«Dormiamo nelle auto per paura del terremoto »

«Dormiamo nelle auto per paura del terremoto » «Dormiamo nelle auto per paura del terremoto » Tra gli sfollati di Utenza: trecento scosse in meno di un mese reportage Vincenzo Tessendo ri inviato a FAENZA ^g^UANDO si annuncia il creK Bpuscolo, è il momento peg^Bfcgiore. La città cambia vita, la cambia in peggio, perché le tenebre si portanometro la paura, gli accampamenti si popolano, qualcuno come un paio di assesso�ri prudenti corre fino alle colline di Bologna oppure alla costa, per�ché l�il terremoto non sembra poi cosi brutto. Qui in piazza d'Armi Roberta e Cristina sono puntuali, alle prime ombre. Amiche, lavora�no nell'industria della frutta. L'ima ha 34 anni ed è separata, l'altra ne ha 23 ed è fidanzata: ma sembrano due donne sole. Dice Cristina: «Il cielo è rosa, significa che arriva il terremoto. L'ho letto su un libro». E ti guarda come se cercasse una smentila: ma come fai a smentire un libro? E poi è inutile farsi illusioni, l'ha detto chiaro e tondo anche Roberto De Marco, direttore del servizio sismi�co nazionale. «Non possiamo pre�vedere se ci saranno altre scosse di intensità pari o simile a quelle finora registrate». Il fatto è che questa è una zona sismica, forse qualcuno se l'era dimenticato ma è così. «Questi sciami sismici non sono una novità ed è impensabile che finiscano all'improvviso. Cer�to, possono dare l'impressione di un crescendo, ma è sbagliata. Sia�mo al centro di una fascia ben definita». No, ripete, non c'è da preoccuparsi, ma la gente si preoc�cupa, eccome. Del resto, chissà quando verrà dimenticata la scos�sa che, alle 6 della sera dell'altroieri, ha colto un po' tutti di sorpresa perché una cos�forte non si era ancora sentita. Fra il 6" e il 7" della scala Mercalli, e ora De Mar�co, a chi gli chiede se ce ne saranno di peggiori, risponde che «non si può mai dire, ma in base all'espe�rienza passata», no, non dovrebbe�ro essercene. Le ombre dei palazzi si allunga�no e i cinque centri di raccolta cominciano a popolarsi. Di roulot�te, qualcuno tira su le tende. E poi le auto, che sono considerate un rifugio rassicurante. Famiglie inte�re, come quella che scende da una vecchia Tipo amaranto, con padre madre e tre figli. Parlano poco, per una forma di pudore, ti chiedono di non fare il loro nome, come se fosse una vergogna aver abbando�nato casa appena è scesa la notte che sarà, anche questa, di ordina�ria paura. La gente cerca un mini�mo di intimità, copre i finestrini e i parabrezza con fogli di giornale: per fortuna o^gi le auto hanno i sedili ribaltabili, dice ridendo un vecchio gentiluomo con i baffoni grigi. E poi, qui allo stadio, c'è anche «tutto il comfort possibile», scherza una donna sui 40, i capelli corti e gli occhi pesti, perché dor�mire si dorme poco. Ci sono i servizi, ci sono anche le docce. Insomma, ci si sente un po' protet�ti. Va avanti cos�dal 19 aprile e nessuno si sarebbe immaginato che quello fosse un maledetto mer�coled�in nero. Oltre 300 scosse, soprattutto di pomeriggio e di not�te, in una zona vasta della Roma�gna, fra Faenza, Forl�e l'Appenni�no. Faenza è ima città di circa 50 mila abitanti, ceramiche e agricol�tura: di giorno una scossa energi�ca, naturalmente, preoccupa, ma non è per quello che si abbandona il lavoro. La notte è diverso. «Le tre scosse di sabato ci hanno sve�glialo e nessuno ha ripreso son�no», ricorda Valeria Liverani, che è un'imprenditrice e abita all'ulti�mo piano dell'elegante palazzo Gessi, nel centro della città. «Il tavolo della sala da pranzo non finiva più di ballare». Ora, anche lei con l'arrivo della sera abbando�na il campo: da amici sulle colline di Castel San Pietro, presso Bolo�gna. Anche se costruite fra il Sette e l'Ottocento, dunque senza criteri antisismici, i vecchi palazzi del centro non si comportano male e Alberto D'Errico, responsabile dei servizi emergenza della Prolezio�ne Civile, accorso per un sopralluo�go, non ha il tono della voce allarmato quando dice che «le stnillure abitativo e di lavoro so�no buone, sono generalmente buo�ne. Cioè, nella generalità dei casi non sono quelle strutture arcaiche semifatiscenti». Ma ci sono anche quelle, inevitabilmente. Affittate senza scrupoli ai più disperali fra i disperati, gli extracomimilari. E di falli son loro, sopratlulto, a far statistica fra i 28 evacuali. Reggo�no bene anche le strutture pubbli�che: le scuole sono stale prudenlemenle chiuse per 48 ore, ma ieri barino riapertn i battenti. Si fa presto, però, a dire convive�re con il terremoto. Il fallo è che la gente ha lelleralmente saccheggia�lo gli scaffali delle farmacie; scom�parsi gli ansiolitici e le erboristerie hanno visto che la vendila dei tranquillanti omeopatici ha tocca�to vertici da primato; qualcuno si è presentalo al pronto soccorso, con il cuore che pareva fan) il matto: ma nessuno finora è stalo in condizioni tali da richiedere un ricovero. Si fa presto a dire convivere. Quando entra al CafTe Centrale, quel signore che pare un impiega�lo di concello, con il suo vestito grigio, la camicia biancha e la cravatta, butta li: «Bendondi l'ave�va dello che nel 2000 ci sarebbero state scosse fortissime...» e allude a Raflàele, illustre sismologo. Gli risjKinde uni] col farfallino e una borsa in mano: «1 tecnici non lo vogliono dire, ma sotto Faenza c'è un vulcano che si sia svegliando». Eppure, il sindaco Claudio Casadio, Ds, si affanna a ripetere quello che, almeno per il momento, è la pura verità: «Tutto è sotto control�lo, la genie non si dove allontana�re. Abbiamo fatto controllare gli edifici scolastici e poi gli esperti ci hanno assicuralo che la situazione non è preoccupante». Ma quel tale che ha appena mandalo giii un «espresso bollente con molto zuc�chero» sospira: «E' la fine del mondo! Arriva alle 7». Sicuro? «Magari alle IO...». Dalle farmacie sono andati a ruba gli ansiolitici Ma il sindaco: «Allarme inesistente»

Persone citate: Alberto D'errico, Claudio Casa, De Mar, Mercalli, Roberto De Marco, Valeria Liverani, Vincenzo Tessendo

Luoghi citati: Bologna, Faenza, Forlì