Finisce il «romanzo» del Quirinale

Finisce il «romanzo» del Quirinale IL 13 MAGGI01999 L'ELEZIONE AL PRIMO SCRUTINIO Finisce il «romanzo» del Quirinale Unanm ,» dei terremoti politici Filippo Cecoareili IL 13 maggio 1999, con 1 zione a maggioranza qualifi�cata e al primo colpo di Carlo Azeglio Ciampi, il sistema politi�co italiano diede forse l'ultima prova di possedere un residuo istinto di sopravvivenza. A dodici mesi di distanza, l'umile e paradossale riprova di quella scelta sta tutta nell'esi�guità delle «buste») o delle car�telline, o dei contenuti dei data�base che riguardano questo pri�mo anno di Ciampi al Quirinale. E sono articoli per lo più misu�rati, senza ridondanza, né emo�tività. Rarissime suonano le polemiche, minimo appare il dramma, Umitato il conflitto, moderato perfino l'intratteni�mento. Non solo: cosi è comin�ciata, e cos�prosegue; questa presidenza per cui e arduo tro�vare un aggettivo che ne espri�ma compiutamente la sobrietà appassionata, la riservatezza e oquente, l'ardita prudenza, la tenue incisività, insomma quel genere di potere che c'è, ma non si vede e che i costituzionalisti definiscono «di riserva». Ciò nondimeno, quando è stato eletto, c'era ancora la guerra nei Balcani e la Nato teneva d'occhio le iniziative dol 1 primo governo a guida ex comu�nista; poi appena due giorni dopo il giuramento, il delitto D'Antona. E nel corso di un anno ci sono state non una, ma due crisi di governo: risolte entrambe con una rapidità inu�suale per la politica (ma non per chi ha guidato la Banca d'Italia e sa quanto i mercati abbiano bisogno di risposte veloci!; ol�tre a un paio di tornate elettora�li devastanti per la maggioran�za. A un certo punto Berlusconi, decisivo per reiezione di Ciam�pi, gli ha chiesto di concedere la grazia a Craxi. Il presidente ha risposto di no con una nota in cui si appellava tanto ai prìnci�pi della legge quanto alia pro�pria coscienza. Ma poi non ha mancato di far giungere la sua voce alla famiglia di Craxi, latitante o in esilio che fosse in Tunisia. Durante una visita a Milano è scoppiato un caso perché il Capo dello Stato non ha trovato il tempo di incontrare Borrelli, ma ancora l'altro ieri, dal Brasi�le, riaffermava in modo netto la validità della stagione di Mani pulite. E ancora: ha incontrato g ma nell'anno del Giubileo ha anche inviato un messaggio au�gurale alla conferenza intema�zionale per i diritti degli omosessuaU. Ha risposto con un certo piglio al sindaco-sceriffo leghista di Treviso Gentilini, affrontando la questione «epo�cale» degli immigrati e quella di chi, proprio nel ricco Nord Est, non pacava le tasse. Mentre con sottigliezza diplomatica ha sedato sul nascere un pericolo�so conflitto para-istituzionale fra Mancino e Violante sorto ai margini del congresso Ppi. Del presidente, sempre mol�to attento allr. dignità istituzio�nale della carica, si può diro che donna Franca ha rappresentato un mirabile contrappeso in ter�mini di spontaneità e comunica�tiva. L'intesa tra i due è stata vissuta e proprio per questo trasmessa al grande pubblico in modo cos'i efficace da consen�tire a entrambi di girare tran�quillamente per la strada con la mano nella mano. Un anno con Ciampi, perciò, o se si vuole con i Ciampi: «senza ostentazioni. apa, Ci^W^r n^ forzat?fre» come'ffòlatb claT^l'avvenire proprio a proposilo di quel gesto cos�inatteso e al tempo sasso naturale. Il pumo interessante di que�sto anniversario, infatti, è che tutto quanto ha riguardato il Colle si è svolto in modo tale da far considerare definitivamen�te finito il grande racconto del Quirinale. Una fine, oltretutto, lungamente attesa: era almeno da dieci anni che questo roman�zo di potere si prolungava sen�za pietà segnalandosi per la sua più ripetitiva intensità. Adesso la Presidenza delia Repubblica è una variabile più dislaccata dai giochi della politi�ca. Non appare più come uno degli epicentri del terremoto che pure non è concluso ma in questo primo anno, da primave�ra a primavera, il Quirinale sembra tornato ad essere sem�mai un osservatorio sismico. La trasformazione non ha la facol�tà di bloccare l'evidente disfaci�mento del sistema dei parliti, ma intanto lo controlla, o alme�no non lo ii^boraggia (che è già tanto). A tratti, più che con le paro�le, la presidenza Ciampi ha parlato al Paese con i segni. Dopo 21 anni, un Capo dello Stato abita di nuovo nel Palaz�zo; e frequenta Castel Porziano quanto il primo Saragat. La stessa piazza di Montecavallo, che un tempo rinviava alla spopolata metafisica di De Chi�rico, ha conosciuto negli ultimi mesi una nuova stagione: il concerto del maestro Sinopoli la notte del 2000; altri concerti di bande e fanfare in diverse occasioni; l'inaugurazione del�le rinnovate scuderie come so�de di affollatissime mostre d'ar�te; oltre a un cambio della guardia parecchio spettacolare, in qualche caso anche con la partecipazione di due plotoni di corazzieri a cavallo in tenuta di gala. Presto verrà tirata fuori dai garage di palazzo la splendi�da Flaminia decappotiabile. Il presidente ha intenzione di ren�dere di nuovo il 2 giugno festa nazionale. La legge che a suo tempo proprio lui come mini�stro del Tesoro fermò per ragio�ni di rigore «europeo» e pron�ta, e ha anche il vantaggio o la fortuna di costare poco, almeno all'inizio, perché i 2 giugno 2001 e 2002 cadono di sabato e di domenica. L'impressione è che il com�plesso di segni (cui si potrebbe aggiungere il disappunto nei confronti del maestro Muti per la mancata esecuzione di «Fra�telli d'Italia* alla Scala) sia funzionale a un ripristino del�l'istituzione repubblicana e, at�traverso di essa, dello Slato. In questa linea si può collocare anche il nuovo criterio di valo�re «meritocratico» che Ciampi, sfidando radicali scetticismi, attribuisce alle onorificenze al merito della Repubblica, peral�tro anche sfollile in termini quanliiativilda 14 mila a 10 mila). Ma soprattutto: Ciampi non ha promesso, né minaccialo, non ha cercato di guidare il popolo, né di deslahilizzare le istituzioni per riformarle, ne di dirigere la politica in prima persona o, peggio, facendosi un suo parlilo segreto. Sembrano lulle negazioni e invece, con l'aria che lira (e che ò tirala a lungo in Italia), sono afferma�zioni, l'er certi versi addirittura sbalorditive. Il Capo dello Stato parla al Paese con i «segnali» Abita nel Palazzo con la moglie, rivuole la festa del 2 giugno, taglia le onorificenze Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi con il presidente della Repubblica brasiliana Cardoso ieri a Brasilia

Luoghi citati: Balcani, Brasilia, Italia, Milano, Treviso, Tunisia