L'Africa rimette sui binari a cultura occidentale di Claudio Gorlier
L'Africa rimette sui binari a cultura occidentale L'Africa rimette sui binari a cultura occidentale NON sembri strano ricorrere addirittura a una citazione dalla Storia Naturale di Pli�nio il Vecchio idKx Africa semper aliquid novi», dall'Africa giunge sempre qualcosa di nuovo) per introdurre alcuneriflessioni sul contributo sempre più ricco e vario che le letterature africane in lingue europee, specie l'inglese, stanno for�nendo da almeno cinquant'anni. Sta di fatto che il terreno di coltura del fenomeno è amico, proprio co�me le civiltà africane. Il paradosso risiede nel l'alto che le lelleralure africane (e non parliamo evidente�mente di quelle in lingue locali o delle tradizioni orali) si stanno pren�dendo una clamorosa rivincila pro�prio nei confronti dell'egemonia lin�guistica e di modelli imposta dal colonialismo occidentale, trasfor�mando a loro volta in egemonia la subalternità data per scontata dai vecchi padroni. Che il fenomeno di multiculturalità del cosiddetto postcolonialismo (termine che personal�mente non gradisco molto per il suo eccessivo carico sociologico), n mul�ticulturalismo o, come si tende piut�tosto a definire, dell'ibrido, sia più ampio nei Paesi africani di coloniz�zazione britannica è dovuto a un fattore tra il politicoe l'amministra�tivo. Si tratta della cosiddetta aindirect miei), quel potere indiretti). cioè, per il quale al potere stesso non corrispose un tentativo di assi�milazione culturaliin senso stretto, l'opposto della politica francese e portoghese. La mancata accultura�zione forzala ha consentilo e più che mai consente una rìelaborazione, o addirittura una reinvenzione degli apporti e ecco il gramsciani) passaggio dalla subalternità all'ege�monia in proprio un'autentica rivincita. Vogliamo un esempio cruciale, che riguarda il teatro? Pensiamo al caso vistoso del nigeriano Wole Soyinka, il primo Nobel africano. Nel suo teatro, da Ut strada a Le baccattii a Ut morte e il palafreniere del re (tutti pubblicati in ita�liano da Jàca Hook) coe�sistono e si combinano echi del team i elisabet liano, dei classici greci lEuripide). di Brecht, con l'oralità, il mito, la ritualità africana, mentre parola i d elementi musicali formano il tessu�to della rappresentazione. L' stato osservato da tempo che Soyinka, come altri drammaturghi africani, ha ridato vita a un genere virtual�mente scomparso in Occidente, ta tragedia. Consideriamo, invece, un genere d�evidente importazione occidenta�le come il romanzo. Si è discusso ANClaGo molto in Africa, e ancora se mdiscute alle volte un poco oziosa�mente, sulla legittimità e l'autono�mia della narrativa africana in lin�gua inglese. Sta di fatto che essa, a partire dal secondo dopoguerra, ha segnato traguardi di estrema com�plessità e originalità. A parte lo stesso Soyinka, pensiamo al kenia�no Ngugi wa Thiung'o ial più celebrali) di tutti, il nigeriano Chi�nua Achebe. Torneranno le nuvole devastatrici di Ngugi, Il crollo [due milioni di copie vendute finora in tutto il mondo) o La/reccia di Diodi Achebe, pubblicali in Italia essi pure da Jaca Hook, e quelli ili Achebe ristampali in introvabili Oscar Mondadori, l'ultimo con pre�fazione di chi scrivo, hanno pn-s. i le mosse dalla dimensione del roman�zo storico che può far pensai'a un debito nei confronti dell'Occidente, LISI dio er ma lo hanno rivoltato comiun guanto, sia sul piano della struttu�ra storia, non storici�smo sia su quello del linguaggio, anciic qui intriso di oralità, ili dimensione visuale (la maschera intesa come figurazione a unniparolai, di xi pienzalità proverbiale «1 proverbi», ha osservato con rara pregnanza Achebe, isono l'olio di coivo, nel quale si cuociono le parole per mangiarle L'africanità comporta pure la riscoperta della favola, tra realtà, mistero, magia 11 nigeriano Amos Tutuola, autore unico nel suo gene�re con II bevitore di vino iii palma (Adelphi) libro a lungo rifiutato da�gli editori inglesi e che trovo un patrono in Dylan Thomas, costitu�sce uno snudo esemplare con il suo inglese folgorantemente impuro, E in una chiave diversa ([ucsti elemen�ti sono siati ripresi dalle nuove generazioni, ad esempio dal ({uarantenne nigeriano Ben Okri, il cui n imanzoLa via della fame i Bompia�ni) costituisce uno dei vertici assolu�ti di romanzo sospeso tra realtà, sogno, magia. L'incrocio culturale raggiunge un caso limite in Sud Africa, più ancora che con Nadine GordimerconJ M CoetzeeeAndré Brìnk Qui l'inglese fa i conti con la vecchia matrice delloa/ritauiris, e la contaminazione spesso vertiginosa comporta l'espressione di un'identi�tà africana da parte di scritturi bianchi, eredi ultimi dei conquista�tori boni, mentre a loro si affianca�no, ma non si apparentano, gli autori indigeni. Gli africani dei Pae�si francofoni e lusofoni sono arriva�ti a conquistare una loro fisionomia precisa più laboriosamente, La «negrìtudine», il concetto divenuto ca�nonico a partire dall'ormai leggen�dario Léopold Sedar Senghor, par tendo dal Senegal, aveva dopi) unto un debito francese, e non a caso vide in Jean-Paul Saure uno dei suoi punti di riferimento. Ma la conquista spessa tormentosa e sui�ti) cem asp-'iti più intellettualisti�ca, rispetto agli autori anglofoni, di un affrancamento e di una nuova creatività svincolata dai modelli ha proceduto irresistibilmente. A palle l'impegno sociale del senegalese Sembène Ousmane Idi cui le Edizioni Lavoro hanno offerto qualche testo), datosi poi alla regia cinematografica, von-.scegliere per il significato davvero emblema lieo del suo titolo, un solo esempli L'ambigua avventura, un romanzo di im altro senegalese, Cheek Hamidou Kanc. II romanzo ledilo in Italia da Jaca Bookl già fin dal titolo rivela un conflitto triplice: l'eredità islamica, l'urto dell'influenza euro�pea a livello letterario e ideologico, dal modello capitalista all'alternati va marxista, l'animismo intrinsei a mente africano, Davvero il nocciolo dell'incrocio multiculturale alena no, la sua sfida, la sua unicità, le sue inquietudini costituiscono un'av�ventura ambigua dalle mille Ian e II tempo, lo spazio, il lingua,'/.. potrebbero essere tre punti diiave a sanzionalil'essenza della cultura africana di oggi. Nel loro definirsi, essi hanno esorcizzato, oltre che sfidato, quelli che Soyinka ha defini io "gli spasmi Intellettuali» della cultura occidentale, paragonandoli a un treno a vapore clic, caricatosi di nuova merce ad ogni istazione suburbana», ha poi finito per dera gliare L'Africa lo ha rimesso su binari nuovi, per riprendere un viaggio, un (altro» viaggio. CE' CHI, COME SOYINKA, HA RIDATO VITA A UN GENERE DA NOI VIRTUALMENTE SCOMPARSO, LA TRAGEDIA. E CHI HA RISCOPERTO LA FAVOLA E (RIVOLTANDOLO) IL ROMANZO STORICO ANALISI Claudio Gorlier
Luoghi citati: Africa, Italia, Sud Africa
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