IL CANTO DELLA CARTA di Marcello Veneziani

IL CANTO DELLA CARTA PERCHE INTERNET NON UCCIDERAI LIBRI IL CANTO DELLA CARTA Marcello Veneziani CARO Direttore, mi permetta un'osservazione su Internet. Quello che in questo momento avete tra le mani non è un giornale ma è un supporto cartaceo. Da quando siamo entrati nel cono imperativo di Internet, libri e giornali sono entrati in quella Specie di prepensionamento che li riduce al rango di supporti cartacei in via di quiescenza, al pari delle vecchie scartoffie dei burosauri, i polverosi archivi di fascicoli, le maledette montagne di documenti. La morte della burocrazia cartacea è cosa buona e giusta. L'uso di Internet e elei videocomputer è cosa benedetta (se dicessi il contrario, il personal su cui sto scrivendo si (àrebbe scuro in video). E non solo: sono uno di quelli che hanno pubblicato il loto ultimo libro prima su Internet e poi su carta e sto collaborando alla nascita eli un giornale su Internet. Non appartengo dunque alla romantica categoria dei letterati 22, nel senso della macchina da scrivere; non uso la civetteria del disprezzo \rrso le nuove tecnologie, sfoggiando snobistiche anticaglie eli compiaciuta (ire-istoria. No, \y:xò vi dico che non possiamo ridurre la vita e la comunicazione a un solo senso, seppure sovrano, la vista. Abbiamo bisogno degli altri sensi. Perché la comunicazione è sensoriale, anzi sensuale. I libri non sono solo esperienze visive, sono esperienze tattili, olfattive, e lievemente uditive. 'Ibccare un libro, averlo tra le mani, è un impareggiabile contatto con la fisicità della parola, quasi con la sua concretezza. E' un rapporto completo e concreto, non solo virtuale. Su carta, si sa, mba noti tolatil, anche se gli scripla manali sempre di meno, sia per la labilità dei materiali usati sia |)er la volatilità delle idee consumate. Ma [ht leggere ci vuole tatto; occorre toccare (forse qui tradisco un'impronta meridionale). I libri e i giornali hanno anche un odore, seppure ormai tenue rispetto all'età del piombo C della colla nella rilegatura. C'è una traccia olfattiva che ti rimane tra le mani e nelle narici; ma soprattutto i libri si permeano di vita, respirano i luoghi che li ospitano e si impregnano del genius loci che vi traspira. I libri sudano. Come i giornali s'ingialliscono al sole. Io per esempio ho molti miei libri irruvicliti e ispessiti nelle loro pagine dalla salsedine. Li ho letti al mare, a volte ci sono pure gli schizzi che disegnano sulle pagine cerchi di sale e dilatano qualche carattere. Sono libri vissuti, plasmati dalla vita, corpi callosi screziati da appunti in margine e sottolineature a volte tremanti perché solcate in treno, in aereo, a letto, a passeggio, su uno scoglio o tra le radici sconnesse di un albero. Ma sono libri ossigenati, a volte anche imbolsiti dall'ossido di carbonio, comunque fratelli e consorti dei nostri polmoni. A chi sa prestare l'ascolto, la carta canta, svolazzano i fogli, si imbizzarriscono al vento, suonano lievi armonie. In fondo si sente che quelle pagine sono figlie, nipoti di alberi. Fogli come foglie. R-rciò il video non può uccidere la carta, ma deve limitarne l'abuso, evitando lo sperpero d'alberi e carta superflua. Lasciate a Internet la comunicazione veloce, ma non appaltategli quella più calma del libro. Non chiamatelo perciò Supportò cartaceo. E' il video semmai il suo supporto erbaceo.