Il ciclismo di oggi dimenrica Bartali di Pierangelo Sapegno

Il ciclismo di oggi dimenrica Bartali Il ciclismo di oggi dimenrica Bartali Davanti alla salma solo una lunga fila di gente comune reportage Pierangelo Sapegno iiivi.ni) a mimi L\i ultime parole son state per le montagna. «Ila delio che le vedeva»; vengono fuori (/.li amici dalia casa tli Gino e lo raccontano, fermi sulla soglia, questa casella di due pioni e un balcone solo, 7 vasi di gerani, le tapparelle vurdi aperte sui i ij;li, la gente che parla tutta sottovoce, i vecchi che tirano su il naso per non piangere. Porseò una leggen�da, ma che importanza ha? Lui ci e vissuto dentro alle leggende, le raccontava ancora molti anni tlopocomo si raccontano lo l'avoli; ai bambini, o le coso inventate che vorremmo tanto fossero successe. Può essere mai esistito un italiano che ha insegnato al mondoasoffrire ii a vincere? Forse ora una leggenda anche lui, ina che impor�tanza ha? Gino Bartaii ora uno di quelli che ha fatto della montagna una lezione, Adesso, qui davanti, vorremmo capire cnial è la lezione (lolla sua ultima salila, qui davan�ti, f)? persone compresi i fotografi e i cameramen, comprosò Ferruc�cio Valcareggi che lira .su il naso comò gli altri vecchi, e che non co la la a salirò porcile si commuovo. 57 porsono elio poi di volitano con�to, duecento, e poi di più e si chiamano Nodo Logli olio non o riuscito a batterlo una sola volta. Battali, nemmeno alla MilanoSanremo del '50 quando arrivo secondo in volala, e si chiamano AndreaChianhie Mirro Montigia ni, duo cicloamator�che scendono dalla bici, con la tuta e il lutto al braccio: «Ci ha spinti qui l'affol�lo», i Non abbiamo visto nessuno dei grandi nomi del ciclismo. Chioccioli, l'ultimo toscano che lui vinto il Giro, sin male. Mosor l'hanno solo citato le Ansa, ma noi ((ili davanti non l'abbiamo visto. Anche Pantani, che lui ha difeso sempre, sino alla fine, comò dico il figlio Andrea, quando ripeteva a tutti «devono lasciarlo in paco, ha già pagato troppo», anche Panta�ni, por ora non si o visto. Hanno mandato piu di cento telegrammi, ci sono quelli del presidente della Repubblica Ciampi, del prosidonl.odolConsiglioArnitto, odiHomnno Prodi, o poi quello di grandi ciclisti conio Adorni e tutti j;li altri. Forse verranno domani, ai funerali, ore 9, nella chiosa di San Piero in l'cilco, dove hanno allesti�to la camora ardente, E' venuto Moho, invoco, il pugile del quartie�re, capelli bianchi e una bella abbronzatura sul naso schiaccia�lo, che s'è l'ormato a salutare cla sotto come se avesse un guantone nella mano, corno lanno i puj'jli e conio faceva tutte lo volto dio passava da tini; sono venuti Marcollo Ciolli, e Guido Boni, é Nodo Logli, che correvano in biciletta ai suoi tempi ma che sono usciti dalla storia doi ciclismo; e sono venuti Alberto Montanari, Pa�squale Corsini e Massimo Carli, da Cervia, Ravenna, classo '37 e ancora gambe buono ijgr andare in hici. E arrivala tutta la gente semplice che capisco la lozione dolla fatica, ma che poi non vinco mai. Vorremmo sapere so vuol diro qualcosa. Gino Battali ha sempre corcato di dar lozioni nella sua vita, e molti lo ricordano por questo. Maj'ni ha dotto che la cosa più bolla che gli ha insegnato ora la fatica che bisogna metterci por vincere. La raccontava a tulli questa storia dolla fatica. Marcel�lo Ciolli p,li ha fallo da gregario, e ricorda che se li prendeva li face�va una lesta cosi: «Il segreto è che bisogna sudare di più. Bisogna lottare». Por questo, Gino amava le salite. Sulle salite i quaquaraqua vanno indietro: non basta�no le gambe. Ci vuole il cuore. In cielo doveva aver stancato gli angeli e il Signore con questo ritornello. Cosi, una volta gli disse�ro: «Vai giù a provare». Allora abbiamo avuto Bartaii. Poi, qui da noi, dove ci si vergogna puro un po' por la fatica, doveva averlo imparato anche dal babbo il vizio di dar lozioni e di cercare le gocce di sudore. Il babbo si chiamava Torello Bartaii, e non siamo riusci�ti a capirò so ora un soprannome o il suo vero nome: ora forte come un loro, costruiva le case con le sue mani, e veniva dai campi. Questa casa l'ha falla lui, questa casa dove siamo adesso, in mezzo alla gente che non piange e che parla sottovoce, vicino a Bebo, il pugile del quartiere che lui saluta�va dalla finestra del