STEINER un libro cambia la vita

STEINER un libro cambia la vita Tra libertà e censura, carta e Internet, parole e amore: il discorso del critico che ha inaugurato la Fiera del Lingotto STEINER un libro cambia la vita TORINO. «La sua idea di poeta ò quella di un pastore dell'essere, colui che sa eticamente e si batte per strappare l'uraanitè alla morte», ha dello Ernesto Ferrerò, direttore della Fiera del Libro, presentando George Steiner che, ieri scrii all'Audiiorium del Lingotto, ha inaugurato la manifestazione (pubblichiamo qui la sua prolu�sione). Sofocle, Danto, Goethe, Hòlderlin, Tolstoj, Kafka, Rilke sono i nomi cui più spesso fa riferìmento Steiner, E Ferrerò ha detto: «Ai loro aggiungiamo il suo, vero erede di Benjamiiin. Nato noi 1929 da famiglia ebrea, vissuto a Vienna, poi fuggito a Parigi e negli Slati Uniti, professore a Cambridge e Ginevra, Steiner e autore di saggi notissimi e clamoros i come Dopo liuhelf e romanzi come l�correttore o II processo di San Cristobal (trasposto anchet in versione teatrale) con imputato Adolf Hitler Dopo il suo intervento, etniciti^ e dialogo, hanno riempilo la sala con Danieli? Sepe BArt Ensemble ofSoccavo, musica tanto mista quanto gradevole, Steiner sarà ancora alla Fiera domenica 14 per una tavola rotonda sulla difesa dei classici. George Steiner CHI brucia i libri, chi mette al bando e uccide i poeti, sa perfettamente quello che sta facendo. Il potere indeI terminato dei libri è incal�colabile. Indeterminato perché lo stesso libro, la stessa pagina, può esercitare effetti totalmente dispa�rati sui lettori. Può esaltare o avvili�re; sedurre o respingere; incitare alla virtù o alle barbarie; può valo�rizzare la sensibilità o banalizzar�la. E la cosa più sconcertante è che può ottenere entrambi gli effetti, quasi allo stesso momento, in una risposta impulsiva cos�complessa, cos�mutevole e ibrida, che non esiste ermeneutica, né psicologia che possa predime o calcolarne la forza. In periodi diversi della vita del lettore, lo stesso libro suscita riflessi del tutto diversi. Non v'è fenomenologia più complessa del�l'esperienza umana di quella che caratterizza gli incontri fra il testo e la ricezione, tra, come osservò Dante, i modi del linguaggio che superano la nostra comprensione e livelli di comprensione rispetto ai quali il linguaggio è inadeguato: «la debilitate de lo 'ntelleto eia cortez�za del nostro parlare». Ma in que�sto dialogo sempre imperfetto soltanto ilibri effimeri e opportuni�stici possono mai essere compresi definitivamente, possono mai esse�re esauriti delle loro potenzialità di significato può annidarsi una sollecitazione alla violenza, all'in�tolleranza, all'aggressione politica e sociale. «L'unico scrittore che a lutti noi soprawiverà», disse Sar�tre, «è Celine», Esiste una pornogra�fia della teoretica, della analitica cos�come dell'allusione sessuale. Alcune citazioni dai cosiddetti libri «rivelali» il Libro di Giosuè, la Lettera di San Paolo ai romani, il Corano, Mein Kampf, il Libretto rosso di Mao sono il preludio e la giustificazione del massacro. La tolleranza, il compromesso giaccio�no in un contesto di immensità. L'odio, l'irrazionalità, la libido del potere, si leggono rapidamente. Il contesto evapora nella violenza dell'acquiescenza. Di qui il dilem�ma, estremamente preoccupante, problematico, della censura. E' un'ipocrisia liberale dubitare che i libri, i testi, i periodici, eccitino la sessualità, che essi possano condur�re direttamente alla mimesis, alla «imitatio», dando a impulsi prece�dentemente vaghi e maslurbalori una terribile concretezza