Nuovi farmaci antinfiammatori
Nuovi farmaci antinfiammatori ESPERIMENTI A TORINO Nuovi farmaci antinfiammatori Per un 'azione più precisa e priva di effetti collaterali QUANDO l'organismo è attaccato da un agente patogeno o comunque estraneo manda un segnale di allarme ai linfociti, i globuli bianchi del sangue, i quali immediatamente, una volta lo�calizzato il luogo dell'aggres�sione, partono all'attacco del�l'intruso. Il risultato dello scon�tro è perlopiù un'infiammazio�ne, che va quindi vista come un meccanismo di protezione; può avvenire tuttavia che il meccanismo si sregoli e che dia origine a una patologia vera e propria, come l'asma, l'artrite, l'arteriosclerosi. Diventa quindi necessario bloccare l'infiammazione, ciò che oggi si fa o con farmaci a base di acido acetilsalicilico o con cortisonici. Sono farmaci che hanno effetti collaterali pesanti, e il medico nel prescri�verli deve fare un'attenta valu�tazione costi-benefici per evita�re che i danni superino i van�taggi per il paziente. Tutto questo spiega il vivo interesse con cui sono stati accolti, sia tra i ricercatori sia tra le industrie farmaceutiche, i ri�sultati di una ricerca condotta al Dipartimento di Genetica, Biologia e Biochimica medica dell'Università di Torino nel laboratorio diretto da Fiorella Altruda Tarane, con la collabo�razione dell'Università svizze�ra di Friburgo (professor Wymann) e dell'Istituto Mano Negri di Milano (Alberto Man�tovani) e con il finanziamento del Progetto Biotecnologie del Cnr. La ricerca, pubblicata sul numero di febbraio della rivi�sta americana "Science", po�trebbe aprire una strada nuova rendendo possibile la produzio�ne di farmaci enti-infiammato�ri dotati di un'azione più preci�sa e priva degli effetti collatera�li negativi dei farmaci tradizio�nali. Nel laboratorio torinese Emilio Hirsch e i suoi collabo�ratori hanno generato un cep�po di topi knockout (espressio�ne presa dal pugilato per indi�care che un gene è stato elimi�nato) privati del gene PI3Kgamma; gli animali appaiono nor�mali e perfettamente vitali, tanto che in questi due anni in cui si è svolta la ricerca si sono riprodotti senza problemi. In realtà presentano una partico�larità: «In assenza del gene PI3Kgammu non sono in grado di generare risposte infiamma�torie di rilievo» dice Hirsch. Per i topini è un guaio perché, ] )er esempio, se colpiti da un'ini'ezione, faticano a guarire, e per questo i ricercatori li defini�scono topi immunodepressi. Le indicazioni che ne hanno rica�vato sono importanti. Il gene PI3Kgamma codifica per un enzima (cioè contiene l'informazione per sintetizza�re una proteina) espresso essen�zialmente dai globuli bianchi sanguigni; poiché nei topi alle�vati nel laboratorio torinese è venuta a mancare la risposta antinfiammatoria significa che eliminato il gene sono venute a mancare le istruzioni per la proteina che quindi non viene Eiù prodotta. Per questo i glouli bianchi dr] sangue non "sentono" più l'allarme lancia�to dall'organismo. «Questa os�servazione spiegano la profes�soressa Altruda e il dottor Hirsck è stat» ugualmente confernata studiamo i globuli bianchi normalmente presenti nel sangue. Il reclutamento delle cellule del sistema immu�ne è fondamentale per l'attiva�zione del processo infiammato�rio e mentre i globuli bianchi normali sono in grado di diri�gersi verso slimoli infiammato�ri, le stesse cellule private della PI3Kgamma restano im�mobili». Di qui l'ipotesi di un ipotetico farmaco che, in caso di processi infiammatori abnor�mi, potrebbe bloccare la migra�zione dei leucociti verso il silo di infiammazione. «L'identifi�cazione di un enzima chiave, | quale la FI3Kgamma dicono i j ricercatori specificamente ne�cessario per l'innesco della ri�sposta infiammatoria getta nuova luce sui meccanismi altraverso i quali le cellule del sistema immunitario sono in grado di "sentire" il richiamo verso il luogo dove la loro azione protettiva è necessaria. Le stesse osservazioni apro�no il campo verso la sperimen�tazione di nuovi agenti anti-infiammatori atti a inibire l'azio�ne dell'enzima in questione magari senza indurre gli effetti collaterali mostrati dai farma�ci attualmente a disposizione». L'industria farmaceutica, alla quale a questo punto i ricerca�tori passano il testimone, è già al lavoro. Vittorio Ravizu Globuli del sangue in un capillare visti al microscopio: ai globuli bianchi è affidata la risposta difensiva del nostro organismo contro le aggressioni dall'esterno
Persone citate: Alberto Man, Altruda, Emilio Hirsch, Fiorella Altruda, Hirsch
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