Etiopia-Eritrea, Torna la guerra degli affamati di Domenico Quirico

Etiopia-Eritrea, Torna la guerra degli affamati Etiopia-Eritrea, Torna la guerra degli affamati Nuovo fallimento dell'Onu, è in fiamme il Como d'Africa Domenico Quirico ASMARA «Insensata»: è stato l'inviato speciale delle Nazioni Unite Richard HoOlbrooke a trova�re l'aggettivo giusto per defi�nire la guerra che strazia di nuovo il corno d'Africa. Da ieri si combatte selvaggia�mente su tutto il confine che separa i fratelli-nemici di Etiopia ed Eritrea. Le artiglie�rie martellano con ben pasciu�ta energia quell'immensa re�plica africana del Carso che è a zona del Mereb, a Bademè, a Zalambesa, villaggi fanta�sma, poveri ruderi persi tra le pietraie che i due contendenti lanno trasformato in labirin�ti di trincee. C'è in questa insensatezza qualcosa di fata�le. Le diplomazie, l'Onu, l'Or�ganizzazione per l'unità afri�cana, gli Stati Uniti, prima di arrendersi hanno rantolato per mesi mentre cresceva il brontolio delle armi. La guer�ra alla fine è ripresa in una composta rassegnazione. Asmara accusa gli etiopici di aver sparato per primi. Nessu�no scoprirà mai una verità, che comunque non cambia la vergognosa follia di un con�flitto tra affamati. Addis Abeba ha già ordinato alla popola�zione di abbandonare Adigrat che è sotto il tiro della arti�glieria campale nemica, si combatte anche a sud, nella zona del porto di Assab, ob�biettivo neppur tanto segreto della Etiopia che considera come un attentato alla so�pravvivenza la mancanza di un accesso al mare. I due paesi si azzannano da due anni, con brevi periodi di tregua, dispiegando nel mas�sacro una lussuosa dotazione di armi da ricchi, rastrellati senza badare a spese negli sterminati supermarket mili�tari dell'ex unione sovietica. A leggere i rispettivi proclami si combatte sempre per 400 chilometri quadrati di pietra�me che entrambi rivendicano come «sacri confini della pa�tria». Un turbine guerresco, insomma, nel nome di linee di confini che vennero trac�ciate all'inizio del secolo da�gli ufficiali del Regio corpo truppe d'Africa e dai messi del negus Menelik, quando l'italietta, umiliata ad Adua, si era rassegnata a mettere nel cassetti i sogni di grandez�za coloniale. In realtà i nazionalismi africani, ancor freschi di ver�nice, dal Congo all'Uganda all'Eritrea, avvampano, ridi�segnano i confini, mostrano i muscoli impugnando le fron�tiere del colonialismo rima�ste finora come un tabu intan�gibile. E smascherano la debo�lezza delle Nazioni unite (di�rette da un africano!) che oppongono a queste forze for�sennate e fanatiche i cigolan�ti, anchilosati congegni della burocrazia diplomatica. Si combatte anche per ra�gioni di politica interna. I tigrini che occupano il potere ad Addis Abeba vogliono zitti�re le altre nazionalità che li considerano degli abusivi, l'antidoto è offrire ai riottosi la vendetta sugli odiati ex sudditi eritrei, umiliare la loro arroganza militaresca, recuperare lo sbocco al mare, spazio vitale dell'Etiopia. L'Eritrea che si considera una specie di Prussia del Corno d'Africa, a sua volta, sembra intossicata da un mili�tarismo dei poveri, cerca di mascherare dietro la mobilita�zione guerresca la ben più difficile sfida dello sviluppo. Mentre i soldati etiopici brandiscono lanciarazzi e cac�cia high tedi da milioni di dollari, dall'altro capo del paese, nell'Ogaden assetato dalla siccità, milioni di altri etiopici lottano in una mise�ria di cavernicoli contro la carestia. Un rivolo di pioggia e il robusto ruscello degli aiuti intemazionali hanno ri�tardato l'avanzare della apo�calisse per fame, ma il perico�lo resta in agguato. Non ci sono prove per confermare il sospetto atroce che il governo di Addis Abeba abbia mano�vrato la tragedia umanitaria per finanziare con una parte degli aiuti l'offensiva finale contro i vicini. Ma non basta per inorridire questa frase del premier etiopico Melles: «per difendere la propria so�vranità non occorre avere la pancia piena»? Asmara accusa Addis Abeba di aver cominciato a cannoneggiare le sue linee Un'immagine simbolo della carestia nel Sud dell'Etiopia straziato dalla siccità e militari di Addis Abeba che esibiscono armi ultimo modello in marcia verso il fronte eritreo Sono ledub facce del paradosso di una guerra sanguinosa che si combatte in una delle aree più povere del mondo

Persone citate: Addis