«Socrate» di Proietti Peccato il microfono di Masolino D'amico
«Socrate» di Proietti Peccato il microfono «Socrate» di Proietti Peccato il microfono Masolino d'Amico MILANO Ingiustamente accusato di delitti impalpabili empietà, corruzione dei giovani, diffusione di idee pericolose Socrate h sialo con�dannalo ii bere la cicuta, ma nessuno si aspetta che la condan�na venga (isng.uiia davvero; i suoi amici, per esempio, hanno pronto un piano di fuga, o IIautorità sono disposti; a chiudere un oc�chio. La stessa condanna o stala pronunciata, a maggioranza (2(i() giudici popolari su 500), soprattut�to per l'ostinazione del filosofo a spiegarsi senza presentare qual�che tipo di scusa. Ora però Socrate vuole che la giustizia seguii il suo corso. Da un lato sostiene che bisogna rispettare la legge anche quando questa sbaglia; dall'altro intende approfittare dell'occasio�no pei liberarsi del corpo, un impaccio continuo con le sue ma�lattie, con la necessità di nutrirlo e di procurargli piaceri e verifica�re se vi sia un'esistenza più alta e più pura. La morte, teorizza, è l'approdo ideale del saggio. Intitolalo, appunto, «Socrate», il racconto della line del giusto, che Vincenzo Cerami ha tratto da più fonti e che Gigi Proietti ha sontuosamente allestito come re�gista olire che aiiliirevolmeiite interpretato, si articola in due parli. Nella prima, dove un vec�chio cinico carceriere fa da trait. d'union ai vari episodi, Socrate e in carcere e riceve la visita della moglie, che in apertura ha invano tentato di protestare con le autori�tà (in questa lettura Santippe e una donna energica, con ben poco della megera consegnata alla tra�dizione), poi degli amici che vo�gliono farlo evadere, poi dei suoi accusatori. Da ultimo avendo as�sunto il veleno di propria iniziati�va muore discutendo serenamen�te coi suoi allievi. Nella seconda parte, 60' come la prima, abbiamo una sorla di replay, nel senso che il carceriere rievoca il processo dopo qualche tempo, quando So�crate è sialo ufficialmente riabili�tato, e i suoi accusatori, condanna li a loro volta. Il filosofo ribadisce la propriii curiosità e programma�tica incertezza su tutto, opponen�dola alla determinazione con cui i suoi concittadini si aggrappano ai luoghi comuni in cui credono di credere. Gran parte dei suoi argo�menti li avevamo già sentiti e anche la conclusione e a questo punto scontata, ma la monotonia e interrotta da un gioiello, l'inser�zione di un brano delle ((Nuvole» di Aristofane, violentemente diffa�matorio contro Socrate; comicità volgare da avanspettacolo, recita�la da Proietti e dalla sua spalili Massimo Bagliani con un brio irresistibile. Sontuoso allestimento, si dice�va. Per la parte visiva Quirino Conti, autore di scene e coslumi, si è rifatto agli archetipi romanti�ci della nostra rivisitazione del mondo greco, l'ambiente e infatti un'immensa sala come di musco ottocentesco, con qualche bianca statua, in particolare citando, in�grandito, un bassorilievo di quelli predali da Lord Klgin al Parteno�ne. A eccezione dei discepoli, in bianco comi; Socrate, gli uomini sono in seta nera, come personag�gi di Kaspar David Friedrich, e il vnniilo di Santippe; (Martina Car�pi) come spiega Comi stesso ne p.'plica uno portato da Ileana di Romania nel 1070, presumibil�mente in una occasione luttuosa. Un quintetto d'archi suona grade�volissime musiche di Nicola Pio�vani, malinconiche india prima parte, arguto nella seconda, quan�do accompagnano il grande nume�ro aristofanesco. Ai numerosi comprimari sono date poche occa�sioni per distinguersi, essendo questo uno di quei testi, come la «Giovanna al rogo» di Honegger, a senso unico, con tutte le battute vincenti appannaggio di uno solo; in ogni caso ò stalo mollo applau�dilo Umberto Ceriani come il lo�quace carcoriero. Dal canto suo iH Socrate di Proietti dice cose non invecchiate sul consumismo, sul conformismo, sull'importanza del senso civico; particolarmente tempestiva appare la confutazio�ne dell'aigomento secondo cui se un comportamento illegale e con�diviso dai più, bisogna adeguarvi�si. L'ironia, la grazia, il tempismo dell'alloro erano noli e hanno avuto unii superba conferma. Ter�ribile solo notare come la sua splendida voce abbili dovuto ser�virsi di un microfono appiccicato sulla guancia: lo scandalo del teatro Giorgio Struhler non sono i miliardi in più che è costato,^ni« questo. Pubblico chi grande even�to (Cesare Romiti, Ornella Vammi, Rosellin;i Archinto...) e trionfo per l'attore-regista, per l'autore e per gli altri. Fino al 4 giugno.
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