Commando dell'Eta uccide un giornalista di Gian Antonio Orighi
Commando dell'Eta uccide un giornalista Commando dell'Eta uccide un giornalista La vittima aveva scontato 5 anni nelle prigioni di Franco Gian Antonio Orighi MADRID Qui, nei Paesi Baschi, il terrorismo dell'Eia minaccia politici, com�mentatori, giornalisti. «Quelli di serie B e C vivono con la minaccia delle molotov, quelli di serie A con quella delle bombe e del tiro alla nuca». Cosi, lo scorso 28 febbraio, José Luis Lopez de la Calle, «colu�mnist» di «El Mundo», commenta�va un attentato con molotov con�tro la sua abitazione. Ma lui, leader storico della sinistra basca antifranchista, a suo tempo schie�rato contro Franco e poi contro l'Età che lo teneva nel mirino da tempo, in realtà era sempre stato considerato di serie «A». E ieri mattina nella natale Andoain, i killer della «colonna Donosli» l'hanno freddato, u"n assassinio che ha sconvolto la Spagna e l'Europa. Da 22 anni l'Età non uccideva giornalisti. Quello di ieri è il quarto attentato mortale di quest'anno da quando i terroristi hanno interrotto la tregua. Lopez de la Calle, 62 anni, direttore d'azienda in pensione, commentatore e membro del Con�siglio editoriale dell'edizione ba�sca di «El Mundo», si era appena recato a comperare i giornali nella «libreria Stop». La solita mazzet�ta, otto quotidiani. Erano le 9,45. Pioveva come sempre ad Andoain, una delle culle dell'Età a poche chilometri da San Sebastiano go�vernata da un sindaco di EH, il braccio politico dell'Età. Tutti lo conoscevano e lo stimavano: spo�sato e padre di due figli, il giornali�sta era stato tra i fondadori del Pei basco ed il sindacato comunista «Commissione Sobrera». L'editorialia aveva scontato cinque durissimi anni di galera duranta la dittatura del «Caudillo» ed adesso era uno promotori della più micidiale anna anti-Eta degli ultimi anni; il «foro di Ermua» una associazione nata dopo l'as�sassinio, nel '97 dell'assessore po�polare Miguel Angela Bianco. Che aveva portato in piazza contro il cancro «etarra» sei milioni di spa�gnoli. Lui era sempre in prima fila. Due «etarras» lo stavano pedi�nando. José Luis aveva fatto il solito giro. Caffè e croissant, come sempre. Poi dal fornaio a compra�re il pane. Sotto casa, nella popola�re calle Ondarreta, l'agguato. Quattro colpi di pistola 9 mm parabellum. Alla nuca, alla tem�pia, due al torace. José Luis si è accascialo ed ha cercato di lottare contro la morte. Ma non c'è stato niente da fare. I medici delle ambulanze hanno potuto solo rico�prire il cadavere con un lenzuolo. Il giornalista di «El Mundo» sapeva di essere nel mirino. La polizia l'aveva avvertito. Nei mesi scorsi, in una cittadina dove l'Eia e i suoi militanti la fanno da padrone, erano apparsi sui muri manifestini con il suo nome. E poi, dal 27 marzo scorso, gli indipen�dentisti baschi avevano già fatto capire che avevano aperto la cac�cia ai giornalisti che lottavano apertamente contro di loro. Un pacchetto bomba al conduttore della radio statale Carlos Herrera. Il 25 aprile altro pacchetto bomba contro il vicedirettore di «La Ràzon», Jesus Maria Zuluaga. Ambe�due disattivati. Ma l'antifranchista era uno che non mollava. Scriveva: «Non pos�siamo rinunciare alla libertà. Nes�suno deve farlo. Soprattutto noi che lottiamo per conseguirla da 40 anni. I fascisti di adesso, gli "etarras", non sono meno fascisti di quelli di un tempo». La notizia è caduta come una bomba. Mentre sul luogo dell'ag�guato mortale accorrevano le auto�rità basche e ben tre ministri da Madrid, il premier Aznar, in visita in Marocco, ini errompeva il calen�dario previsto. E mandava tele�grammi di cordoglio alla famiglia, al direttore di «El Mundo» ed al «Foro di Ermua»; «Esprimo il mio cordoglio e la mia solidarietà per José Luis, di cui sottolineo il compromesso per la libertà, la democrazia e la pace nei Paesi Baschi». Poi telegrammi di condanna a cascata. Dal ministro degli Esteri della Uè, dal re Don Juan Carlos. Da tutti i partili. E da Santiago Carrillo, il «grande vecchio» del ice. «Eia assassina chi difende le iberlà democratiche in Euskadi come Lopez de la Calle ha detto sconvolto -. José Luis era un compagno da una vita. Sono indi�gnalo». Ieri sono scesi in piazza miglia�ia di baschi. Una miriade di tele�grammi e di e-mail a «El Mundo», il cui direttore Hamirez ricordava: «Lo hanno ucciso per scrivere e difendere la libertà». Nella sua Andoain, EH non ha condannato rallentato. E si è rifiutata di mettere a mezz'asta la bandiera basca al balcone del Comune. José Luis Lopez de la Calle, 62 anni, era un autorevole editorialista di El Mundo. E' il quarto attentato mortale nel 2000 dopo la fine della tregua
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