Ci si mette anche Eriksson
Ci si mette anche Eriksson Ci si mette anche Eriksson «Moggi non può dire ciao a Cragnotti» Piero Serantoni ROMA La Juve è nel mirino e la Lazio spara. Domenica Cragnotti, ieri Eriksson, oggi Mancini. Due giorni di silenzio hanno dato una carica inaspettata a un tecnico spesso accu�sato di essere troppo arrendevole. Questa volta ne ha per tutta la Juve: dalla società a Moggi, da Ancelotti a Conte per concludere con una battu�ta-insinuazione su Perugia-Juve di domenica. Non fa nomi, ma indovi�narli è facile. Attacca Eriksson: «Sono deluso. Da sempre ho ammirato lo stile della Juve e della famiglia Agnelli: dopo quello che ho ascoltato e visto in questi giorni devo dire che quello stile non c'è più. Mi amareggia non aver sentito i dirigenti bianconeri ammettere che l'arbitro aveva sba�gliato. Cos�si cade in errore due volte. Non me l'aspettavo. Significa che manca l'umiltà, la virtù dei forti che in casa bianconera c'è sempre stata. Invece hanno parlalo della mancata espulsione di Almeyda con�tro la Juve, del rigore non dato al Bologna; e poi non ci si rivolge cosi, con un ciao, al mio presidente Cra�gnotti. Ne sono rimasto colpito e dispiaciuto». Impossibile non indivi�duare nel «reo» la figura di Moggi. Marchegiani luned�ha usato l'espressione «scudetto usurpato», al tecnico la parola non piace: «Dico solo che siamo stati sfortunati come lo scorso anno a Firenze. Nonostan�te tutto io sono ottimista: PerugiaJuventus sarà una partila vera. Deve esserlo, è sotto gli occhi di tutto il mondo. Abbiamo perso per Ire anni di fila lo scudetto, ma sia io che la società dobbiamo credere in questo progetto. La mia conferma? Sto lavorando anche per la prossima stagione: poi nel calcio tutto può cambiare. Io da Roma non me ne vado, a meno che non sia la società a mandarmi via. Dopo quello che ho detto non potrò mai allenare la Juve? Pazienza, sto mollo tene qui, in una grande società». L'eco di quanto è avvenuto a Torino è arrivato anche in Svezia, ed Eriksson riferisce una battuta del padre che ha dotto: «Ora spero proprio che qui si vendano poche Fiat». Sull'arbitro De Santis il tecni�co pare rassegnalo: «Forse starà un po' a casa, ma mi aspetto di riveder�lo presto in campo». Chi non crede più alla rimonta laziale sono proprio i tifosi biancazzurri. Per domani è annunciato un sit-in di protesta davanti alla sede della Federcalcio. Domenica, sem�pre da via Allegri, partirà un corteo funebre che attraverserà Roma per arrivare all'Olimpico. E nel primo quarto d'ora di Lazio-Reggina, an�nuncia il gruppo degli «Irriducibili», la curva Nord sarà vuota.
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