e bisogno di realizzazione. Quale apologia libertaria si può avanzare per l'inondazione di letteratura erotica sadistica che oggi sommerge le librerie, le edicole, la rete telemali�ca di Intemet? Quale difesa si può sostenere di una letteratura pro�grammaticamente basata sull'abu�so dei minori, sull'odio razziale, e su una criminalità bieca, letteratu�ra che oggi ci martella orecchie, occhi e coscienze? I mondi del cyberspazio e della realtà virtuale saranno saturati da pseudo autore�voli programmi grafici che suggeri�scono 0 forniscono validi esempi di brutalità verso altri esseri umani, verso noi stessi (la ricezione, il godimento del «trash» è un'automu�tilazione dello spirito). Vuol dire forse che l'ideale platonico della censura è completamente sbaglia�to? D'altra parte, però, i libri costi�tuiscono la «password» per diventa�re migliori di quello che siamo. La capacità di provocare questa tra�scendenza è stata oggetto di inter�minabili discussioni, allegorie, de�costruzioni. Le implicazioni meta�foriche dell'icona ellenico-ebraica del «Libro della vita», del «Libro della rivelazione», basate sull'iden�tificazione della divinità con il «Lo, jos», sono millenarie e illimitate. I ibri furono i messaggeri e i testimo�ni dei «rendez-vous» dell'uomo con Dio sin dagli antichi Sumeri. Essi svolsero le funzioni di corrieri d'amore ben prima di Catullo. In particolare, i libri e le opere d'arte incarnarono la finzione suprema di una possibile vittoria sulla morte. Gli scrittori potevano morire, ma le loro opere, più solide del bronzo, più durevoli del marmo, gli sareb�bero sopravvissute: «aere perennius... exegi monumentum». La «polis» che Pindaro celebra perirà; il linguaggio in cui il poeta canta la sua odo potrà estinguersi e diventa�re indecifrabile. Ma attraverso la pergamena, attraverso l'elisir della traduzione, l'ode pindarica soprav�viverà; continuerà ad essere canta�ta dalle labbra lacerate di Orfeo mentre la testa morta del poeta viene sospinta dalla corrente del fiume verso la terra della rimem�branza. Uno sbaglio tipografico può essere reso immorta e (tradu�cendo Villon, Thomas Nashe aveva scritto: «a brightness falls from ber hair»; lo stampatore elisabettiano fraintese e scrisse: «a brightness falls from the air» che divenne poi uno dei versi memorabili della xwsia inglese!!. L'incontro con il ibro che ci cambierà la vita, cos�come con l'uomo o la donna che, spesso in un istante di inconsapevo�le riconoscimento, cambierà le no�stre vile, può essere del tutto acci�dentale. Il testo che ci convertirà ad una fede, che ci farà aderire ad una ideologia, che darà alla nostra esistenza uno scopo e un principio, duo essere rimasto esposto in una ibreria di seconda mano, o in un remainder, o nella vetrina di una libreria. Può anche essere rimasto, pieno di polvere e sconosciuto, sullo scaffale di una biblioteca «ac�canto» al volume su cui stavamo al momento lavorando. Una astrusità acustica sulla copertina usurata può aver attratto l'occhio: Zuraf/nr srra, WestOstlicher Divari, Moby Dick, Horcynus Orca. Fintanto che un testo sopravvive, da qualche parte su questa terra, in un silenzio per quanto sia ininterrotto, esso è suscettibile di resurrezione. Come Walter Benjamin ci ha insegnalo, come Borges ha reso mitico, un libro autentico non è mai impazien�te. Può aspellare dei secoli per risvegliare un'eco vitale. Può esse�re un offerta a metà prezzo su una bancarella della stazione, come fu per me il primo Celan in cui mi imbattei e che per caso aprii. Da quel particolare e fortuito momen�to, la mia vita si trasformò e