Il mondo femminile enigma senza soluzione

Il mondo femminile enigma senza soluzione Il mondo femminile enigma senza soluzione CONSIGLIO di leggere lullo di seguilo l'afiascinanle saggio di Fulvio Salza Solo una dea che ripercorre le leorie (e assai più le fanlasie) che sulle don�ne e il femminile si sono venule accumulando lungo il '900, cominciando da Bachofen (che in reallà appartiene alTSOOl e lec�cando via via Weininger, Klages, Slrindberg, Groddeck, Lawrence, Freud, Fromm, Jung, Neumann. Alla fine resierele fraslomali e reimparerele in forma emoliva ciò che già sapele inlellellualmenle: che il mondo femminile è più vaslo e profondo delle dorme che avele conosciulo, ed appare agli uomini e alle donn j come quell'enigma abissale la cui verilà e profondila sia nel non poler essere risollo. Il vagheggiamenlo del femmini�le si presenla essenzialmenle come aspirazione al recupero Ima anche come spavenlalo rifiulo) del mondo malriarcale, di un mondo dominalo cioè dai valori della nalura, dai legami di sangue, dalla circolarità di nascila e morte, da una cuilura rella da solleciludine amorosa ver�so lullo ciò che è vivo e insieme dall'accellazione del deslino di mor�te cho gli appartiene. Il rilomo al malriarcalo sia sollo il segno della nostalgia: una nostalgia ambigua, che va certo nella direzione dell'età dell'oro, quando gli uomini, in quan�to figli della slessa madre, erano lutti fratelli, tutti eguali e in pace dentro il grembo malemo; ma tin�che mostra in trasparenza, al di là dei gonfi seni della Grande Madre, una aspirazione profonda alla morRECENAugRom IONE sto no te, cioè alla perdila del�la individualità. Que�sto mito del rilomo pre�dica che ciò che è venu�to dopo il dominio del materno è soltanto «una irrequietezza pri�va di pace», che non può certo competere, per citare Klages, con queir«etemo venire e andare, crescere e sfiorire, risplendere e nuovamente spegner�si» in cui si manifesta «la sempre fluente fonte originaria che diede all'uomo solo in prestito ia vita». Certo, questa aspirazione all'indiflerenzialo e in genere al recupe�ro dei valori «nialemi» può essere connotala in modo opposto (come dimostra il confronto tra Weininger e Groddeck), a seconda che si sia partigiani del malriarcalo o del patriarcato. E' infalli il patriarcato che lia avvialo quel processo di liberazione dai vincoli naturali che ha condotto a un sistema sociale in cui prevalgono i principi «dell'amo�re condizionalo, della struttura ge�rarchica, del pensiero astratto, delle leggi fatte dall'uomo e dallo Stalo» (Fromm). Non solo, ma anche l'uso politico del modello matriarcale può essere mollo diverso a seconda degli aspelli che vengono sottolinea�ti. Esiste cioè, come noia Salza, il rilomo al materno nella fomia di un romanticismo reazionario che si oppone alla modernità in nome del passalo, della tradizione, della terra e del sangue: e una utopia di sini�stra, che vede nella valorizzazione di certi aspetti del matriarcato la possibilità di superare il principio di prestazione, se non addirittura il principio di reallà. In ogni caso, si può dire che nella nostra cuilura il femminile viene visto come un fattore di destabiliz�zazione, e per questo eccita reazio�ni, positive e negative, di grande passionalità. Finché però la destabi�lizzazione coincide con l'idea di dissoluzione nella grande Matrice in cui tutto è conU'nulo, si dà per scontato che femminile e materno coincidano. In reallà, e queslo è il secondo grande lema del libro, esi�ste un femminile emancipalo dalle componenti materne, che è stato indagato soprallullo da Jung e Neu�mann. Jung identifica nell'archeti�po dell'Anima la femminilità incon�scia dell'uomo, che rappresenta la sua debolezza e insieme quegli aspelli intuitivi, emotivi e irraziona�li che compensano la razionalità cosciente imposta dal canone cultu�rale. Anima è una sorta di partner interiore (spesso proiettata su una donna reale, che acquista allora un fascino ineguagliabile) che, colle�gandola con i contenuti inconsci, continuamente trae fuori dei binari consueti la vita dell'uomo, e la volge verso quella sorta di disadallamenlo controllalo che per Jung corrisponde alla pienezza dell'espe�rienza. «Con astuzia e con giocoso inganno, l'Anima attira verso la vita l'inerzia della materia che non vuole vivere. Fa credere all'uomo cose inverosimili: affinchè la vita sia vissuta». E' in questa funzione propulsiva, che spinge al cambia�mento e alla trasformazione, ciò che distingue il femminile animico da qijello materno. Bisogna essere riconoscenti al�l'autore per aver dipanalo con ma�no sicura una matassa cosi intricata e sfuggente, unendo l'ampiezza del�l'informazione alla chiarezza del�l'esposizione. Senza mai prevarica�re, egli ha raggiunto lo scopo di turbarci, mostrando a noi tulli, uomini e donne, come sol 1 levi gala scorza segreti fili ci connettono a ciò che, con nomi molteplici la musica, le donne.. insieme ci alimenta e ci sfugge. Teorie sulle donne nella cultura del '900, da Bachofen e Weininger a Freud e Jung, tra nostalgia della Dea Madre, grembo di fratellanza, e archetipo dell'Anima, partner interiore, il principio inconscio del cambiamento K | ■': ^'ì-f!' «La nascita di Afrodite»: in «Solo una dea» Fulvio Salza esamina le mitologie del femminile nel '900. A destra lo scrittore Emmanuel Bove RECENSIONE Augusto Romano Fulvio Salza Solo una dea Bollati Borìnghieri. pp. 198. L. 35.000 SAGGIO