Cannes a spasso con Monica
Cannes a spasso con Monica La Bellucci star della prima giornata del Festival: protagonista di «Under suspicion», con Hackman Cannes a spasso con Monica Fulvia Caprara Inviata a CANNES Sono tutte e due in nero totale, solo che si tratta di due neri molto diversi : il primo, griffato, prezioso, traforato, serve a mettere in mostra, in un gioco di rti-vedonon-ti-vedo», il bellissi�mo corpo di Monica Bellucci; l'altro, compatto, pesante, impenetrabile, ser�ve a .mantenere intatta la libertà di Samira Makhmalbaf, regista iraniana di vent'anni, che ci tiene a non rompe�re le regole primo perché vuol tornare nel suo Paese a fare quello che fa, secondo perchè rappresenta ufficial�mente, qui sulla Croisette, il popolo delle donne iraniane, e quindi anche il modo con cui vanno vestite. II. Festival è soprattutto questo: contraddizioni gomito a gomito: il massimo del glamour fr il masaimo dell'impegnò; il cinema d'àrte"'e il cinema di mercato; i cinefili stropic�ciati che si nutrono di pellicola e i vecchi habituée della Costa Azzurra che, dopo essere riusciti a entrare in possesso di un biglietto d'invito per la proiezione di gala, si tolgono lo sfizio di affrontare la scalinata del Palais, arrancando dietro la star di turno. Davanti a una perenne platea di fan che piantonano invano le entrate dei grandi alberghi e le transenne intomo al Palazzo del cinema, si svolge uno spettacolo variopinto fatto di giornali�sti sempre a caccia di qualcosa (noti�zie, interviste, immagini, proiezioni supplementari), star frastornate, feli�ci perché un'apparizione a Cannes è seconda solo a una agli Oscar, talvolta annoiate perché l'abbraccio della fol�la e l'assedio dei fotografi può essere estenuante; uffici stampa in assetto di guerra; guardie del corpo attrezza�te come Rambo. L'importante, ripeto�no in molti, è mantenere la calma. E dire che c'è una giornalista famosa della tv di Stato che, ogni anno, ormai per questioni scaramantiche, parte alla vòlta del Festival indossando una maglietta nera con su scritto: «Don't panie, it's only a Festival». Ma patemi d'animo, risse tra croni�sti, rialzi di pressione dovuti al manca�to funzionamento dei computer che pare soffrano molto per l'aria umida del mare, viaggi interminabili per raggiungere l'hotel prediletto dei divi americani, il «du Gap» ad Antibes, svaniscono di fronte alla bellezza di un inquadratura, all'emozione della scoperta di un nuovo capolavoro, magari asiatico, allo sguardo com�prensivo di una diva intemazionale. Come per esempio Monica Bellucci, che da tutto questo can can, non vede l'ora di fuggire perchètjuest'anno ha lavorato veramente tanto e ora ha solo voglia di «riposare, prendere il sole, mangiare il pesce sulla spiaggia». Rapita dal fascino dei due attoroni. Gene Hackman e Morgan FreeiiKin, con cui si è trovata a recitare in «Under suspicion», l'attrice di origine umbra ha da poco finito di lavorare con Giuseppe Tomatore in «Malena» e subito dopo ha iniziato le riprese di «Il patto dei lupi», un grosso film francese diretto da Christophe Ganz, in cui recita insieme con un gruppo di giovani interpreti che comprende an�che suo manto, Vincent Cassel: «Si, mi sento molto soddisfatta dice Bellucci in questo momento, a parte il riposo.non mi manca proprio nien�te. Sono sicuramente un'attrice italia�na privilegiata perchè ho la possibili�tà di lavorare dovunque, con i registi più vari. Poi ci sono film che vanno bene e altri che vanno male, come è successo alT'Ultimo Capodanno" di Marco Risi, ma non fa niente, io della mia carriera non rinnego proprio nul�la, anche gli inizi, anche "La riffa". Gli "up and down" in questo mestiere sono la norma». Scuotendo la testa di riccioli corvi�ni («eredità di "Malena"», spiega), Bel�lucci dice che non ha paura dei con�fronti con il mito Romy Schneider, protagonista di «Guardato a vista», il film di cui «Under suspicion» è il remake: «No, che non ho paura, per�chè la sceneggiatura de mio film propone un'angolazione diversa dello stesso personaggio: all'inizio sembro una donna piena di glamour e molto potente, poi si scopre che sono fragile e insicura, e, soprallutio, a differenza di quello che accadeva alla Schneider, io mio marito lo amo». All'inevitabile domanda sul cine�ma italiano, una sorla di tormentone del Festival (sicuramenlo prima della fine ci sarà un giornalista italiano che chiederà il parere sull'argomento an�che all'autore coreano), Bellucci ri�sponde con la sua verve: «Non credo proprio che il nostro cinema sia uno schifo, abbiamo grandissimi talenti. Può succedere che un anno non vada tanto bene, ma poi accade che un film nostro, all'improvviso, come è capita�to a "La vita è bella", al "Postino", a tanti altri, conquisti il suo spazio nel mondo, alTermandosi dovunque, con forza». Arte e mercato glamour e impegno: sotto le palme della Croisette, ci sono soprattutto contraddizioni «Non temo il confronto conlaSchneider, che interpretò il ruolo prima di me» Il prossimo lavoro conTomatore Qui accanto Monica Bellucci con Gene Hackman in una scena di «Under suspicion».
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