L'America Latina indica la via alla contaminazione di Ernesto Franco

L'America Latina indica la via alla contaminazione L'America Latina indica la via alla contaminazione NEL corso della seconda me�tà del Novecento il romanzo iberoamericano ha senza dubbio costituito uno degli ultimi fenomeni culturali ili vasta portata. Voglio dire che dalla fine degli Anni Cinquanta ai primissimi Ottanta abbiamo avuto dalle zone australi ed equatoriali opere che, singolarmente, sono state in grado di trasformare e reinterpretare una tradizione formale altrove assai languente e che, nel contempo, prese nel loro variegato insieme, hanno costituito, forse inventato, un tessuto simbolico e culturale capace di svelare agli altri, e cioè a noi, una parte del mondo e quindi un territorio che è diventalo imme�diatamente comune, condiviso, e che da vicino tutti ha riguardato. Questo avvenne, come è facile ricor�dare, nei modi e nei linguaggi più differenti e lontani; dalla reinven�zione del folklore a quella della teologia e della politica; dalle pro�vocazioni formali più cosmopolite alla riproposta di un impegno intel�lettuale nella politica tanto aurora�le quanto sentilo. Da Borges a Lezama Lima, da Neruda a Cortàzar, da Gabriel Garcia Marquez e Mario Vargas Llosa e Octavio Paz, quell'ultima genera�zione di scrittori e intellettuali ci diceva da punti di vista spesso lontani fra loro che con gli attrezzi della cultura si poteva dar voce al dissenso e alla rivolta e con le forme della poesia dar corpo al pensiero, alle idee e al dissenso. Anche se in libri troppo famosi venne descritto come un ennesimo prodotto dell'industria culturale, ([nell'evento della cultura fece mol�to di più che individuare un seg�mento del mercato: diede voci uni�versali e contemporanee a esperien�ze allrimenU destinale alla polvere degli archivi e delle statistiche. E' ingiusto voler ridurre un tale complesso di intenzioni a una for�mula e tuttavia non credo sia impossibile o del tutto incongruo iscrivere quell'esperienza storica sotto il segno generalissimo della contaminazione. In questo è costituita, fra l'altro, la modernità ancora oggi forte di quelle opero e di que�gli uomini, del loto pro�vare. Prima che diven�tasse questione di mu�nicipi pei il centro dell'Occidenie, l'idea della contamina�zione delle tradizioni e delle dilui�re aveva segnalo, ad un tempo, la lunga storia di ritardo del continen�te iberoamericano e la formula innovativa del suo essere oggetto preveggente le metamorfosi dell'in�tero mondo occidentale. Fra gli altri, se ne possono ricordate come sintomi un racconto di Cortàzar, una teoria di Alejo Carpentier e un ANErnFr paradosso di Octavio Paz. Nel racconto intitolato L'altro cielo, Cortàzar immagina una vi�cenda che si svolge nella Buenos Aires contemporanea e nella Parigi del secolo scorso. Al di là degli aspetti più o meno inquietanti del�la storia, il fantastico del racconto è dato dal fatto che eventi e perso�naggi dell'una e dell'altra città e dell'uno e dell'altro tempo si fondo�no attraverso «passages» che metto�no in comunicazione diretta e sen�za soluzioni di continuità Parigi e Buenos Aires, Otto e Novecento. E' come se Cortàzar ci dicesse che non il passato o il presente, ma quei «passages» sono il nostro territorio, il terreno che ci riguarda nell'emi�nenza del futuro che già ci tocca. Per questo sono perturbanti, fanta�stici, aperti al tentativo, al probabi�le. La teoria di Alejo Carpentier sceglie una metafora affine. Secon�do tale idea nulla si capirebbe della LISI sto co cultura iberoamericana se non la si intende come enciclopedia di «contesti)'. Contesti temporali: la metropo�li europea e, a fianco, la selva con i riti e i miti delle tribù; conte�sti politici: la dittatu�ra più crudele e primitiva a fianco delle costituzioni più avanzale e illuminate; contesti culturali: il folklore più regionalistico e il co�smopolitismo più sofisticato, le uni�versità di Città del Messico e l'anal�fabetismo del Messico; contesti, addirittura, culinari, e cos�via a continuare e declinare. Il paradosso, infine, di Octavio Paz e quello per cui vale la pena di domandarsi se esista o meno una letteratura iberoamericana, o me�glio ispanoamericana, in assenza di una lìngua distintiva e di tradi�zioni nazionali che effettivamente informino reali percorsi storici. La risposta, manco a dirlo, essendo che la vera identità della cultura e della letteratura ispanoamericana consiste proprio nel sapersi e voler�si erode di una molteplicità di lasciti e non di un solo pedigree. Se tale e stala la profezia incarnala dall'America Latina per il mondo che ci avviamo sempre più ad essere, vai forse la pena di doman�darsi che cosa ne rimanga oggi Mollo, parrebbe, a quantità, ma soprattutto sul piano consumabile a qualsiasi drugsioro della comuni�cazione. I Che Guevara guerrieri di guerriglia ridotti a intramontabili easy rider di candide quanto infini�te adolescenze, i bolero da viaggi organizzati, i rap in spanglish, le Patagonie ridotte a un cimitero di citazioni dalla letteratura di viag�giatori anglosassoni. Per non scen�dere alle fotografie della Poca o al turismo papale o sessuale. E' una letteratura che l'orse solo da poco, con autori come l'argentina Sylvia Iparraguirre, non ancora tradotta in italiano, ha smesso di fare il verso alla se stessa dell'altro ieri. Eppure voglio credere che questi siano solo fenomeni superficiali di ricezione, il modo cioè attraverso cui una cultura della neutralizza�zione tenta di difendersi da ciò che. in potenza almeno, è indifferente. L'America Latina può rimanere un forte laboratorio di provocazioni purché non scenda a patti con la propria immagine pubblicitaria, ma trovi nella sua storia le ragioni anche scomode attraverso cui esse�re contemporanea: si chiamino Chiapas o Castro, Rio o Buenos Aires, narcotraffico o corruzione, tango oTulum, Una delle ultime opere, meno fortunata di altre, che ha saputo interpretare il Continente e forse quella, intera, di Osvaldo Soriano, Soriano ha seniore usato i due linguaggi essenziali e molto ispano�americani della parodia e della nostalgia, centrali, fra l'altro, an�che nel tango dai cui versi riprende�va spesso i titoli dei propri libri. Si tratta di duo movimenti che alludo�no con insistenza al passato, senz'altro, ma ancor più. e in que�sto Osvaldo Soriano eccelleva, in�carnano la posizione di chi non è mai perfettamente organico, adeguaio, ed è quindi pronto a cogliere ciò cìie verrà, paradossalmente t,'so, proprio lui che sa la storia e le storie, a cogliere il futuro. Negli ultimi anni, dalla sua lezione narra liva sembra partire Rodrigo Fresan, autore di Esperanto, che co�struisce le sue architetture immagi�narie sulla base forte di una vivace memoria slorica. Solo cosi, forse, la Ietterai ma salita ancora parlarci anche degli eroi di cui non possia�mo fare a meno, come Maradona Senza essere bionda e obesa, come Maradona UN'ENCICLOPEDIA DI CONTESTI. DA BORGES A SORIANO: LA METROPOLI E LA SELVA, LA DITTATURA E LE COSTITUZIONI ILLUMINATE FOLKLORE REGIONALE E COSMOPOLITISMO ANALISI Ernesto Franco

Luoghi citati: America Latina, Buenos Aires, Città Del Messico, Messico, Parigi