«Lo Stato ci ha messo in galera»

«Lo Stato ci ha messo in galera» «Lo Stato ci ha messo in galera» Napoli, la rabbia degli agenti di custodia Fulvio Milane NAPOLI Agitano le catene e fanno tintinna�re le manette mentre urlano: «Libe�ri, liberi». Questo è solo l'inizio, avvertono, un assaggio della rivol�ta degli agenti di custodia che, dopo gli arresti di Sassari, si allarga in lutto il paese con lo sciopero bianco nelle carceri: «L'applicazione alla lettera dei regolamenti paralizzerà di fatto le case circondariali». Il 16 maggio la protesta raggiungerà an�che il ministero di Grazia e giustizia a Roma. «In via Arenula sfileremo inscenando il funerale del corpo di polizia penitenziaria», annunciano i sindacalisti che agitano le bandie�re e distribuiscono volantini con le sigle delle organizzazioni di catego�ria: Osapp, Cgil, Cisl, Uil e Sappe, che «constatato il silenzio dei re�sponsabili della politica italiana» chiede «l'autorevole intervento doi presidente della repubblica Ciam�pi» e rislituzione di una commissio�ne d'incliiesla sullo slato dei peni�tenziari italiani. Sono arrivati in quattrocento davanti al carcere napoletano di Poggioreale («l'inferno di pietra», è scritto su uno striscione) per mani�festare la loro solidarietà verso le guardie arrestate per le violenze nella casa circondariale di Sassari. La rabbia che hanno in corpo ò incontenibile ciuanto quella e i un gruppo di donne e uomini fermi davanti al portone che di tanto in tanto viene aperto dall'interno: pa�renti di detenuti in attesa di entrare per i colloqui. «Siete lutti uguali voi secondini: avete distrutto i miei figli, anche qui come in Sardegna li ammazzate di bolle», dice uno di loro. «Crepate voi e i vostri carcera�li di merda», sibila un agente che brandisco l'asta di plastica di una bandiera. «Vi voglio vedere distrut�ti come i nostri ragazzi li dentro», incalza l'uomo. «Delinquenti, crimi�nali provocatori», urlano le guardie trattenute a stento dagli agenti della Digos. Fra tanta violenza ed esaspera�zione non c'è posto por chi invita alla calma: «Siamo pronti a scan�narci, noi che viviamo nello stesso inferno dice Aniello Valentino, sposalo e padre di un bambino, con quindici anni di servizio alle spalle -. Io lavoro qui a Poggioreale, e mi sembra di muovermi in un film dell'orrore. Questo carcere è fallo per ospitare 1.250 detenuti ma ne contiene 2.400. Vivono in diciotto in una cella di tredici o quattordici metri quadrali, con il cesso a vista. Noi siamo pochi, troppo pochi per garantire anche un minimo di ordi�ne e sicurezza. Non credere che Poggioreale costituisca un'eccezio�ne, perchè le case circondariali stanno scoppiando in tutta l'Italia». Valentino racconta che i familia�ri dei detenuti sono costretti ad aspettare otto ore in cortile per un colloquio che non dura più di ses�santa minuti. «Dovrebbero essere perquisiti uno per uno, ma e impos�sibile che ima quarantina di guar�die addette ai colloqui ispezionino con cura oltre mille persone. Risul�talo: l'eroina e la cocaina passano liberamente. Sia noi che i detenuti viviamo in uno slato di tensione inlollerabile, e i nervi jwssono salta�re da un momento all'altro. Chi non conosce la realtà in cui viviamo non potrà mai capire che cosa sia davvero accaduto a Sassari, e po�trebbe verificarsi in qualunque al�tro carcere italiano. Co la prendia�mo con i detenuti mentre i respon�sabili sono altrove: nei governi soprattutto, dove i ministri cambia�no e le riforme rimangono sulla carta». Sotto le bandiere del Sappe si riuniscono i «duri», gli agenti che agitano le manette e inveiscono contro «il ministero dell'ingiusti�zia». Molli di loro vengono dalla casa circondariale di Secondigliano. li la magistratura ha aperto un'indagine dopo le denunce dei detenuti per maltrattamenti. Una cinqantina di guardie sono state prosciolte dalle accuse, oltre venti sono ancora sotto inchiesta. M. D., ispettore degli agenti di custodia a Secondigliano, si senio come un soldato sbattuto in prima linea e abbandonato a se slesso: gonfio di odio, paura ed esasperazione. «I carcerati sono parassiti che campa�no delle nostre tasse dice -. I peggiori sono i tossici e gli ammala�li di Aids che ci minacciano con i rasoi sporchi di sangue. Anni fa uno di loro, in crisi di astinenza, mi ha spezzalo un braccio solo perchè lo avevo invitato a comijortarsi come si deve. Vuoi sapere com'è andata a finire? Mi hanno messo sotto inchie�sta per percosse, minacce e malirallamonli: quel bastardo mi ha de�nuncialo raccontando un sacco di bugie, e ha trovalo un magistrato che gli ha creduto». A Sassari, dice M.D., c'è slata un'operazione di servizio, nienl'allro che un'opera�zione di servizio. «Se un vicequesloro ordina una carica in piazza du�rante una manifestazione violenta, gli agenti caricano. Se in carcere ci ordinano di intervenire quando ci sono disordini, noi obbediamo». In quattrocento si sono ammanettati davanti al carcere di Poggioreale Un'immagine del�la manifestazione di protesta delle guardie carcera�ne ieri a Napoli. In quattrocento si sono ammanet�tati e hanno urla�to slogan

Persone citate: Aniello Valentino, Ciam

Luoghi citati: Italia, Napoli, Roma, Sardegna, Sassari