noi diventeremo la terza forza». La quale terza forza, per la verità, fece già il suo esordio nel 94, senza peraltro ottenere, in termini di seggi, un gran risultato. Perciò i Ds sospettano che in realtà Mastella voglia involarsi altrove. E in quell'«altrove», cioè nel Polo, si fanno già i conti di quel che l'Udeur potrebbe portare in dote. 1 suoi voti, sommati a quelli di Forza Italia, Alleanza nazio�nale e Ccd, potrebbero far scature trenta collegi nel Meridione. Non male. Epperò D'Antoni, almeno al mo�mento, non sembrerebbe veleggiare verso i lidi de! centrodestra. Come testimonia l'inlemerata di Francesco Cossiga nei suoi confronti. L'ex Capo dello Stato accusa il leader della Cisl di ave messo in piedi «ma truffai, facendo «passare il nome della Demo�crazia Cristiana in un'operazione parasocialisla». Già, perché pare che D'Antoni, in questo periodo, manten�ga buoni rapporti con il presidente del Consiglio Giuliano Amato. E allora che cosa rappresenta tutto questo agitarsi al centro del centrosinistra? La verità è die ognuno dei protagoni�sti di questa operazione sembra colti�vare un proprio progetto. Franco Ma�rini, per esempio, che sponsorizza quel disegno nel Ppi con buoni risultati, tant'è che ha convinto anche il segretario Pierluigi Castagnetti a essere della partita sogna per sé un posto di presidente di un grup w parlamentare unico, composto da le diverse anime moderate della maggio�ranza: dai popolari, all'Udeur, passan�do per Rinnovamento. D'Antoni acca�rezza progetti più ambiziosi, e infalli quando una manciata di settimane fa, qualche maggiorente del partilo popo�lare, gli fece intravedere la possibilità di correre per la segreteria di piazza del Gesù, il leader della Cisl, non apparve interessato airofferta. Meg io, molto meglio, un posto di pre�mier, o di vice premier. Infine re Mastella, che di se dice: «Io sono l'unico nel controsinislra che può giocare come Silvio Berlusconi, deci�dendo, senza passare per riunioni o vertici di organismi dirigenti, il da farsi». Ma c'è un discrimine, che qualcu�no sembra disposto a superare e qualche altro no. Per Marini, per esempio, l'operazione centrista non deve travalicare i confini dell'attuale coalizione. E per Mastella e D'Antoni? Chissà. Cossiga paragona il leader della Cisl a Jerry Lewis. Come a dire che il sindacalista si muove senza aver deciso ancora in quale porto gettare l'ancora. Un'unica cosa è cer�ta. Che molto dipenderà dal risultato del referendum. Non per niente D'An�toni saluta gli «amici» dell'Udeur con queste parole: «Ci vediamo il 22 mag�gio». Se non ci sarà il quorum, infatti, sarà più facile creare il vagheggialo centro. Per questo motivo Arturo Parisi, che gioca di concerto con Veltroni, tentando di sottrarre il Ppi dall'orbita d'attrazione dei centristi, dichiara che il «referendum scioglierà ogni ambiguità». L'auspicio, è chiaro,, è che passi il quesito referendario, perché in questo modo sarà molto più arduo, se non impossibfle, costniirc un centro. E' un ragionamento che non fa una grinza, ma che non tiene conio di un'eventualità. Ossia della possibilità che molli ex De, piuttosto che restare alleali in una coalizione in cui, per ovvie ragioni di sistema eletto�rale, i Ds avrebbero la piena egemonia sulla coalizione, potrebbero trasloca�re nel Polo,.. Sergio D'Antoni, leader della Cisl. e Clemente Mastella, presidente dell'Udeur

Luoghi citati: Palermo, Roma