La valuta debole aiuta l'industria di Ugo Bertone

La valuta debole aiuta l'industria LA GALOPPATA DEL DOLLARO HA ANCHE EFFETTI POSITIVI La valuta debole aiuta l'industria Però si impenna l'esodo dei capitali versogli Usa analisi Ugo Bertone MILANI) VIAGGI più cari oltre l'At�lantico e qualche minaccia sui prezzi, sia per l'aumen�to del greggio e di altre materie prime che dei prodotti Usa o del Far Easl, la nuova Playstation 2 in arrivo da Tokyo il prossimo settembre, ad esempio, oppure i pc sfornati a Taiwan. Ma, per il resto, l'impennata del dollaro (e dello yen) ha i suoi effetti positivi, come dimostra il fatto che, ad aprile, è cresciuta in maniera sensibile la fiducia delle famiglie italiane mentre l'indice europeo è a livelli re�cord. Non a caso, infatti, la frana dell'euro coincide con la lenta ripresa dell'occupazione: nel marzo del '99 i disoccupati nella Uu erano il l(),^n» della forza lavoro, un anno dopo ora calala al 9,4^,. Una riduzione lieve, in termini percentuali, ma che equivale comunque a più di un milione di posti, visto che l'esercito degli inoccupati è scoso da 16 a 14,9 milioni di persone. Tutto merito dell'euro debo�le? Nessuno si spinge a sostene�re tanto, ma il sospetto è che, come ammetto con schiettezza Paolo Cannici, presidente dell'Anfao (l'associazione dei pro�duttori di occhiali) «la debolez�za della moneta ci ha regalato un'inattesa iniezione di compe�titività». E così, in occasione del Mido, la manifestazione milanese del settore, si sono rivisti a legioni i compratori americani e asiatici. In cifre, il «ribaltone» è evidente: a metà del '99 l'export italiano accusa�va un calo medio del 12'^ e, per la prima volta dagli Anni Set�tanta, in Cadore, terra eletta degli occhiali, si era rivista la cassa integrazione. Poi la ripre�sa: a fine anno, il calo si era ridotto all' 1,2. E nei primi mesi del Duemila, c'è stato addirittu�ra un boom, il -HOt in più. Stessa musica a Sassuolo, capi�tale di un altro primato italia�no, quello delle piastrelle. An�che da queste parti, fino a pochi mesi fa, si registravano quasi solo pianti e preoccupazioni. Ma i campion del «made in Italy» hanno scommesso, a ra�gione, sul mercato Usa, di cui controllano il 2514.. A fine '99 l'export di piastrelle oltre Atlan�tico aveva toccato quota 50 milioni di metri quadri, il dop�pio di tre anni prima. E que�st'anno, se le cose continuano cosi, il record verrà stracciato. Numeri simili non valgono solo por le piccole o medie imprese. Anche l'export dei po�chi «big» di casa nostra può essere lavorilo dall'euro debo�le. I conti del primo trimestre Fiat, del resto, hanno dato una prima misura dei benefici sui conti dell'industria del caro dollaro. E non è un fenomeno solo italiano. Basti vedere i conti della Siemens, il cui fattu�rato è cresciuto, grazie all'euro debole, di un buon 5*56 in più delle previsioni. La Schering, colosso farmaceutico, ha realiz�zato il A9azó in più di vendite in America mentre la Basf, impre�sa chimica forte sulle due rive dell'Oceano, ha messo a segno un aumento delle vendite del 4';,, (se espresso in dollari), ma addirittura del IB'Hi se calcolato in euro, la valuta di casa. Il «sospetto», insomma, ò che gli industriali europei non siano poi cos�allarmati, almeno nel breve termine, dalla svalutazio�ne. Certo, l'euro debole vuol dire materie prime più care, ovvero inflazione importata e minor competitività. Ma i due terzi abbondanti dell'import-export italiano avviene all'intorno del�l'Unione europea, quindi l'effet�to svalutazione si sente meno che ai tempi della lira debole. Il costo del lavoro, poi, è sotto controllo (soprattutto dopo il contratto dei metalmeccanici tedeschi) e questo tranquillizza sul fronte dell'inflazione. L'eu�ro debolo, si può obiettare, favorisco la corsa alla Borsa e alle obbligazioni Usa. Mai. dai tempi della guerra di Secessio�ne, l'America ha assorbito tanti capitali dall'Europa (il 4'X) del pnl), l'Italia da sola contribui�sco con un fiume di denaro, quasi 250 mila miliardi attra�verso i fondi di investimento. Ma questi investimenti si tradu�cono in nuove disponibilità per le famiglie, favorendo a loro volta i consumi nell'area euro. I più preoccupati, alla fine, sembrano i «tour operator». Il superdollaro, infatti, li obbli�gherà a rivedere i listini pubbli�cati all'inizio della primavera quando il rapporto tra l'euro e la valuta Usa oscillava attorno a quota 95 (ovvero duemila lire). Chi parte per gli Stati Uniti o per altre destinazioni esotiche (quasi tutti i biglietti aerei sono venduti in dollari) dovrà rassegnarsi a prezzi più cari, almeno il 6-70A in più. E non c'è niente da fare, nemme�no por chi ha già prenotato: se l'aumento non supera il 1096, il cliente non può recedere dalla prenotazione se non pagando una penale. Tour operator in crisi Per l'export italiano è invece scattata una fase di boom LA BILANCIA COMMERCIALE NELLA UE Cifre In miliardi di euro Fonte: Eurostat ESPORTAZIONI | | IMPORTAZIONI | SALDO Febbraio 2000 Febbraio 1999 -7,1 -1,1 Febbraio ' n /YC 2000 ^.ZU ^àf Febbraio , . 5 ^ ^ 1999 \ 60.2 . .^Tv.

Persone citate: Mido, Paolo Cannici