Un attentato nei piani degli aspiranti Br

Un attentato nei piani degli aspiranti Br Un attentato nei piani degli aspiranti Br Si preparavano a fare acquisti di armi all'Est MIUNO «Il discorso è quello dei danè: purtroppo l'odore del cambio è impre�scindibile da qualunque cosa tu vo�glia fare». E' tutta in questa frase, molto pragmatica, mollo milanese, attribuita con un'intercettazione a Claudio Conti Erling, 3i anni, un passato da agilprop nei centri sociali e con velleità di capo brigatista, la filosofia del gruppo di pseudo terrori�sti sgominati l'altro ieri da un'opera�zione del Nucleo Informativo dei carabinieri di Milano che ha portato in carcere sei persone con accuse che vanno dal traifico di droga e armi al furto di auto e ciclomotori, ma non di terrorismo. Una banda comunque ben annata (il loro arsenale era in un magazzino di via Albini Bisi, tra i ciuartieri di Greco e Niguardal e pronta a |)assare all'attacco con rapi�ne a un portavalori di Brescia e a un ufficio postale vicino a Reggio Emi�lia, per autofinanziare la nascita di un vero e proprio gruppo terrorista di estrema sinistra. Nelle intercettazioni effettuate dai carabinieri fin dall'agosto scorso emergono particolari inquietanti cir�ca il reperimento di una «7 e 65 silenziala», una pistola cioè più utile ad uccidere che a rapinare e che non ò stata ancora trovata. Il gruppo insomma si stava forse preparando anche a compiere un attentato. E non tranquillizza il fatto che, nel cori.o di uno dei vari giri in auto per Milano, Conti, considerato il capo della banda, indichi a uno dei compli�ci io abitazioni di vari personaggi pubblici, tra cui quella di Ignazio La Russa, il parlamentare di An presi�dente della commissiono per le auto�rizzazioni a procedere. Di certo, pri�ma di «colpire», i 6 estremisti aveva�no comunque ancora il problema di come organizzarsi: «La strada giusta dice Conti a "Franca", un'amica che lo sta accompagnando ad un appun�tamento su un auto imbottita di mi�crospie, è quella della rapina di via Imbonati...». Una rapina sanguinosa, che costò la vita a un agente di polizia e che fu compiuta, con tatti�che militari, da ex terroristi rossi. E' per questo che Conti, con i complici, manteneva una fitta corri�spondenza con gli «irriducibili» della stella a cinque punte rinchiusi nelle carceri e con vari dissociati semilibe�ri che adesso rischiano di tornare in prigione. «In fondo raccontava Con�ti prima di tirare giù D'Antona (Massimo D'Antona, il sindacalista assassinato un anno e mezzo fa dalle Br, ndr), è 10 anni che vanno in giro a fare rapine e sono dovuti arrivare ad avere un po'di soldi prima di tornare a fare operazioni di tipo politico-mili�tare...». Talmente convinto della ne�cessità di reperire «i danè» che Conti e la sua banda avevano accettalo di partecipare a una rapina simulata a un furgone della Perfetti, procurata da un ricettatore con l'accordo del�l'autista del mezzo: il colpo avrebbe dovuto fruttare una trentina di milio�ni. Ma non c'è slato il tempo. Merco�led�i carabinieri, coordinali dal pm Stefano Dambruoso e con un provve�dimento firmato dal gip Beatrice Sechi, hanno messo fine ai sogni eversivi della banda. In carcere sono finiti lo stesso Conti, che ieri attraver�so il suo legale ha negalo ogni respon�sabilità, Monica Marchini, Luca Motla, Salvatore E Alise, Riccardo Cucinella e Marco Domenico Saraco, tulli residenti a Milano e frequentatori di vari centri sociali, in particolare «La Panetteria». Mentre per altri due, Fulvio Primerano e Lorena Pochetti, il giudice ha disposto l'obbligo di firma in una caserma dei carabinieri. Ora gli invesligalori passano al setac�cio il materiale ritrovalo nel magazzi�no-covo: oltre a fucili, una mitraglietta Sten, centinaia di munizioni, 4 paia di manette, silenziatori, bombe a mano, targhe, i carabinieri hanno trovato diverso materiale cartaceo. Documenti delle Brigate Rosse risa�lenti agli ormai lontani anni d�piom�bo ma anche volantini più recenti. Smentila l'esistenza di copie della rivendicazione dell'omicidio D'Anto�na. La banda, secondo le intercetta�zioni, si preparava ad ammodernare il proprio arsenale con acquisti di armi nei mercati illegali dell Est: tra queste, un puntatore laser e un viso�re notturno. {p. col.) Il materiale sequestrato nel magazzino-covo a Milano

Luoghi citati: Brescia, Milano, Reggio