Storie di ordinario pestaggio pestaggio di Giovanni Bianconi

Storie di ordinario pestaggio pestaggio Storie di ordinario pestaggio pestaggio Lo scorso artm) trmtcrépisodi di violenza Giovanni Bianconi ROMA C'è perfino un po' d'Irlanda nelle carceri italiane, se il 12 luglio del 1999. nel centro clinico del «Don Bosco» di Pisa, il detenuto ventinoverme Adrian Lefter Kriqui è morto dopo 48 giorni di sciopero della fame. Proprio come Bobby Sands e gli altri militanti dell'Ira che porta�rono alle estreme conseguenze il loro digiuno di prolesta nelle prigio�ni noid-irlandesi, ormai veni'anni fa. Kriqui aveva perso 17 chili in un mese e mezzo, e il difensore aveva chiesto per lui la scarcerazione o almeno gli arresti domiciliari, ma «entrambe le istanze furono respin�te». E si respira un'aria siciliana da anni Cinquanta, a leggere quanto accadde nel '97 nel carcere di Reg�gio Calabria. Francesco Romeo mo�r�dopo essere slato aggredito «da almeno cinque persone. Successiva�mente il corpo sarebbe sialo tra�sportato sotto un muro per simula�re un tentativo di evasione. La messin|cena fu smascherala dopo la conlulenza medico-legale che dichiarò l'assoluta incompatibilità delle lesioni con la precipitazione da un'altezza di 3-4 metri», A legge�re questo resoconto viene in mente il deplstaggio organizzalo sull'omi�cidio di Salvatore Giuliano. Per la morte del delenuU) Romeo, ucciso da «una serie di colpi di bastone o manganello che hanno provocato la frattura del cranio», il pm ha chie�sto il rinvio a giudizio di 24 agenti di polizia penitenziaria, 12 per omici�dio volontario e 12 per favoreggia�mento. Le due storie sono narrale nel primo rapporto dell'Osservatorio nazionale sulle condizioni di deten�zione, promosso dall'associazione Antigone, di prossima pubblicazio�ne per l'editore Caslelvocchi. Il capi�tolo intitolalo «Mallraltamenli, vio�lenze, suicidi e alti di autolesioni�smo» è stato consegnalo l'altro gior�no dai rappresentanti di Antigone al ministro della Giustizia Fassino, che li aveva chiamali a discutere del «caso Sassari» col direttore del Dap Caselli e il suo vice Mancuso. L'Osservatorio ha rilevalo una trentina di gravi o quantomeno allarmami episodi vericatisi o verni�li alla luce nel corso del '99. Uno di questi è avvenuto proprio a Sassari : «Sono stali rinviali a giudizio il 2 dicembre del 1999 tre agenti ili polizia penitenziaria in servizio al carcere San Sebastiano, accusali di aver picchialo un detenuto maroc�chino. I Ire sono accusati di lesioni gravissime, violenza privala e abu�so d'ufficio... La perizia ha escluso che la rottura del timpano (del detenuto, ndr) potesse essere avve�nuta incidentalmente». I pestaggi sono la voce più ricor�rente nelle segnalazioni del rappor�to. Da Salerno, dove secondo alcune denunce «i reclusi vengono sisiemalicamente percossi dagli agenti», a Vicenza, un carcere nel quale le «vittime» sono in maggior parte extra-comunitari; da Roma-Rebibbia un gruppo di delenuti riferisce che A.G. venne «picchialo con calci, testate e pugni» perché non voleva rientrare in cella a Orvieto: lo jugoslavo S.H., che sconiava due mesi per furto, ha dichiaralo di essere stalo «duramente pestalo» da due agenii, è stato denuncialo per resistenza e oltraggio, ma il giudice ha disposto il processo con�tro i due agenti dopo aver valutato il referto medico. L'antologia del degrado, però. non si ferma alla violenza. Il 23 giugno del '98, nel carcere San Donalo di Pescara arriva Mariagrazia Giordano, una tossicodipenden�te aiTcslaia per droga; «è in stalo di avanzala gravidanza, ma nessuno se ne accorge. Dopo poche ore il parto senza assistenza, inutile la corsa in ospedale, il bimbo muore. A gennaio del '99 il medico di uimo palleggia la pena; 10 mesi, G per il reato di falso e 4 per omicidio colposo». E ancora a Rebibbia, una denuncia della Caritas del marzo '99: l'algerino Abdelmahid B., arre�stato per furto, viene «dimenticato» in cella per due mesi; «doveva uscire il 4 gennaio, ma un ritardo dell'ordine di scarcerazione ha fal�lo slittare la data di 60 giorni». Il rapporto si conclude con un lungo e triste elenco di morti per suicidio, overdose e Aids, oltre alle cifre complessive del 1998: G.342 alti di autolesionismo, 933 tentali suicidi, 51 suicidi, 78 decessi e 1.224 atti di aggressione. Commen�ta il vice-direttore del Dap Paolo Mancuso: «La violenza è un dato sirullurale del rapporto carcorierecarctrato, in quanto insita nell'idea stessa di segregazione che impone perfino di dover chiedere il permes�so di avere carta e penna per scrive�re alla inanima Ma non si può dire che in Italia sia mi fattore fisiologi�co della detenzione. La situazione è sempre delicata, e ci sono pure molti? aggressioni nei confronti del personale. La prima causa è il disa�gio dovuio al sovraffollamento, poi ce ne sono altre; l'unica via d'uscita è il miglioramento delle condizioni generali di vita e di lavoro dietro le sborre». V. Mauro l'alma, presiden�te onorario di Antigone: «E' positi�vo che il ministro Fassino non vo�glia generalizzare i falli di Sassari. ma nemmeno mininizzare il proble�ma della violenza e dei maltratta�menti. Occorre che il ri.s|)eito dei diritti umani diventi un elemento costitutivo della professionalità de�gli agenti di polizia penitenziaria, e non un "di più" affidalo alle sensibi�lità personali» Allarmante rapporto sulle carceri italiane «A Salerno percosse per tutti i reclusi»

Persone citate: Adrian Lefter Kriqui, Bobby Sands, Don Bosco, Fassino, Francesco Romeo, Mancuso, Paolo Mancuso, Salvatore Giuliano