«Mi sono tolto un peso»

«Mi sono tolto un peso» L'INCHIESTA. IL RACCONTO DEL DOTTORE AL MAGISTRATO «Mi sono tolto un peso» Il medico: ho fatto il mio dovere retroscena Invialo a SASSARI La cosa che ti colpisce di più è il silenzio. Perché qui, ti han�no raccontato, che in quel giorno di aprile si sentivano sol�tanto lamenti e minacce. Vista da fuori la Rotonda è imponente, dall'interno è scoraggiante. Ci sono le sagome degli agenti che passano in alto, e tutto sembra rispondere ad un ordine assolu�to, preciso, E invece non fu così, invece qui ci fu l'inferno e nel quale un uomo in spolverino bianco faceva la sua caccia perso�nale. Lo hanno raccontalo così, Ettore Tomassi, è stato arresta�to, anche se ha assicurato di non aver neppure visto quello che era successo. Nessuno ha visto nien�te, come a dire che il caso San Sebastiano non esiste. E invece, poi, qualcuno si è ricordato, e allora l'indagine va avanti. Alla Rotonda si arriva da un corridoio largo, dalle pareti bianche, con un alto zoccolo color ruggine. Sul lato destro ci sono gli uffici, di fronte i parlatori, dicono che qui ci sia slato il pestaggio. Ma vetri, sedie, tavoli, tulio intallo, lindo, ordinalo. D'altra parte è passalo più di un mese. Vai avanti e incroci qualche guardia, espres�sioni tristi, scoraggiate, E ancora silenzio. Nessuno li parla, nessu�no risponde. Maurizio Venezia�no, ii direttore incaricato, pre�mette che lui «di questa storia non voglio saper niente, per me questo carcere comincia con il mio arrivo», Poi assicura che la situazione è migliorala ancora. Ma i detenuti non possono essere visti, figurarsi poi parlare con loro! Questione di tranquillità, li spiegano, E in questi casi, tran�quillità fa rima con sicurezza. Ma loro, i carcerati, paiono sere�ni, per quanto si può essere sereni dietro le sbarre, e il tono di un documento fumato da una cinquantina di Alghero non è tra i più aspri. Dicono di augurarsi una veloce soluzione cosi che venga chiuso una volta per tulle «l'ultimo capitolo del libro nero delle istituzioni carcerarie italia�ne» eppoi aggiungono: «ci augu�riamo che la magistratura in questa circostanza dimost ri quelI inflessibilità, rigidezza dimo�strala in altre circostanze, per vicende di minore gravila-). L'inchiesta, dunque, non si ferma. E ieri, a mela pomerìggio, si è presentato al magistrato il dottor Adamo Amedeo, otorinola�ringoiatra, in quel giorno medico di turno al San Sebastiano, Rac�conta: "Mi sono tulio un peso dalla coscienza, non posso appa�rire come un medico che non ha fatto il suo dovere Mi accusano di aver falsificato certificali, di averli conseguati senza avere visitato i detenuti. Ma io li cono sco tutti, e ni questo carcere non c'è n'era uno da considerarsi intrasportabile potevano tare anche un viaggio fino in conti nente che cosa dovrei fare, poi, io: accompagnarli sul cellulare? Non è previsto, eppoi, in ogni modo, qualsiasi cosa io faccia, potrebbe risultare un falso, per�che uno può essere picchiato nel tragitto dalla porta del caliere al cellulare». Lo ricorda bene, quel lunedi, «Dovevo prendere servi' zio alle 14, arrivai mezz'ora do�po. Unno e un mio collega mi avverte che una guardia è cadu la dalle scale e si è l'atta male a una caviglia, "dovrai mandarlo al pronto soccorso", l-i visito All'interno, guardie dappertut�to, vedo un detenuto che cono' sco e mi dice che lo trasferisco�no. Poi un altra guardia. Mauri zio Mura, mi avverte; "dottore l'accompagno". Non l'aveva mai fatto». K questa guardia, sereni do il difensore «lei medico, avver�tiva i colleghi: «questo 6 il dotto re». [v. less.) «Mi accusano di averfalsificato i certificatisenza aver visitatoi detenuti: ma io li conosco tutti» Dopo le vicende di Sassari, prosegue la protesta: oggi manifestazione nazionale a Napoli

Persone citate: Adamo Amedeo, Ettore Tomassi, Mauri, Maurizio Venezia

Luoghi citati: Alghero, Napoli, Sassari