Gelo in aula dopo la requisitoria

Gelo in aula dopo la requisitoria Gelo in aula dopo la requisitoria L'expm toma al passato: ho fatto il mio dovere personaggio Maria Laura Rodotà C MERANO gli ex alleati e i " nemici di sempre; l'hanno ascoltato guardandolo co�me una ingombrante, controversa, scocciante reliquia di una guerra passata. Lui ha rifatto il duro, di quelli che ci son sempre stati nelle storie parlamentari ovunque; star non più di moda diventate, scrive�va John Dos Passos, «uomini osti�nati che non esprimono opinioni se non la loro». Con cinque minuti di discorso, zero applausi, gelo in aula, l'ex pm tornato pm per il suo ultimo grande show che se ne va a bere una spremuta di pompelmo e gliela danno d'arancio. «Le è costa�to fatica?». Di Pietro ripropone il sorriso, adesso bello stanco, delle foto «Grazie Di Pietro» sulle copertine di tanti anni fa: «Fare il dovere non costa fatica. Ho solo citato l'atti e fonti». Fine dello spettacolo, la fiducia continua. L'ex uomo più popolare d'Italia, l'ex eroe di Mani Pulite, resta ancora po' al Senato tra l'imbarazzo dei senatori. Che però, forse in cerca di forti emozio�ni, la sua arringa da ultimo del pool dei Mohicani l'avevano aspet�tata mezzo pomeriggio. Lui, Antonio Di Pietro era arri�vato con congruo anticipo, alle 3,15. Seduto in ultima fila, posti vuoti intorno, due sole visite: un collega senatore e Carla Mazzuca dei Democratici, che stava per ribadire l'appoggio ad Amato ma non veniva maltrattata. Nella pri�ma ora ha riletto il discorso senza trovare errori, nella seconda l'ha riscritto furiosamente. Per un po' ha cercato di non guardare nessuno, si stropicciava gli occhi, si grattava la barba, assumeva la posizione del pensatore. Ha conces�so un sorriso durante l'applauso postumo a Massimo D'Alema, altri due per motivi non chiari al diniano Mario D'Ureo e a Vito Gnutti dell'Ape mentre parlavano. Poi il training autogeno: quando si avvi�cinava il suo intervento, ha preso a raddrizzarsi la schiena e a tenere i pugni sui fianchi. In fondo, fino a qualche tempo fa, sintassi permet�tendo, era l'altro Grande Comuni�catore italiano, dopo Berlusconi. Lo sanno i berlusconiani, che men�tre stava aprendo la bocca gridava�no «Facci sognare»; anche se subi�to li ammutoliva la parallasse. Insomma, «l'errore di parallasse madornale» commesso dal centro�sinistra. Che ha «mandato in tilt il proprio elettorato» causa Amato ed ex socialisti nel governo, col rischio di perdere tanti consensi. Stesi, a cercar di ricordare che accidenti è una parallasse, i senato�ri non parleranno più. Non si interrompe un pm, che diamine. Uno cos�potrebbe tirar fuori qualcosina su tutti, ma per fortuna si concentra sull'imputato Amato Giuliano. «Qual è il programma di Amato sul conflitto di interessi? Non l'ha detto e non lo può dire» perché insieme a Craxi contribu�ad agevolare le tv di Berlusconi. «E sulla giustizia? Quali garanzie sul�le indagini, sui magistrati? Non l'ha detto e non lo può dire». Né può dire, ha continuato, sull'azio�nariato diffuso, l'insider trading, le società offshore e altro. «Niente di personale», per carità, data la bravura tecnica del premier. Poi ha inarcato la muscolatura, preso fiato, elencato i capi d'accusa con ritmo veloce tra il pm e il rapper: «Sette gennaio '92, Amato è com�missario al Psi di Milano e defini�sce Mani Pulite "uno scandalo fondato sul nulla». 1997, Bettino Craxi dichiara che sulle finanze del Psi «Amato non poteva non sapere». 1983, Amato commissa�rio al Psi di Torino rimprovera il sindaco Novelli perchè non ha trovato «una soluzione politica in�vece che giudiziaria» allo scandalo Zampini. Dicembre 1992, primo avviso di garanzia a Ci axi. Amalo attacca per un suo intervento il mmistro dell'Ambiente dicendo «non hai fatto il tuo dovere, dovevi parlare prima con Bettino e con me». Accuse ad Amato: «Indebite interferenze» e «comportamenti omertosi». Accusa al centrosini�stra: la sua scelta «ha portalo solo confusione» e «buona parte della classe dirigente craxiana la ritro�viamo al governo». Provvedimen�to immediato: il voto contrario di Di Pietro Antonio. Raccomandazioni alla Corte: trovare «un candida�to più presentabile» per il 2001. Richiesta al tribunale di centrosini�stra: fare la casa comune dei rifor�misti anche con quelli che non vogliono Amato. So invece si darà retta a Parisi che li vuole fuori, «non mi unirò a coloro che la faranno». Silenzio bestiale. Di Pietro si alza e se va. Commenti: 'Ma lui sa che sta facendo?», «E che altro poteva fare uno come lui?». Con uno comi; lui non si sa mai, ma per il momento, a occhiò e croce, sombra possa l'are poco. Capita agli uomini ostinali finiti por caso in Senato. Quello di Dos Passos si chiamava Bob La Follette, ora con�trario alla Grande Guerra e non volevano farlo parlare. E lui slava «con una gamba fuori dal banco e le braccia conserte e un sigaro spento all'angolo della bixxa o un discorso non pronunciato in ma�no»'. Nel Parlamento italiano son più educati, o comunque non usa. E poi li succedono sempre còse strane; anche agli ex pm ex mini�stri ex inquisiti (poi prosciolti) pure loro nonché senatori in pole�mica con tutti. E con Di Pietro, non si sa rome finirà o, vai a vedere, se ri-inizierà. Il discorso riscritto di getto al Senato Poi il debutto con la metafora della «parallasse» «Se andiamo avanti cos�non ci vota più nessuno» Alla fine, silenzio da entrambi i Poli

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