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Fitzgerald la scrittrice gentile Scomparsa a83 ami Fitzgerald la scrittrice gentile Masolino d'Amico IN Italia si traduce tutto, ma stranamente Penelo�pe Fiizgerald, scompar�sa una settimana fa a I ollantatrc anni, era sta�la ignorala, benché la sua opera omnia fosse ben nota anche ai francesi e ai tedeschi, e il suo ultimo meraviglioso romanzo, «Il fiore azzurro», avesse vinto il massimo pre�mio letterario americano. Il suo era il nome che facevano tutti gli scrittori di passaggio, da Julian Barnes a Paul Ausler. quando gli si chiedeva cosa stessero leggendo; a forza di sentirlo comprai i libri, li lessi, la segnalai a un editore. La Fiizgerald era diventala nan-airice più che sessanten�ne, ma era laureala in lettere e apparteneva a una grande di�nastia letteraria, con un padre famoso direttore di «Punch» e uno zio mondanissimo prete cattolico immortalato da una biografia di Evelyn Waugh. Semplicemente, aveva aspetta�to di avere materiale: dei suoi nove romanzi, cinque rielabo�rano esperienze vissute, e gli altri si basano su ricerche scrupolosissime. Nessuno di essi assomiglia a un altro, e quasi tulli sono mollo brevi. Quando la andai a trovare viveva in uno spanano miniap�partamento, quasi un garage convertito, nella casa di Si John's Wood che aveva ceduto alla figlia mi disse che questo era per buona creanza: non voleva ripetersi, né annoiare facendo perdere tempo. Sem�pre per buona creanza, rispon�deva anche ai seccatori con incantevoli missive manoscrit�te. Conversare con lei non ora 1 facile, perché preferiva tacere, e osservare, che parlare. Ma confrontarsi con la sua pagina | da traduttore ò stato, è e conti�nuerà a essere stimolantissi�mo; il contatto con un'intelli�genza profonda, con un umori�smo penetrante e serenamente sconsolato (immaginate qual�cosa tra Cecov e Natalia Ginzburg), fissati in un inglese di precisione e limpidezza senza tempo,