SuIl'ostruzionismo l'ira di Amato

SuIl'ostruzionismo l'ira di Amato LE DIFFICOLTA' AL CONSIGLIO DEI MINISTRI SuIl'ostruzionismo l'ira di Amato «Ma anche la maggioranza deve darci una mano» Maria Teresa Meli ROMA Non è tipo da arrendersi, Giuliano Amato. Ma la giomata parlamenta�re dell'altro ieri lo ha messo a dura prova: alla Camera, di fronte al�l'ostruzionismo del Polo, è stato costretto a gettare la spugna sul sanitomelro, al Senato, sul disegno di legge che ripulisce le liste eletto�rali, ha potuto toccare con mano che la maggioranza, anche l�dove ha i numeri, non riesce ad andare avanti per divisioni interne. Il gior�no dopo il premier ne trae le conseguenze; il governo, che ha appena cominciato a muovere i suoi primi passi, ha davanti a sé mesi e mesi di prove difficili. Il centrodestra intende dargli del filo da torcere: «Noi rivela il capogrup�po di An a Montecitorio Gustavo Selva puntiamo ancora ad avere lo elezioni a ottobre, e non faremo nessuno sconto». Amato, che lo sa, lenta di correre ai ripari, conscio del fatto che la coalizione che lo sostiene non è un monolito. E in Consiglio dei ministri fa una disa�mina spietata dei iroblcmi. Non si nasconde niente, i premier. Non la forza del Polo, non la debolezza del centrosinistra. Né tanto meno l'ìngestibilità della Camera. «D�fronte a ostacoli cos�grossi, quasi insormontabili spiega Ama�to non possiamo adottare la tatti�ca della guerra, ma dobbiamo utiliz�zare quella della guerriglia. La situazione è quella che è: alla Camera la maggioranza è sempre sul filo del rasoio. Non solo: la maggioranza ò scollata e non si può pensale d�andare allo scontro fron�tale con il Polo. Con il muro contro muro perdiamo. E allora la strada è una sola: poca legislazione, molta amministrazione». Il che significa, in parole povere, cercare di evitare il più possibile di andare in Parla�mento. Ma a qualcuno, dentro il Consiglio dei ministri, quel discor�so è sombrato un atto di resa incondizionata al Polo. A qualcuno come Cesare Salvi, per esempio, che ha replicato con queste parole al premier; «Alla Camera abbiamo dato uno spettacolo disastroso; il centrodestra ci ha chiesto di ritira�re il decreto e noi lo abbiamo accontentato. E' cos�che andiamo alla sconfitta. Bisogna invece alza�re il livei'o dello scontro e poi spiegare agli italiani che ò per co pa del Polo che hanno la benzina più cara...». Anche il giovane ministro Letta è per la Unea dura: «Non si mò pensare di andare avanti galeggiando avverte perché galleg�giando si perde». Un'obiezione, que�sta, che infastidisce Amalo; «Io non ho la minima intenzione replica di galleggiare, ma è con lo scontro frontale che si perde. Per�ciò, evitiamo il Parlamento». Tanto più che la maggioranza, sottolìnea il presidente del Consiglio, non offre grandi prove di «compattez�za». E il sottosegretario Enrico Mi�cheli da ragione ad Amato su que�sto punto: «Anche la maggioranza osserva deve darci una mano in Parlamento. Non può offrire spetta�coli come quelli di ieri al Senato». «S�inlervione nuovamente il pre�mier, cogliendo la palla al balzo per continuare la sua ramanzina al cntrosinistra pure qualche mini�stro ha dato il suo contributo a quello spettacolo del Senato». Mo�rale della favola: alla Bue l'esecuti�vo decide che per quel che riguarda gli altri decreti da convertire entro maggio non rosta altro da fare che vedere che cosa accade. La prima prova si farà con il provvodimenlo sui contratti a termine per la giusti�zia, all'inizio della settimana pros�sima. Si tenterà anche un'iniziati�va con il Polo, e poi, por gli altri decreti, chi vivrà vedrà. E in confe�renza stampa. Amato invila il cen�trodestra alla «ragionevolezza»; «Non è mai accaduto dico che un'opposizione abbia impedito si�stematicamente qualsiasi provve�dimento. Immagino che si tratti doll'esaspcrazione del momento. Se cos�non fosse dovrei avvertire gli italiani della |)ossibilità che i premi assicurativi aumentino. Spo�ro dunque che il livello dei decibel della polemica si riduca*. Un modo per svelenire il clima, forse ci sarebbe, spiega nel pomeriggio Cos�siga ad Amato: se il governo modifi�casse la «par condicio» si potrebbe addivenire a un compromesso sul�la leggo elettorale. 11 premier, però, almeno por il momento, non acco�glie la proposta, Ma i problemi non finiscono qui. Sempre a proposito di decreti, ce ne uno che sia suscitando gran clamore, quello della ripulitura del�le liste. Amato dice la sua (e non solo la sual; «Anche il Presidente della Repubblica osserva in Consi�glio dei ministri rilione che sareb�be una forzatura farlo adesso, al�l'ultimo minuto». I democratici, p-ro, insistono. Bianco osserva: «Non possiamo escludere un decre�to». Eccome se si può escludere, è l'opinione d�Zecchino, Loiero e Salvi. Dice il secondo; «Pillili' le liste va bene, pero facendolo per questo referendum si rischia». Già, porche, come spiega Zecchino: se la Camera non convertisse il provve�dimento, che cosa accadrebbe? 1 risultali referendari verrebbero in�validati? «Sarebbe un'abnormità giuridico-istituzionole». «Ne ripar�liamo doixri'appuntaiui'iiio di mar�ted�al Senato», e la conclusione di Amato Sombra proprio una pietra tombale sul decreto, anche se la Bonir ;. che incontra il premier nel pomeriggio, assicura che l'esecut�vo, nel caso la legge passi ,i Palazzo Madama, farà quel provvedimen�to. Assai difficile, visto che meta maggioranza e quasi ire quarti del Con ,:glio dei ministri non sono d'accordo. E parrebbe non esserlo nemmeno quel Ciampi di cui Ama�to va, in serata, per riferire di una situazione che il capogruppo diessi�no Fabio Mussi fo'ugnua nm qui'SU' parole: «Quello che avete visto finora è niente: nei prossimi mesi balleremo e temo che alla Camera non riusciremo a fare niente». «Nello scontro frontale con il Polo perdiamo La guerriglia è meglio della guerra» Ma nel governo c'è chi chiede la linea dura Cossiga al premier ^Per svelenire lo scontro basterebbe abolire la par condicio...» A destra: un momento della protesta referendaria, con Marco Taradash steso a terra davanti a Palazzo Chigi Sotto: il premier Giuliano Amato

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