cercai di imparare «a language north of the future». Questa trasformazione è dialettica. Le sue parabole sono quelle dell'Annunciazione e del�l'Epifania. Quanto poco sappiamo della genesi della creazione letterarial Virtualmente noi non abbiamo accesso alla possibile neuro-chimi�ca dell'atto e del processo immagi�nativo. Persino la stesura più grez�za di una poesia costituisce già una fase avanzata nel viaggio verso l'articolazione e il genere performa�tivo. Il crepuscolo, l'albeggiare e le pressioni nel subconscio all'espres�sione sono quasi impercettibili per noi. Mi spiego meglio: come è possibile che i segni su una tavola d'argilla, i tratti di penna o matita spesso a malapena leggibili su un brandello di fragile carta, debbano costituire una «persona» una Bea�trice, un Falstaff, un'Anna Karenina la cui sostanza per innumere�voli lettori 0 spettatori eccede, nel�la sua «realtà», nella sua presenza fenomenica, nella sua longevità personificala e sociale, la vita stes�sa? (L'enigma della «persona» fitti�zia, più vivida, più complessa del�l'esistenza del suo creatore e del suo destinatario quale uomo o donna è bello come Elena, compli�cato come Amleto, e indimenticabi�le come Emma Bovary? è la questione centrale, più difficile, della poetica e della psicologia). La similitudine classica è slata quella della creazione divina, di Dio che crea il mondo e l'uomo. In maniera più o meno esplicita, il grande .scrittore o l'artista e sialo consideralo come un simulacro del «fiat» divino. Spesso l'artista si è sentilo come un rivale implacabile o amorevole, come un concorrente nell'atto dell'invenzione e della rap�presentazione. Per Tolstoj Dio era «l'altro orso nella foresta», da af�frontare e con cui lottare. La slessa metafora dell'aspirazione», antica come le Muse e il respiro di Dio nella voce dell'indovino o del profe�ta, è un tentativo di dare una spiegazione razionale alle relazioni mimetiche tra sovrannaturale e «poiesis» umana. Con una differen�za fondamentale. Il problema della creazione divina «ex nihilo» è stato dibaituto in ogni principale teolo�gia e narrazione mitologica del mistero delle origini («incipit»). Anche il più grande scrittore entra nella dimora del linguaggio che gli pre-esiste. Egli può, entro dei limili mollo ristretti, coniare neologismi; può, come Pascoli, cer�care di inspirare nuova vita in parole e persino in lingue «morte». E tuttavia non crea la sua poesia, il suo dramma, o il suo romanzo dal nulla. In teoria, ogni lesto lettera�rio immaginabile è già potenzial�mente presente nel linguaggio (di qui la fantasia di Borges della biblioteca totale di Babele). Nondi�meno, la nostra conoscenza dell'al�chimia della selezione, della foneti�ca, dell'allineamento grammatica�le e semantico che produce la poe�sia duratura, la «dramalis persona» del dramma o del romanzo che resiste al tempo è prossima al nulla. E con il graduale abbandono, oggi, della similitudine della crea�zione divina, del «concetto» di ispi�razione soprannaturale, la nostra ignoranza non fa che approfondir�si. Sull'altro versante didia dialetti�ca, le questioni sollevano altrettan�te perplessità, Qual è, precisamen�te, lo stallilo ontologico di una poesia odi un romanzo non letto, d�un dramma mai rappresentato? Forse che la ricezioni, anche quan�do lungamente rimandata, anche quando esercitata da unii minoran�za esoterica, è indispensabile alla vita del testo? E se cosi fosse, in che mudo'' La nozione di lettura come processo radicalmente o illaborativoe intuitivamente convincente. Il lettore alleino «lavora insieme» allo scrittore. Capire