Alta velocità, battaglia in Parlamento di Bruno Gianotti

Alta velocità, battaglia in Parlamento Oggi la discussione alla Camera. Possibile uno stralcio dell'emendamento che azzera le concessioni Alta velocità, battaglia in Parlamento Bersani non molla. Polo e Lega verso l'ostruzionismo Bruno Gianotti ROMA Muro contro muro, maggioranza o opposizione sono più chi; mai decise a scontrarsi sulle ultime tratte dello ferrovie ad Alta veloci�tà (ora convertito in Alta capaci�tà), quella Torino-Milano-Vene�zia che, con l'appendice della Milano Genova, andrebbe a com�pletare la grande T del sistema pensato fin dagli Anni '80. Centro�sinistra contro Polo, Senza media�zioni ; il governo è deciso a riparti�re daccapo con nuove gare euro�pee, considerate più concorren�ziali e quindi meno costose, an�nullando in pratica contratti che valgono intorno ai 20 mila miliar�di eli lire. L'opposizione è più che mai disposta a tutto, piatendo dai siluri dell'ostruzionismo che hanno appena affondato il sanilometro, pur di bloccali! una mossa che potrebbe innescare altri ritar�di su un'opera forma da otto anni e mettere a repentaglio le scaden�ze per le Olimpiadi torinesi del 2006 insieme con gli accordi italofrancesi per il collegamento Tori�no-Lione. L'unica concessione possibile sarebbe una tregua, il rinvio della partita senza smorzare la compe�tizione: lo stralcio dell'emenda�mento, già proposto da uno dei relatori, il Ds Sergio Chiamparino, per non intasare le discussio�ni che dovranno comunque esse�re sospese in vista dei referen�dum del 21 maggio, lori la soluzio�ne è riemersa nell'incontro convo�cato con tutti i parlamentari pie�montesi da Enzo Ghigo, il presi�dente della Regione ed ha preso nuova forza. Lo stesso Ghigo la considera «un risultalo positivo». Ix'i battaglia è in calendario per oggi pomerìggio alla Camera: per ironia della sorte le strade ferrate sono finite in mezzo al decreto antinflazione che parla essenzialmente di auto, con il blocco all'auménto delle assicura�zioni e gli sgravi sulla fiscali sulla benzina. E la discussione, se non arriverà lo stralcio, dovrebbe es�sere davvero ad alta velocità: il decreto scade il 27 maggio e la maggioranza deve far presto, per�chè in mezzo cade la sospensione dell'attività parlamentare per i referendum. Il nocciolo della questione è sempre l'emendamento introdot�to dal ministro dei Trasporti Pier�luigi Bersani e diventa ogni gior�no più rovente: punta alla cancel�lazione di tutte le concessioni affidati; nel 1992 a trattativa privata dalle Fs e dalla Tav, la società creata «ad hoc» da Loren�zo Necci, Se i lavori non sono ancora cominciati o non sono ancora stati versati i fondi, dice il ministro, andranno annullate e rifatte, aperte a tutta l'Europa. S'intrecciano questioni di prin�cipio, politica, ecologia, interessi economici e vecchi rancori. Sulla linea del risparmio sposata da Bersani ci sono le Ferrovie, che vantano la «limatura» realizzata nel '99 sul capitolato della Mila�no-Bologna e la revoca dell'affida�mento all'lri della concessione per la Padova-Mestre, considera�ta troppo costosa, Bersani ha l'appoggio dichiaralo dei Ds (oltre che di Comunisti e verdi) e ieri lo ha confermalo Michele Giardiello, responsabile Trasporti del par�tilo convinto che i risparmi possa�no arrivare al SO^Oi, Giancarlo Cimoli, amministratore delegato delle Ferrovie, si limita a un più modesto 20-250Zo. Bersani punta deciso sul «co�me» furono affidate le concessio�ni ai «general contractor» che si assumevano l'impegno di conse�gnare le opere complete di tutto: appena prima che entrassero in vigore le norme europee, con uno strumento inconsueto. Ora vuole le gare intemazionali e assicura che non ci saranno ritardi. Giulia�no Amato, presidente del Consi�glio è sostanzialmente d'accordo, dice che l'emendamento gli pia�ce. Ma Polo e Lega vogliono dare battagha e stamattina si riunisco�no per decidere la strategia. E, inatteso, arriva anche Lorenzo Necci, il «padre» dell'Alta veloci�tà, della Tav e dell'affidamento dei lavori. Reduce da una lunga vicenda giudiziaria proprio per i lavori ferroviari e da da serie di assoluzioni, Necci spara a zero «sull'insipienza di chi dimentica che quelle pratiche sono passate attraverso tre governi, quattro Parlamenti e il Consiglio di Sta�to». Necci vuole parlare, racconta�re come sono andate le cose e scrive ad Amato per essere ascol�tato in Parlamento: «Non sono disposto a tolleraredice che centinaia di entusiasti partecipi al progetto in tutti i settori della pubblica amministrazione dal '90 al '96 (governi, Consiglio di Stato, consulenti autorevolissimi) oggi scompaiano nel nulla. Ricordo che lo stesso presidente Amato era a capo del governo che appro�vò nel '92 il progetto Tav nella sua attuale struttura». Ministro e Fs puntano a risparmi «fino al Wo» Il Nord teme i ritardi e il rinvio dei progetti sul tunnel Italia-Francia Interviene Necci: «La Tav fu approvata da Amato» QUANTO COSTA L'ALTA VELOCITA'

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