Secondo certe regole anche Cicerone sbagliava

Secondo certe regole anche Cicerone sbagliava TRADUZIONI Secondo certe regole anche Cicerone sbagliava UNA dello nuove frontiere della linguistica nella Scuo�la è rappresentata dal supe�ramento della lezione basala sul mero dato nozionistico legato al�l'infinita teoria nomenclativa di parti del discorso avulsa da ogni contesto, e troppo spesso dalla realtà doU'atto linguistico. Tale tribolazione normativa è però an�cora presente nella massima par�te delle grammatiche scolastiche con cui si affligono gli studenti a suon di regole e regolette spesso assurdo quanto poco utili. Chiunque abbia penato sui ban�chi avrà ben presente i fervorini somministrati, allo elementari co�me al ginnasio, sia sull'labluso dei sinonimi, per evitare di usare troppo spesso un tonnine nello stesso periodo o in periodi vicini; sia sulla pretesa impossibilità di principiare un periodo con il "ma" avversativo; sia su di un'ipotetica illiceità d'inserire una "virgola" davanti alla "e" congiunzione. E tra le follie non ultime, possiamo pensare al gran numero di balzane regole di traduzione, escogitate certo su basi arcane, per cui, in molti licei, fioccano le insufficienze. Eppure, ci sarebbe da doman�darsi se esìstano veramente que�ste panacee del testo non ripetiti�vo, dette sinonimi, o se essi non siano, spesso, piuttosto altro: iper o iponimi come nel caso di "calzature'' per "scarpe" e se il loro campo semantico (il significa�to! sia sempre identico e nei medesimi contesti. Si dovrebbe, anche, pensare cho persino un pedantissimo come Cicerone, se�condo certe regole, dovrebbe tor�nare alle elementari a causa del "sed" (il nostro "ma ", in latino) con cui inizia molte frasi. Giudicare, poi, errato, per esempio, tradurre "tenia pars ingentis oxercitus" con "la terza parte dell'ingente esercito", ritenendo corretta solo la forma "un terzo del grande esercito", pare solo una ingiusta amenità. II. qu.I

Persone citate: Cicerone