un testo, «illu�strarlo» nei termini della nostra immaginazione, della nostra me�moria, della nostra rapprc sentazione associativa e. nell'anxbito dello nostre capacità individuali, equiva�lente a «ricrearlo». I pm grandi lettori di Sofocle o Shakespeare sono gli attori e i produttori che restituiscono lille parole l'esperien�za vissuta. Imparare un Lesto ,i memoria significa incontrarlo ,i metà stradii nel meraviglioso viag�gio del venire ad essere. Nel corso di una «lecture bien fatte» IPéguy), il lettole si tramuta in qualcosa di paradossale, un'eco che non solo riflette il testo ma anche vi rispon�de con le proprie percezioni, biso�gni e slide Cosi la nostra intimità con il libro e marcatamente dialetti�ca i reciproca: noi leggiamo il libro ma, forse, a un livello più profondo, ■•il libro legge noi». Eppure, .1 cosa è dovuta la natu�ra arbitraria e semini' controversa di questa inlimita? 1 testi che ci trasformano possono essere, dal ininto di visti! sia formale sm storico, «banali» Cosi come attraverso una canzonetta della musici leggera. un giallo, un romanzetto, l'eìtìmero può balzare alla nostra co�scienza e scavarci nel profondo. Il criterio di ciò che è essenziale varia da individuo a individuo, da cultu�ra a cultura, da una stagione del�l'esistenza ad un'altra Ci sono testi fondamentali nell'adolescenza che divengono successivamente illeggi�bili. Ci sono lesti improvvisamente riscoperti nel canone educativo e nella vita privala. La chimici del gusto, dell ossessione e del rifililo e altrettanto inusuale ed elusiva quanto l'estetica stessa della crea�zioni'. Individui che in patii1 condi�vidono la stessa provemenza, sensi�bilità e ideologia possono l'uno amari' un libro che l'altro detesta e l'uno ritenere kitsch quello che l'altro ritiene essere un capolavoro. Coleridge parlò degli «atomi adun�chi» della coscienza che si intercon netlono in modi che non siamo in grado di calcolare, Goethe fece riferimento alle «affinila elettive» ma queste non sono che immagini. Le complicità ira lo scrittore e il lettore, tra il libro e la lettura, sono altrettanto imprevedibili, misterio�se, e suscettibili di mutamento quanto quelle dell'eros. O, forse, dell'odio. Vi sono infatti libri che ci hanno trasformato, libri indimenti�cabili, che uno finisce per odiare Inon posso sopportare in teatro né insegnare l'Otello di Shakespeare, eppure ritengo che la versione di Verdi sia, sotto molti aspetti, il più coerente e umano miracolo). Il paradosso dell'eco vitale tra libro e lettore, il fondamentale scambio di fiducia reciproci», dipen�de da certi' condizioni storiche e sociali. Quello che ho cercalo di definire nel mio lavoro come «l'atto classico della leu ura» richiede con�dizioni di silenzio, privacy, istruzio�ne e concentrazione In assenza di queste condizioni, una lettura se�ria, una risposta al libro die sia anche una presa di «responsabili! là», non può avvenire Leggere, nel senso vero, una pagma di Kant, una poesia di Leopardi, un capitolo di Proust, significa assicurarsi spazi di silenzio, tutela della privacy e un ceno livello di istruzione linguisti�ca e storica Significa anche avere libero accesso agli strumenti della comprensione come dizionari, grammatiche e studi storico-criti�ci. Dai tempi dell'Accademia nel�l'Atene classica fino, grosso modo, alla mela del ventesimo secolo, un simile accesso ha costituito la defi�nizione stessa di cultura In misura maggiore o minore, è sempre stato il privilegio, la gioia e il dovere di un'elite. Dalla biblioteca di Alessan�dria allo studio di San Gerolamo, dalia torre di