UN DOLLARO PER ELIÁN di Enrico Singer

UN DOLLARO PER ELIÁN CUBA, TRA SLOGAN E INDIFFERENZA UN DOLLARO PER ELIÁN Enrico Singer SUL manifesto che si affaccia dalla vetrina di un bardella vecchia Avana e «.ritto «Libercn a F.liaii". E la foto del ragazzino cubano e quella sorridente che conosciamo, ormai, a memoria. Anche pochi metri più avanti, sulla |M)mi di un negozio che vende stoffe, è attaccato lo stesso manifesto. Il primo maggio, quando Fidel ha dedicato al caso di liliali quasi tutto il suo discorso sulla piazza della Rivoluzione, di questi poster ne ondeggiavano a migliaia, incollaci a fogli di cartone. La gente li ha portati in corteo fin gin sul lungomare di Ironie alla sede della «sezione d'interessi" degli Stati Uniti, una palazzina di mattoncini rossi, unica presenza del "nemico yankee-, che è diventala adesso il terreno preferito delle manifestazioni |x.r il ritorno a Cuba del bambino. l'oi, quando Fidel Castro ha chiuso la telefonata in diretta col padre di Hlian, gran finale a sorpresa dell'adunata del primo maggio, i manifesti con la foto del ragazzino sono diventati preziosa merce di scambio con i turisti. Un dollaro )x.-r manifesto. H' come se la rabbia gridata con gli slogan antiamericani fosse svanita in un solo istante. Un ragazzo che avrà forse due o tre anni più di Elién dice: "Se Clinton lo fa tornare, sono contento, ma se resterà laggiù forse sarà meglio per lui». E una giovane con il fazzoletto rosso al collo e ancora più netta: «Ci potessi andare io al suo posto a Miami". Ma, allora, il "popolo cubano che, come un David, lancia messaggi ed esempi al Golia americano delle ricchezze, delle armi e del potere mondialesono parole di Fidel esiste soltanto nella propaganda.' Quanto è sincera la commozione [icr la vicenda del piccolo Hliàn che, da mesi, rimbalza da Cuba sui media di tutto il mondo? Sarebbe semplicistico trarre conclusioni definitive dalle frasi di qualche cubano che, non avendo sigari o rum da vendere al mercato nero, si arrangia con i manifesti [kt racimolare qualche dollaro dai turisti. E evidente, [K-ro, che dietro la Cuba dei proclami ne vive una molto più amara, delusa, sofferente che si mostra subito, senza troppi pudori, anche a chi sbarca qui soltanto jK-r qualche giorno. "Non bisogna credere alla Cuba che si vede scritta sui muri-, dice una ragazza dell'Avana, l.a Cuba scritta sui muri è quella delle frasi-simbolo, degli incitamenti di Fidel e del Che. «La rivoluzione e sviluppo-si legge sul recinto di uno stabilimento alle porte di una città che si chiama Matanzav Ma lo stabilimento e abbandonato.

Persone citate: Clinton, Fidel Castro, Golia

Luoghi citati: Avana, Cuba, Miami, Stati Uniti