Quei viaggi della memoria

Quei viaggi della memoria Da Livorno a Trieste, fra commemorazioni e ricordi Quei viaggi della memoria AldoCaaullo C5 E' qualcosa che lega il pri�mo viaggio italiano di Ciam�pi nella sua ciità, Livorno -, il primo viaggio europeo nel suo Paese d'adozione, quello in cui studiò da ragazzo e che in età matura ne consacrò la statura inlemazionule, la Germania -, le rievocazioni a Bari dell'imbarco per l'Albania e in Abmzzo della lotta anlinazisla. Qualcosa che è riemerso a Trieste, quando, due mesi fa, dopo aver visitato il lager della Risiera di San Sabba e la foiba di Basovizza, per «onorare le vittime di ambo le parti», il Presidente è voluto andare al Collegio del mondo unito E a centinaia di liceali ha racconlalo con la voce rolla dalla commozione di quan�do, alla loro età, studiava tedesco all'università di Bonn con ragazzi di tutta Europa, che «scherzavano «Ol'idea che da l�a poco si sarebbero sparati addosso l'un l'altro. Il corso fin�il 31 agosto. Il giomo dopo scoppiava la seconda^uenra mondici e». Viaggi e ricordi compongono un percorso della memoria, che nel primo anno del settennato ha portato Ciampi sul luoghi della sua formazione umana e intellettuale. Quello che il presidente germanista definirebbe «Bildungsroman», vicenda di fonnazione, ricosiruila collegando i messaggi politici ai luoghi visitati e agli eventi evocati. Con un obiettivo: far cadere i piccoli muri degli «ex» e dei tposi», ricostruire una memoria comune agli italiani e agli europei. Era questo che il presiden�te andava cercando nella sabbia del deserto, in una delle tappe che più l'hanno segnato, a El Alamein: quando ha percorso il sacrario italiano al fian�co della signora Franca, finché non ha trovalo la lapide di un compagno d'armi; per poi visitare anche ii emule�rò tedesco e quello britannico. Il primo ad accorgersi della stralegià della memoria di Ciampi, ira i suoi interlocutori stranieri, e stato il pre�mier israeliano Ehud Barak. Cui non è sfuggito l'abbraccio allasinago^aitaliana di Gerusalemme con il rabbino capo di Roma Elio ToafT; e che infetti, il giorno dopo, alla Knesset, ha rievocato ramicizia che legava Ciampi al padre di Toaff, Sabato, cui lo studente Carlo Azeglio faceva leggere in bozze la tesi di laurea sulla condizione giuridica delle minoranze. Ma il maestro che ritorna spesso nelle rievocazioni del capo dello Stalo, dd esempio nel collo�quio torinese con Norberto Bobbio, è Guido Calogero, suo insognante alla Normale e sopratiutlo suo compagno nei giorni in cui il sotiotenenle Ciampi passava le linee naziste per ricongiun�gersi all'esercito italiano. Eventi che il presidente collega al concetto fonda�mentale della sua politica estera, quel�la tpax europea» che l'Italia contribui�sce a costruire nei Balcani e in Medio Oriente, e che insieme con la moneta unica considera «punti di non ritomo»: lietre miliari che sanciscono l'irripeti}ililà dell'orrore (come Ciampi ha scrit�to sul libro dei visitatori di Huschwilz), ma non esauriscono il suo viaggio della memoria. Che conosce anche tappe più lievi. Come quando, lo scorso ottobre in Campidoglio, il Presidente ha ricor�dalo il suo arrivo, quarant'anni prima, nella Roma «invasa dai cantieri: le Olimpiadi allora, il Giubileo oggi, le lamentele sempre le slesse». E come quando evoca il suo sogno giovanile di recluta mancata all'Accadèmia di Li�vorno, il mare. Visto come ispiratore di metafore politiche l'iormeggio* e Ttapprodo» da offrire alle nuove demo�crazie dell'Est -, chance di sviluppo economico, e paesaggio di «un Paese reale» che, come Ciampi ha detto a Trieste, «scopro migliore della rappre�sentazione che ne viene data».