Montaigne allo scrit�toio di Karl Marx al British Museum. le arti della coiiceiura/.ione ciò che Malebranche defin�«la de�vozione naturale dell'anima» so�no State fondamentali per la vita del libro. E' un'ovvietà dire che queste arti sono oggi m pane logorate: e che sono diventate più e più un mestiere accademico specializzata Il mondo occidentale è invaso dal rumore. Più dell'80 per cento degli adolescenti americani «non è in grado" di leggere in silenzio: devo no avere un soltofondo di musica più o meno amplificata l-a privacy la solitudine che permeile un incon irò in profondità tra tesine ricezio�ne, tra panila scritta e spinto, è oggi un'eccentrica singolarità, psicologicamenle e socialmente su spetta Non c'è bisogno che mi soffermi sul collasso della nostra istruzione secondaria, sul suo di�sprezzo per l'insegnamento classi co e per l'esercizio della menu i a Tanto vi è nelle nostre scuole oggi una «forma di rimozione program�mata Similinenie, il formato stessa del lihm la struttura dei diritti d'autore, dell'editoria tradizionale e della distribuzione libraria stan�no subendo, come voi sapete me�glio di me, una trasformazione rivoluzionaria E' già possibile per gli autori raggiungere i propri letto�ri direttamente su Internet, e chic dere ad essi di entrare in comunica�zione diretta (l'ultimo romanzo di John Uixiike e stalo «pubbli. in questo modo), disi pure, più e più libri vengono letti «on line» sullo schermo del computer o oniinati in rete. Ottanta milioni di volumi alla Biblioteca del Congressodi Washington sono ora disponi�bili (in maniera esclusiva?) elettro�nicamente «Nessuno», per quanto ben informato, può prevedere cosa accadrà ai concetto di autore, di testo ili leu ura individuale. Senza dubbio, questi sviluppi sono estre�mamente stimolanti. Implicano fondamentali emancipazioni eco�nomiche e opportunità sociali. Ma allo stesso tempo comportano an�che perdite profonde. Libri scritti, curali, pubblicati e comperati «nel vecchio siile» finiranno fier appar�tenere sempre di più alle «belles lettres», a ciò che i tedeschi perico�losamente chiamano «Untenialtungsliteratun Sempre più la scienza, l'infonnazione e la conoscenza di ogni tipo saranno trasmesse, me�morizzale e trasferite attraverso mezzi elettronici. Uuelle che sono già grandi incrinature nella nostra cultura e nella nostra istruzione si allargheranno. Ecco l'estrema imponanza di questa Fiera, di questo festival della lettura nell'orgogliosa città di Alfieri e di Nietzsche, ili Pavese e di Primo Levi. Abbiamo più che mai bisogno di libri, ma anche loro hanno bisogno di noi. Qual più bel privilegio di porci al loro servizio? WK^M n Il critico George Steiner, che ha inaugurato ieri sera la Fiera del Libro 2000 L S i 1 y ^v-U r ' ■-.i Wl i Alcuni dei protagonisti della Fiera del Libro di Tonno, da sinistra Andrea Camillcri (oggi incontra Gianni Riotta, ore 2 I, Sala Azzurrai, il linguista-ministro Tullio Do Mauro (il primo dei dibattiti cui partecipa e oggi, alle I 4.30, Sala Blu), Dacia Maraini (domani, ore 18. Sala Azzurra), il premio Nobel Dcrek Walcott (sabato, ore 1 8, Sala Gialla), lo storico Eric Hobsbawm (domani, ore I 8, Sala Gialla), l'attore Paolo Rossi (protagonista domani, sabato e domenica sera con il suo spettacolo .Romeo andjuliet», tratto da Shakespeare, ore 2 I. Sala Gialla). Per cinque giorni poeti e giallisti, comici e filosofi, lingue e letterature, idee e costumi, si incrociano al Lingotto, con ia partecipazione di 800 editori

Luoghi citati: Atene, Cambridge, Ginevra, Parigi, San Paolo, Slati Uniti, Torino, Vienna, Washington