Sul Libano si abbatte la vendetta di Israele di Aldo Baquis

Sul Libano si abbatte la vendetta di Israele Sul Libano si abbatte la vendetta di Israele Colpite le centrali di Beirut e l'autostrada per Damasco Aldo Baquis TEL AVIV Aerei da combattimento israeliani hanno colpito ieri due centrali elet�triche a Nord di Beirut (e di conse�guenza hanno lasciato al buio un milione e mezzo di libanesi) al culmine di ima nuova giornata di violenze, mentre prosegue nella regione la missione del mediatore delle Nazioni Unite che è incarica�to di coordinare il definitivo ritiro israeliano dal Libano meridionale. L'incursione dell'aviazione israeliana nei cieli di Beirut è stata decisa dal govemo israeliano in una riunione di emergenza convo�cala gioved�notte, dopo che la città israeliana di Kiryat Shmona (Alta Galilea) era stala centrata da deci�ne di razzi katyusha sparati da guerriglinri sciiti Hezbollah. Alle due del mattino i caccia israeliani hanno centrato un tra�sformatore nella centrale di Bsalim (presso Beirut) e hanno fatto crollare un edificio di quattro piani accanto alla centrale di Baddawi (Tripoli), che è arsa per alcune ore: i danni sono slati valutati 50 milio�ni di dollari. Hanno anche fatto esplodere depositi di munizioni dei guerriglieri Hezbollah a Brital (nel�la valle della Beqaa) e danneggiato in un breve tratto la superstrada Beirut-Damasco: «Un ammoni�mento alla Siria», ha spiegato un ufficiale dell'esercito israeliano. Giovedì, par la prima volta, lo stato maggiore israeliano ha preso in considerazione la possibilità di colpire anche obiettivi siriani in Libano. I ministri di Barak non se la sono però sentiti di avvallare una mossa cosi destabihzzante. «Qualora in futuro le provocazioni fossero più gravi, potremmo colpi�re in modo molto più pesante» ha comunque avvertilo il generale Ghiera Ailand. Facendosi portavoce della esa�sperazione della popolazione del�l'Alta Galilea (sempre più spesso costretta a riparare nei rifugi e angosciata all'idea che il ritiro dal Libano «porti gli Hezbollah alle porte di Kiryat Shmona») il capo dello stato Ezer Weizman ha avuto parole di compiacimento per i raid contro le centrali elettriche. «Se torneranno ad attaccare ha avver�tito li sprofonderemo in una tenebre assoluta)/. I comandanti Hezbollah non si sono tuttavia persi d'animo in se�guito al monito del generale Ailand e alle previsioni di Weizman. Ieri mattina i katyusha sono tornati a volare verso la Galilea andando a conficcarsi nei campi di Naharya e nelle strade di Shlomi. In ((uesta cittadina hanno demolito un cen�tro sociale dove i sindaci della zona slavano per fare il punto della situazione mentre 200 mila abitan�ti continuano a restare nei rifugi (per ordine dei militari) e mentre i turisti hanno ormai abbandonato in massa gli alberghi e i luoghi di escursione. «Si respira aria di guer�ra», ha confermato il sindaco di Maalot, Shlomo Buhbut. La nuova salva di razzi non ha però fatto vittime umane e quindi Barak ha deciso di fermare, per il momento, le ritorsioni contro il Libano, anche per non mandare a picco la missione dell'inviato spe�ciale delle Nazioni Unite, Roed Terje Larsen. A Beirut indignata per l'impen�nata di violenza Larsen ha cerca�to di concordare con il presidente Emile Lahoud e con il premier Salini el-Hoss la modalità del ritiro che Barak intende concludere en�tro il luglio 2000, nel contesto delle risoluzioni dell'Onu 425 e 426. Il problema n. 1 è quello di definire il tracciato del confine israelo-libanese dopo oltre 20 anni di occupazio�ne militare israeliana. Lahoud ed al-Hoss hanno assi�curalo l'inviato di Kofi Annan che il Libano chiede solo una «realizza�zione accurata ed onesta» di quelle risoluzioni. Poi gli hanno affidalo un memorandum in otto punti in cui il Libano esige fra l'altro la liberazione di tutti i pregionieri, la restituzione della zona di Shebaa (Monte Hennon, dove Israele ha approntato piste da sci e installa�zioni radar) e la smilitarizzazione del filo-israeliano Esercito del Liba�no Sud. Ieri, in un intervista televisiva, Barak ha detto che non vuole una esclation militare e che il suo obiet�tivo resta ancora «portare a termi�ne la tragedia libanese», cioè com�pletare il ritiro. Se dopo il ritiro Israele fosse ancora attaccato, ha aggiunto, «nessuno degli aggresso�ri o dei loro mandanti sarebbe immune». Secondo la televisione, era un avvertimento alla Siria. tostrada per Damasco Un ingegnere libanese fugge attraverso le macerie di una centrale elettrica colpita dngli israeliani nel Nord del Libano