Amato bacchetta i ministri: voglio più unità di Fabio Martini

Amato bacchetta i ministri: voglio più unità Amato bacchetta i ministri: voglio più unità «Poche leggi e tanta azione. Dpefnonprima del 30 giugno» Fabio Martini ROMA Giuliano Amato si leva gli occhia�lini, li posa, tutti i suoi ministri lo guardano e lui scandisce la frase da scolpire nella memoria: «Nei mesi che ci restano, cari colleghi, noi dobbiamo produrre poche leggi e tanta azione». E l'ora di pranzo e nel salone del Consiglio dei ministri, la tradizionale riu�nione del venerd�si sta prolun�gando oltre il solito e per una ragione speciale: i ministri sono «a rapporto» dal loro Presidente. Uno alla volta, stanno spiegando quel che realisticamente possono realizzare nei prossimi 11 mesi. La «ricognizione», come la chia�ma Amato, proseguirà, le misure saranno messe per iscritto e a quel punto il capo del governo potrebbe compattare il tutto e illustrare pubbhcamente una sor�ta di programma-bis, quello dei ministri, dicastero per dicastero. Certo, Giuliano Amato vuole dare una scossa pragmatica alla sua nervosissima maggioranza perché teme di essere chiuso nell'angolo da quella che Indro Montanelli chiama «la ciurma suicida» della sua maggioranza, E cosi, durante il Consiglio dei ministri di ieri. Amato ha iniziato un pressing operativo sui mini�stri, ma ha cercato anche di scuoterli con un anpello pohtico: «Capisco il momento ha detto il presidente del Consiglio -, capi�sco la campagna por il referen�dum», ma d ora in poi sarà diffici�le la navigazione se il governo non potrà contare «sulla compat�tezza» della maggioranza e del�l'esecutivo. E più tardi, sceso in sala stam�pa, il presidente del Consiglio ha voluto spegnere sul nascere lo aspettative nate dalle voci che sussurravano di uh anticipo nel�la presentazione del Dpef e della legge finanziaria: «Non credo che il Documento di programmazio�ne economica e finanziaria possa essere presentato prima della scadenza di legge del 30 giugno. Se si fa troppo presto, non si hanno orientamenti affidabili». Serve tempo, ha fatto capire Ama�to, soprattutto per un motivo: «Il tema dominante del Dpef sarà verificare sulla base delle risorse del maggior gettito fiscale, come sarà possibile utilizzare queste risorse». Ieri intanto il Consiglio dei ministri ha approvato un ddl sui lavoratori socialmente utili del ministero di Grazia e Giusti�zia che sostituisce il decreto bloc�cato in Parlamento dall'ostruzio�nismo dell'opposizione. Ma su Palazzo Chigi resta una cappa pesante. Ogni giorno si dissocia un alleato diverso, ieri persino Walter Veltroni che con Amato ha un rapporto molto stretto è dovuto uscire allo scoperto. Circondato come è da questa atmosfera. Giuliano Ama�to in ogni occasione pubblica fa il possibile per sdrammatizzare, di�stilla ogni volta che può le sue battute concettose. L'ultima occa�sione ieri pomeriggio, nella confe�renza stampa convocata a sorpre�sa, appena concluso il Consiglio dei ministri. Ad un giornalista straniero che gli chiedeva se il governo intenda rivedere le sti�me di crescita del Pil per il 2000 dal 2,50Zn al 2,8'X), Amato ha rispo�sto: «Aspettiamo il Dpef». Poi, con tono scherzoso: «Non c'è trippa per gatti...». E alludendo al giornalista: «Non c'è trippa per quel -gatto li, «he puro è un bravissimo gatto. Uno dei miglio�ri della galleria... Però oggi non c1^ trippa perjjul». E o^akheminuto prima Amato avevascnerzato con Franco Bassanini: il ministro della Funzione Pubblica aveva citato Mantova come mi�glior esempio di applicazione di sportello unico per le imprese. E Amato: iMantuamegenuit... dis�se lo sportello unico che cercava fratelli anche altrove!». E al Polo che ha promesso di non fare ostruzionismo sul ddl governati�vo sui lavori socialmente utili. Amato ha detto: «Non vorrei sembrare deamicisiano, ma sicco�me siamo tra gentildonne e genti�luomini, non dubito di questi intendimenti». Ma l'iniziativa sulla quale Amato punta di più a medio termine è proprio la «ricognizio�ne» dei progetti fattibili nei vari ministeri. Nei giorni scorsi il presidente del Consiglio aveva chiesto informalmente ai suoi ministri di presentarsi con un programma delle cose realizzabi�li a breve e a medio termine. «Ma vi raccomando, tutte cose che si lossono fare con il bilancio attuae». Ieri hanno cominciato ad illustrare i propri piani i ministri Bianco, Mattarella, Bordon, Bas�sanini, Veronese, Fassino, Nesi. Ad un certo punto Amato ha interrotto l'esposizione e ha chie�sto: «Benissimo quel che dite qui, ma vi chiedo di mettere per iscritto i vostri programmi». Uscendo da Palazzo Chigi, Willer Bordon, l'ultimo ministro ad illu�strare il proprio piano, cercava di sdrammatizzare: «Proprio per il programma operativo che ci siamo dati, non sembrava un Consiglio dei ministri preoccupa�to di avere ogni giorno una maggioranza. Noi ci crediamo, spenamo che ci creda anche la maggioranza». Il presidente del Consiglio Giuliano Amato

Luoghi citati: Mantova, Roma