DI TUTTI I COLORI di Gianni Riotta
DI TUTTI I COLORI DI TUTTI I COLORI IL PERCORSO Gianni Riotta N Smoke Bellew, uno dei libri meno noti di Jack London, il protagonista (nella prima traduzione definito Fumo Bellew) deci�de di imparare il metodo con cui gli indiani d'Ameri�ca trasportano i pacchi pe�santi, durante la corsa al�l'oro. Si illude di potere fare percorsi brevi e brevi soste, per scoprirsi presto senza fiato, distrutto. Dopo fatiche e osservazioni, ap�prende che lunghi tratti di cammino per i sentieri, pie�gati sotto il carico, e lunghe soste davanti a un fuoco e a un pasto rifocillatore, sono il segreto delle incredibili marce degli indigeni. Da allora il bianco Smoke Bel�lew cammina a lungo e poi a lungo si riposa. Gli indige�ni, in silenzio, gli mostrano il proprio apprezzamento. E' l'essenza del multicul�turalismo, della multietnicità, cui la Fiera del Libro di Torino dedica le proprie, avvincenti, giornate. An�drea Camilleri che, in sici�liano stretto coniugato se�condo il canone Simenon ma con rigore purista italia�no, cattura l'attenzione di mezzo mondo. George Stei�ner, nei cui libri perdete l'orientamento: Italia? mondo ebraico? anglosasso�ne? tedesco? I modi di Naipaul, tra India e Africa e eleganze europee. 1 tempi di Edward Said, arabo, cri�stiano, studioso di inglese. E Walcotl? Odisseo nei Caraibi. E il grande, perduto, Brodskij, veneziano, russo, ebreo, da dove veniva quan�do leggeva Dante nel gulag? Molti temono, nel nostro tempo, la perdita di identi�tà. Sono i parrucconi che difendono il latino nelle accademie. Sono i seguaci di Haider, in calotte di cuoio. Sono i ragazzi e le ragazze colorate che tirano sassi a Seattle. Sono i neo�nazisti d'America e i Talebani afghani. Gente perbe�ne e malfattori, colti e ignoranti, ricchi e poveri, uniti solo da un obiettivo. Difendere il proprio essere nell'epoca globale di Inter�net e dintorni. Noi, e crediamo anche Ernesto Ferrerò e gli altri organizzatori della kermes�se torinese, non siamo nella falange di coloro che temono per la propria iden�tità nel 2000. Tutto al con�trario. Siamo affascinati, stregati, incantati da un mondo dove il rap, la musi�ca dei ghetti poveri d'Ame�rica, è diffusa in Giappone. Dove la cucina è davvero globale e il nostro Carlin Petrini di Slow Food è accol�to a Pechino con la stessa gloria con cui è stato accol�to il fast food di McDo�nald's. Un saggio brillante, pre�sto invecchiato, predicava lo scontro tra le civiltà, e un pamphlet bizzarro lo scontro tra Jihad, la guerra santa e il mondo omogeneo del fast food. Trattasi di bubbole: colte, patinate, diffuse online, ma vere, chiare, bubbole a 24 carati. Lo scontro culturale del monde di o^gi, di cui le giornate torinesi saranno teatro vivo, è tra due diver�se concezioni della vita e della cultura. Tra chi vede nella propria identità un diamante freddo e inflessi�bile, da difendere a tutti i costi, e chi invece è dispo�sto a perdere un'oncia, a contaminarlo, mischiarlo, arricchirlo, per integrarsi e rafforzarsi nella congerie del pianeta. E bello che sia Torino a ospitare questo dibattito: perché di tutte le nostre città Torino è certo quella che di più, e più drammati�camente, si sta battendo per diventare capitale mul�tietnica, ma senza smarrir�si, senza perdere il passato. Un Iuojjo bizzarro, magico, dove ci sono già scrittori italiani di etnie lontane, e dove, tra non troppi anni, sentirete un arabo, un cin�galese, un filippino, bere un bicerin lagnandosi pia�no «Non ti pare che la vecchia Torino sia ormai perduta, neh?». giannlriottaOj lastampa.it Lingue e letterature, idee e costumi si incrociano e si scontrano nella società multietnica: è il tema conduttore de la Fiera de ibro, da oggi a luned�al Lingotto di Torino. Oltre 800 editori, autori e lettori insieme per un confronto culturale e una grande festa popolare rapporto deirOccidente con il mondo arabo, l'Africa nera, Asia e America Latina I futuro del libro nel secolo della new economy e di Internet, nuovo villaggio globale .or :onl
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