primo piano, vicino a Silvano Ghirelli CDjé sia alTacciato a vederlo andare via, dentro questa bara traballante che esce dal portone sostenuta da quattro ragazzi in giacca grigia, sotto a questo cielo mogio e triste, allo ore 16,52, nell'applauso di questa folla di paese, di genie comune. «Viviamo tutti nelle case che ha fatto il papà di Gino, Torello. Anche questa era sua. Poi lui l'ha venduta». Dentro, la casa di Gino Bartaii è di una semplicità disarmante o di grande decoro. Gli angeli delle salite non sanno che farsene del lusso. Tre piccoli appartamenti, luci accese, e Gino sdraialo nel letto matrimoniale. Sopra di lui, c'è una Madonna con bambino. Accanto a lui, c'è la moglie Adriana, che non lo lascia mai un secondo e che continua ad accarezzarlo, anche quando la chiamano, «dai, nonna, vieni», e lei ferma solo la mano sulla 3ua guancia. Alla sinistra del letto, una ribaltina con le lampadine accese. A destra un cassettone. Mobili di noce, della nonna. Qua�dri ottocenteschi alle pareti, qual�che riproduzione del Seicento. Un campione morto in dignità, senza lusso. Bartaii è vestito con un saio dei carmelitani scalzi: «L'ha chie�sto lui», spiegano i figli. Vicino alla camera da letto, c'è una stanza piccola come uno sgabuzzino, e c'è una cappella: un altarino con una statua di Santa Teresa del bambin Gesù, e due immagini di Padre Pio. Lui era un devoto di Padre Pio, girava con i santini in lasca. Adesso, gliene devono aver la�sciali altri due, nel saio. L'hanno portato in una saletta della chie�sa, e cpielli che passano accanto alla salma, gli parlano serenamen�te. Oggi vorremmo prendere que�sta lezione dall'ultimo giorno del�la sua vita che ci ha lascialo, o dal primo di un'altra, non sappiamo. Vorremmo capire perché lo ricor�da il «New York Times», perché 1' «Equipe» lo definisce «indim enticabile», perché tutti gli mandano i telegrammi, e poi perché qui fuori ci sono solo qdfcU�che non riesco�no mai a vincere. Soltanto gli angeli non soffrono la fatica. Gli uomini possono imparare a rispet�tarla. Vorremmo chiederglielo. Se era vera, o se era una favola, la sua vita. Una volta, Claudio Gregori gli domandò cosa ne pensasse del paradiso. Lui disse: «E se ci vado e incontro Coppi? No, meglio il Purgatorio. Li ci sono le salile». Per vivere, non finiremo mai d'ar�rampicarci. E' così? Il campione è vestito con un saio dei carmelitani scalzi Vicino alla camera da letto una stanza con una cappella un altarino con una statua di Santa Teresa e immagini di Padre Pio La salma di Banali: domani alle nove si svolgeranno i funerali IL RICORDO TRAPATTONI "Gli onori che gli stanno tributando sono tutti meritati commenta il tecnico della Fiorentina se ne è andato un pezzo di sana storia sportiva. Ricordo che una volta. interpellato sulla questione del doping, gli ho sentito dire: io posso parlare delle bombe ma non del doping.. Era davvero un personaggio sano, genuino. Lo ricordo con grande affettoL'OSSERVATORE ROMANO «Ecco scrive L'Osservatore Romano una dote da ricordare: cattolico sino in fondo, non si permetteva di giudicare i cuori degli amici, anche di coloro che avevano avuto traversie esistenziali diverse dalla sua. Grande campione, cristiano, sempre coerente. Il ciclismo era uno sport nazionale che avvinceva come il calcio e non c'erano intellettuali dalla piega amara che lo snobbassero» UOSSERVATORE ROMANO -■'.*'.:-''-*r.' ^•■ .«SJKtf L'EQUIPE «Bartaii rimarrà immortale» titola in prima pagina il quotidiano sportivo francese, con una foto dell'epoca d'oro «di un campione mitico del ciclismo che ieri ha raggiunto Coppi. Una figura che ha lasciato il segno nel ciclismo, sia sul piano umano sia intellettuale. La sua particolarità è di aver vinto il Tour prima e dopo la guerra, la sua carriera sarebbe stata ancor più favolosa se non fosse stata interrotta dal conflitto» Calato : vlvement « rmvijnf LITTLE ITALY Gli italiani residenti a New York e in particolare nel popoloso quartiere italo-americano di Little Italy hanno commemorato ieri la scomparsa d�Banali. In una chiesa cattolica del quartiere è stata officiata una messa in memoria del grande campione scomparso. Gli italo americani hanno chiesto al sindaco Giuliani d�intitolare una strada a Gino Banali

Luoghi citati: Cervia, Milano, New York, Ravenna, San Piero, Sanremo