Vinse e scongiurò la rivolta civile di Filippo Ceccarelli

Vinse e scongiurò la rivolta civile Vinse e scongiurò la rivolta civile Filippo Ceccarelli A Roma, piazza Colonna, i poliziotti della Celere (la gSoelbere») facevano i ca�roselli con le camionette; a Milano i dimostranti assedia�vano la prefettura; ad Abbadia San Salvatore c'erano addirit�tura i morti/ e s'interrompeva�no le comunicazioni tra il Nord e il Sud. Era il pomerig�gio del 14 luglio del 1948. Più o meno nelle stesse ore, Barta�li se la vedeva con Bobet, Robic, Lambrecht, sui colli gelati del Tour: Izoard, La Porte, Cucheron, Granier. «T corridori si legge sulla Stam�pa del 17, dopo due giomi di sciopero lottavano in mezzo alla tormenta, affondando le ruote nel fango, stringendo a stento il manubrio con le mani intirizzite». C'è anche una foto d�«Ginettaccio», «ancora una volta dominatore sui monti». La scalata ai 2556 metri del Lautaret, scrive Giuseppe Ambrosini, «fu veramente dram�matica, nel quadro invernale che le offrivano le montagne tuffate nella nebbia e coperte di neve che frullava al vento impetuoso». In basso, una nolicina, a parte: «De Gasperi ha inviato a Gino Bartali un calo�roso telegramma d�incitamen�to e di augurio». Se è per questo, sembra che la sera prima gli avesse addirit�tura telefonato: «Gino, se puoi far qualcosa, fallo: qui c'è una gran confusione...». C'era, in effetti. Ma la leggenda narra che a un certo punto, da un bar di piazza del Duomo, giun�se alle orecchie dei manifestanti il Giornale radio, che apriva con questa notizia: «Nel mo�mento in cui trasmettiamo, Gino Bartali è solo sulla vetta dell'Izoard, con venti minuti di vantaggio sugli immediati inseguitori...». Come accade soltanto nelle favole, dalla rabbia si passò alla gioia. Poi però ci fu una foratura, che tenne con il fiato sospeso quell'Italia in bilico tra due esplosioni. Alla fine Batiali vinse, riconquistò la maglia gialla, la gente si sciolse nel tripudio e la fiaba nazionale vuole che non solo a piazza del Duomo, ma in tutte le piazze del Paese si abbracciassero democristiani, comunisti e po�liziotti. Con gli anni, la ricostruzio�ne s�arricch�di particolari suggestioni. Lo stesso campio�ne dovette ridimensionarla, riconoscendo di aver dato solo «una mano» a Sceiba. E' quasi certo, invece (s�legge nelle cronache e l'ha testimoniato Massimo Caprara) che appena risvegliatosi dall'anestesia do�po l'intervento al Policbnico, lo stesso Togliatti domandò: «Beh, chi è arrivato al Giro di Francia?». E tuttavia, tanto la leggen�da degli italiani che mettono da parte le divisioni per ab�bracciarsi nel nome del cam�pione, quanto la realtà d�un Paese che durante una crisi viene comunque distratto da un evento che prescinde dalla politica, hanno un senso e indicano una direzione. In un Paese fino a pochi anni prima lacerato, è lo spirito dell'uni�tà, in fondo, e dell'identità dei sentimenti che vince, con Bartali, contro l'odio di parte. E questo basta non solo a far entrare quel lontano evento nel mito, ma anche a prefigura�re l'importanza sempre più decisiva dello sport nella socie�tà di massa. Come rito colletti�vo, fattore di integrazione, motore d�mutamento anche economico, volano di comuni�cazione e, nel caso del cicli�smo, responsabile in parte del riassetto della rete stradale italiana (come spiega bene il professor Daniele Marchesini ne L'Italia del Giro d'Italia, Il Mulino, 1996). Tornato in Italia, il campio�ne fu opportunamente ricevu�to dal Papa, da Einaudi, da De Gasperi. Quest'ultimo e qui forse ricomincia la leggenda gli disse: «Non hai idea del favore che ci hai fatto, puoi chiederci qualsiasi cosa, an�che una coppa d'oro alta un metro». Ma Banali, che di coppe ne aveva tante, provò a chiedere se fosse possibile non pagare le tasso, almeno per un anno. «No, questo proprio non è possibile». Allora niente, me�glio cosi. Era come pochi altri un personaggio degno d�quell'Ita�lia in bianco e nero Lui era bianco, bianchissimo, lo chia�mavano «il pedale di Dio». Iscritto al Terz'Ordine carmeli�tane, portava sempre (come Scalfaro) il distintivo dell'Azio�ne Cattolica, Pio XII lo indico come «perfetto atleta cristia�no». Coppi, invece, anche per via d�quella sua vita privala irregolare, copriva l'immagi�nario laico e di sinistra. In coppia, o se s�preferisce in compiuto e pacificato duali�smo, esaurivano ciuasi tutte le pulsioni ideologiche a disposi�zione. Due anni orsono, ultra�ottuagenario, gli chiesero di presentarsi con Forza Italia nel Mugello, contro D�Pietro. Ancora una volta fu saggio a lasciar perdere. Nd luglio 1948 l'Italia era in preda a moti di piazza e De Gasperi gli chiese aiuto. Gino «volò» sulle veite alpine del Tour e la sua vittoriosa impresa riportò nel Paese una calma insperata v-mB^mtKtvm&immpIn alto, Bartali in udienza da Papa Pio XII con Coppi e Girardengo: è il 19 aprile 1950 A fianco ( 10 agosto 1948) in compagnia del presidente Einaudi e di Andreotti