«La Ue vuol perdonare Vienna»

«La Ue vuol perdonare Vienna» «La Ue vuol perdonare Vienna» Ma l'Unione smentisce: nulla è cambiato Francesca Manacorda corrispondenle da BRUXELLES I quattordici Stati dell'Unione euro�pea che il 2 febbraio scorso hanno congelate le relazioni bilaterali con l'Austria stanno cercando un modo per revocare le sanzioni e uscire dall'impasse. Lo sostiene il quotidia�no conservatore tedesco Die Welt, secondo il quale la maggioranza dei Quattordici sarebbe pronta a trovare una «soluzione politica» per mettere fine all'isolamento dell'Austria. Il go�vemo olandese ha preso un'iniziati�va in questo senso, scrive ancora il quotidiano, e la proposta ufficiale dovrebbe arrivare entro il 19 giugno, quando a Porto si terrà un vertice dei capi di Stato e di govemo europei. Un portavoce della Commissione ha pe�rò replicato che a Bruxelles «non è arrivato nessun segnale» in questo senso e che la Commissione non studierà autonomamente un modo per uscire dall'impasse, sebbene «ov�viamente è sempre a dispozione degli Slati membri». Anche il ministro degli Esteri tedesco Joska Fischer, in un'intervista al quotidiano Handelsblatt, smentisce che qualcosa si stia muovendo: «Stiamo osservando at�tentamente tutti gli sviluppi, ma per il momento non vediamo fatti nuo�vi». Della questione hanno parlato probabilmente pure il cancelliere te�desco Gerhard Schroeder e il presi�dente della Commissione Romano Prodi, che ieri sera hanno cenato insieme a Bruxelles. Al di là delle smentite ufficiali, comunque, è un dato di fatto che a tre mesi dalla loro entrata in vigore le sanzioni contro l'Austria stanno cre�ando tra i Quattordici molli imbaraz�zi e numerosi ripensamenti, ad ecce�zione di Francia e Belgio che sono fautori della linea più dura. Sia alla Commissione europea, sia nel gover�no italiano si ammette che tra gli Stali che hanno deciso e applicalo le sanzioni cresce l'insofferenza. «C'è malessere in molti govemi si spiega a Bruxelles anche perchè si teme che il congelamento delle relazioni bilaterali possa avere efilti sul funzio�namenlo del meccanismo comunita�rio». Un timore fondalo, visto che Vien�na minaccia nelle ultime settimane in modo sempre più insistente, di bloccare i lavori dell'Ue ricorrendo ai diritto di velo quando sia prevista l'unanimità e sta inoltre preparando a una nuova offensiva diplomatica. Oggi, infatti, il cancelliere Wolfgang Schuessel terrà una seduta straordi�naria del consiglio dei ministri su questo argomento e il suo ministro degli Esteri, Benila Ferrero-Walden, ha già annuncialo che «affronterà energicamente» la questione domani e domenica nel corso del consiglio informale degli Esteri che si terrà alle isole Azzorre. Anche il presidente socialdemocratico del parlamento au�striaco, Heùiz Fisher, che pure appar�tiene all'opposizione, ha chiesto ieri all'Unione europea di fare «un esame giusto» della situazione. L'Austria continua a scommettere su una via d'uscita, specie attraverso la modifica dell'articolo 7 del Tratta�lo di Amsterdam che dovrà essere deciso entro fine anno dalla Conferen�za intergovernativa. Oggi l'articolo prevede che uno Stato membro possa perdere il diritto di voto in sede comunitaria se ha compiuto «gravi e persistenti» violazioni dei principi fondamentali dell'Ue. Vienna punta invece a una nuova formulazione che preveda un monitoraggio continuo sul rispello dei criteri base dell'Ue da parte degli Siali membri. Lo slesso presidente della Repubblica austria�ca Bruno Kleslil è pronto a chiedere la sospensione delle sanzioni contro il suo Paese fino a quando l'articolo 7 non verrà emendalo. L'Austria vede con favore anche un'altra proposta di modifica dell'ar�ticolo 7 presentata dal Belgio, che prevede invece un «avviso preventi�vo» dei Quindici a un Paese dove esista «una minaccia di violazione» dei princìpi comunitari, offrendo al�l'indizialo la possibilità di replicare. Ma ieri il portavoce del ministro degli Esteri belga, Louis Michel, si è incari�cato di smentire l'ottimismo austria�co, sostenendo che la posizione del suo govemo rimane quella intransi�gente di sempre: «Non c'è alcun legame tra la nostra proposta e il caso aulriaco. Pensiamo che un "avviso preventivo" possa servire per i Paesi che entreranno nell'Ue, ma anche per l'Italia o per lo stesso Belgio», ha dello, se in questi Paesi dovessero manifestarsi tendenze razziste o xe�nofobe. La Welt: si discute la revoca delle sanzioni Del problema hanno parlato Schroeder e ProdiFrancia e Belgio leader della linea dura

Persone citate: Bruno Kleslil, Ferrero, Fisher, Francesca Manacorda, Gerhard Schroeder, Joska Fischer, Louis Michel, Romano Prodi, Schroeder, Wolfgang Schuessel