Olio, serve il marchio «alta qualità»

Olio, serve il marchio «alta qualità» I produttori italiani formalizzano la richiesta all'Ue in vista della trattativa Olio, serve il marchio «alta qualità» L'Unaprol: cos�si differenzia l'extravergine Vanni Cornerò inviato a BARI Grandi potenzialità, alta quali�tà, ma manca ancora una for�mula vincente. L'olio d'oliva italiano è come quei calciatori di razza che però non riescono ad inserirsi nel gioco. Un pro�blema non da poco, visto che il consumo mondiale del settore è in crescita (entro fine anno toccherà la soglia dei 2.300.000 tonnellate) e non si può manca�re l'aggancio a questo trend positivo. Il fatto è che la qualità del nostro prodotto nazionale vie�ne penalizzata dalle carenze delle normative Uè in materia di etichettatura. E proprio que�sta «battaglia di trasparenza» è stata al centro del «forum sul�l'olivicoltura» di Bari organiz�zato dall'Unaprol. «A Bruxelles è cominciata una serie di con�sultazioni sulla strategia della qualità per l'olio d'oliva e in questo contesto l'etichettatura è certamente una questione primaria, ma legala a molti altri aspetti relativi alla quali�tà», ha detto Jean-Marc Gazagnes, direttore generale per l'Agricoltura della commissio�ne Uè, concludendo che i risul�tati di questi complessi lavori, al momento, non possono esse�re anticipali. Insomma, bisogna aspettare ed è proprio quello che i produt�tori italiani non vogliono fare più di tanto. L'Unione Europea, comunque, concorda sul fatto che etichettare uno standard non ha senso: va etichettata la tipicità. «Il punto è differenzia�re l'olio d'oliva in generale da quello extra-vergine dice il presidente di Unaprol, Nicola Ruggiero ed è essenziale che il consumatore comprenda bene la differenza». Quindi, per non avvitarsi in definizioni tecniche oscure ai più, arriva una proposta al�l'Unione europea: utilizzare le stesse procedure di qualifica�zione usate per il latte ed istitui�re anche per l'olio la definizio�ne ed il concetto di «alta quali�tà». Un progetto al quale, ag�giunge Massimo Pacelli, presi�dente del Cno, deve essere lega�ta a una strategia di promozio�ne nazionale, anche a costo di farlo in contrasto con Bruxel�les, sino a che non parte un nuovo piano di promozione co�munitaria. «Vogliamo che i consumatori possano identificare esaltamen�te il luogo dove nascono le olive assicura il neoministro delle Politiche Agricole Alfonso Peco�raro Scanio, annunciando bat�taglia a Bruxelles -. Tulio de�v'essere chiaro: origine e quali�tà, perché è di l�che nasce la differenza di prezzo e chi sce�glie un prodotto e lo paga deve essere garantito da ogni dub�bio». E proprio sui prezzi è imposlalo un altro momento basila�re della linea italiana: «Il prez�zo viene da un riconoscimento del consumatore e quindi del mercato dice Ruggiero -, di conseguenza nell'organizzazio�ne comunitaria del settore biso�gna inserire un nuovo sistema che accompagna il mercato. E questo si può fare ridefinendo i prezzi con il meccanismo delle trattative interprofessionali». CONSUMI MONDIALI DI OLIO DI OLIVA 96/97 97/98 98/99 ITALIA 640 6S0 650 SPAGNA 470 500 500 GRECIA 208 240 240 POP.TOGALLO 62 62 59 FRANCIA 59 72 77 USA 131 147 150 GIAPPONE 26 35 40 HONDO 2170 2251 2312 ^l{lVHli^^^WfWiw.l■^"^f\l^^^!^^'r|4^(*Wl^TW «ww^r««r»n-«M ^-^.rrM«Ji' Alfonso Pecoraro Scanio

Persone citate: Alfonso Peco, Alfonso Pecoraro Scanio, Jean-marc Gaza, Nicola Ruggiero, Pacelli, Scanio

Luoghi citati: Bari, Bruxelles, Francia, Giappone, Grecia, Italia, Spagna, Usa