I«SIGNOR NESSUNO» EROI DELLA FEDE

I«SIGNOR NESSUNO» EROI DELLA FEDE I«SIGNOR NESSUNO» EROI DELLA FEDE Domenico Del Rio ROMA IL luogo era quello dei cristiani crocifissi, sbranati dai leoni, insultati dalla folla crudele degli spettato�ri: il Colosseo, L'ora era quella del iramonto; l'ora del vespro, della mestizia, ma anche del raccoglimento del ricordo. Ieri sera, il Giubileo voluto da Giovanni Paolo II lui fatto memoria della moltitudine immensa di coloro cui, nel nostro secolo, è stata tolta la vita per essere stati, per aver voluto essere, testimoni della l'ode o della carità o della fraternità o della giustizia o solo della propria innocenza, Ora, i nomi forse non importano molto, anche perché un vescovo martire o un pivi e martire non valgono di più di qualsiasi uotuoo di qualsiasi donna strappati alla vita. Al Colosseo non c'ì1 stata una celebrazione dei trionfi della fede. «Persecuzione, violenza, morte, dolore, tristezza» sono le parole pronunciato da un Wojtyla dal volto dolenti' E' stata, invece, la doverosa memoria di una l'olla, ancora in gran pane anonima, ih tutti gli uomini, donne, vecchi e bambini del nostro secolo, perseguitati, sparili, interrati, bruciati Perche, dunque, ravvivare questo ricordo? La nostra memoria pona con se le ultime notizie e le ultime immagini di morti fabbricati dall'odio, dalle stragi di guerra: in Bosnia in Kosovo, in Ruanda, in Zane, in Sierra Leone. Sono le immagini che s�sovrappongono ad altro, altrettanto orrende dei lager, dei gulag. «E Caino si gotto su suo fratello Abele e lo ucciso», dice la Bibbia. Forse per questo ripetersi continuamente del primo assassinio del mondo, forse perché è un'immensa moltitudine ormai quella che invade la nostra memoria, la moltitudine degli assassi�nati, straziati, martirizzati dai razzismi e dallo ideolo�gie, forse è por questo che alla fino può prevalere l'assuefazione, la noncuranza, il non dare più significa�to al sacrificio di questa umanità crocifissa, rilonorla dispersa ormai tra le cose che non contano nulla, tra lo vicende che non hanno granché di interessante rispet�to allo magnificenze dei potenti e agli splendori della scienza che va alla conquista del firmamento. Ma quando si farà il bilancio del nostro tempo da coloro che non sono .incora nati e che avranno, lo auguriamo, occhi più luminosi dei nostri por guardare quali saranno gli uomini «sublimii che essi vedranno i entro questo nostro secolo che va morendo lentamen�te sulle sponde del Duemila? Dovranno vedere, allora die i valorosi della tona, i grandi del nostro secolo, non sono i capi delle nazioni, gli uomini delle scienze, i signori dolio industrie, ma sono loro, i sacrificati, i martirizzati, gli uomini nei quali il Figlio di Dio e stato ancora una volta crocifisso, tutte le madri che hanno pianto, ogni madre che e come Maria, la madre di Gesù sul Calvario.

Persone citate: Domenico Del Rio, Giovanni Paolo Ii, Wojtyla

Luoghi citati: Bosnia, Kosovo, Roma, Ruanda, Sierra Leone