Dolce Araki Il gatto con la Polaroid di Rocco Moliterni
Dolce Araki Il gatto con la Polaroid Dolce Araki Il gatto con la Polaroid NELLA favola del gatto con gli stivali, il piccolo e intel�ligente felino grazie alla magia delle sue calzature riesce a percorrere saltellan�do territori sconfina�ti. A vedere Nobuyoshi Araki al lavoro, con le sue giacche lun�ghi!, la faccia tonda e l'andatura saltellante viene proprio da pen�sare al gallo della favola, solo che lui per percorrere territori sconfinati come l'eros e'o il sentimento della morte usa la Leica 0 la Polaroid. Il risultato e in questi giorni al Museo Pecci di Prato dove «Viaggio sentimen�tale)) propone 10 mila istanta�nee del sessantenne fotografo giapponese nella prima persona�le italiana, curala da Filippo Maggia. Famoso per le sue immagini erotiche, per le sue ragazze nude e legale (il bondage è di moda a Tokyo), per le sue geishe LA MDESETTRocco M disinibite, Araki si rivela una personalità complessa e (piasi bulimica, nel voler afferrare con la macchina fotografica ogni istante della vita (e della molte). La mostra si apre con immagini a grande formato di fiori, rossi e carnosi, da cui traspare un senso di disfacimen�to. «I fiori sono vivi ma vanno velocemente verso la intu�e e per questo i fiori mi attirano tarilo: sento una sensazione ero�tica nel momento In cui i fiori stanno appassendo», spiega lui nel catalogo. Poi, sovrastati dai grandi cie�li di Tokyo («Il cielo e, come dire un vuoto e dunque rappresenta la morte Con le nuvole diventa vivo. DI solilo lo riprendo in bianco e nero. Anche bianco e nero potrebbero essere visti co�me il vuoto e la morte»! ci si STRA LA ANA oliterni immerge nel «9()'s diarly», dieci anni di immagini in bianco e nero, dal 29 genna�io del 90 ad oggi. Ci sono gatti, pesci, la�vandini, sagomo di bambine, stazioni della metropolitana, tramonti sul mare, ritratti di famiglia, geishe, donne nude, sdraiale, in piedi, su letti sfalli o su divani, con il sosso in primo piano, con piccoli animaletti sul corpo, strade brulicanti di gen�te, di insegne e di biciclette. E il discorso sulla città («Non concepisco Tokyo come una co�sa astratta, la sento come una madre, come l'utero da dove sono uscito») prosegue in «To�kyo Nostalgy», dove le immagi�ni sono organizzale in vere e proprìe sequenze. Ci sono cosi brevi e intense storie di amore e di sesso, quasi fotoromanzi, con giovani coppie che vediamo pri�ma incontrarsi per strada, fare la spesa, prepararsi il té, poi spogliarsi, guardarsi allo spec�chio e fare fiiriosaiuenle l'amo�re. Si respira aria da Nouvelle Vague: «All'epoca della serie Sali hin, vedevo i film di Kossellini e De Sica e giravo un film. Quella serie di fotografìe sono vicine al neorealismo italiano. Io dico spesso che tutti i ragazzi sono in reallà allori, e le donne attrici: per questo vile e storie si mescolano dentro le mie foto�grafie e nella composizione lo Butto le mie emozioni senza una trama prestabilita». Poi un corridoio di due gran�di pareli sorregge il «Polamandara»; 8448 polaroid, in cui ritor�nano, ma con un surplus di ironia e immediatezza volti, ci�bi, sessi, karaoke, in un fanta�smagorico e rutilante sovrap�porsi. Costellalo qua e là dai piccoli animaletti di plastica (dinosauri, lucertole, gechi) che sono una sorta di firma nelle immagini dell'artista: «Secondo me un luogo dove non c'è nessu�no è sempre una rovina, lo li inserisco per trasformare que�sto spazio in un paradiso, ma ironicamente questi animaletti sono dei modelli e perciò non sono vivi». E cosi nella sala dell'vAraki's Paradise», immagi�ni di grande formato e di grande cura formale, ha voluto anche un piccolo zoo dei suoi animalet�ti. La voracità e il suo desiderio continuo di fotografare l'ha por�tato anche a riprendere genie di Prato e luoghi italiani, da Napo�li a Roma a Firenze, musei e quadri e pizze e piatti di spa�ghetti. Ma il cuore vero della mostra, l'emozione maggiore, è nell'ultima sala, il «Viaggio sen�timentale», dovi." Araki racconta la sua storia d'amore con la moglie Yoko, sposata nel '71 e morta di cancro nel '90. Ci sono i giomi felici del viaggio di nozze, l'allegria del karoke, lei assonnala al risveglio in qual�che camera d'albergo e poi la malattia, il gatto di casa, l'om�bra di lui che le porta i fiori, l'immagine agghiacciante di due mani che si stringono sul letto di morte, il volto di lei nella bara, il gatto riiiiasio solo che guarda 1 inverno dietro i vetri di casa. E allora li capisci molle cose di Araki e del suo lavoro ed è come se il fiume d�immagini che ti ha travolto prima in qualche modo si rarefacesse e trovasse la sua spiegazione: la fotografia ò uno strumento per fare i conti con la morte, secon�do vie che sorprendono noi occi�dentali, abituali comi! siamo a rimuoverla o esorcizzarla. Da non perdere sono i video in cui si vede lui per le strade di Tokyo, nel suo studio, in Euro pa. Completano la mostra e aiutano a capili'. Nobuyoshi Araki. Viaggio sentimentale Piato, Centro Pecci Diano 10-19 Chiuso marted�fino al 2 5 giugno AL CENTRO PER L'ARTE CONTEMPORANEA DI PRATO MILLE E SEICENTO IMMAGINI DEL FOTOGRAFO GIAPPONESE INTRECCIANO L'EROTISMO CON IL SENTIMENTO DELLA MORTE 1 Yoko Aoki, la moglie di Araki, in una delle immagini del «Viaggio sentimentale» in mostra a Prato LA MOSTRA DELLA SETTIMANA Rocco Moliterni
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