Modello Aznar, 4 comunisti al governo

Modello Aznar, 4 comunisti al governo Il Polo non può guardare a Madrid se non rinuncia al populismo e alla xenofobia Modello Aznar, 4 comunisti al governo Enric Jullana «Ci OSI vicini, ma cos�lon�tani». Con queste parol le molti portoghesi so�no soliti esprimere la propria relazione con la Spagna. Cos�parlano quando fanno riferimen�to, sempre con una certa inquie�tudine, ai propri vicini dell'entro�terra, giungendo al punto di tra�sformare quest'idea nel motto della loro interessante industria turistica. Una stessa idea di lonta�nanza nonostante la prossimità affiora quando tentiamo di riflet�tere sui possibili punti di contat�to fra la situazione politica attua�le della Spagna e quella Italia. L'asimmetria è tale che anche noi siamo tentali di esclamare: «Cos�vicini, ma cosi lontani!». A ben guardare, però, forse alcune delle cose che accadono in questi giorni non sono cos�radi�calmente diverse. Spagna e Ita�lia, per esempio, hanno appena varato un governo dopo le elezio�ni legislative in un caso, regiona�li nell'altro nelle quali la sini�stra riformista è stata severa�mente sconfina. Quasi nello stes�so giorno in cui Giuliano Amato olieneva di uscire indenne dalle slrelloie di Monlecilorio con il difficile, per non dire impossibi�le, incarico di salvare l'Ulivo, o come si voglia chiamare l'albero del centrosinistra italiano, José Maria Aznar presentava a Ma�drid il governo che amministrerà i primi quattro anni di piena maggioranza assoluta della de�stra in una condizione di normali�tà democratica; una situazione assolutamente inedita nella sto�ria contemporanea della Spagna, Ecco qui due )iani paralleli che permettono ( i misurare la vicinanza tra i due paesi. Alcuni paradossi recenti possono aiutar�ci. Mentre a Roma una parte della sinistra italiana, forse la dìù intelligente, sospira per il aanchiere Antonio Fazio come carta possibile per impedire che Silvio Berlusconi e compagnia riconquistino il potere nei prassi mi mesi, a Madrid Aznar ha appena incluso quattro ministri ex comunisti nel governo che agirà da faro e guida per tutto il centrodestra europeo. La novità colpisce, ma è necessario analiz�zarla: gli ex comunisti di Aznar non lo sono alla maniera italiana. Si tratta di quattro ministri (Este�ri, Scienza e tecnologia, Educa�zione e Sanità) che non nascondo�no nel proprio curriculum ufficia�le un'antica ed effimera militan�za nel Partito Comunista di Spa�gna e in una organizzazione di estrema sinistra denominata Bandiera Rossa, in qualche ma�niera paragonabile a Lotta Conti�nua. In Italia, dove ogni meta�morfosi è possibile e tanta gente è solita cadere sulla strada di Damasco, il dettaglio può sem�brare poco importante, ma non in Spagna, un paese sempre me�no allegro ne la gestione delle autobiografie. Cosi vicini, ma cos�lontani. Mentre Silvio Berlusconi e la sua Santa Alleanza continuano a la�mentare il «pericolo comunista», TRECENTO marchi per cham�pagne e séparé, 200 per la prestazione sessuale di ra�gazze georgiane, moldave, ucrai�ne, bulgare. I clienti? Contrabban�dieri kosovari e funzionari Onu. Succede a Pristina: dallo stupro etnico, allo stupro umanitario. Aznar mostra rispetto per l'eredi�tà storica dell'ormai praticamen�te scomparso comunismo spa�gnolo: eroico contro Franco, in�telligente nei difficili anni della transizione e oggi annullato co�me forza politica attiva, dopo una sterile radicalizzazione. Il Partito Popolare spagnolo si è mostrato turbato qualche mese fa, durante i funerali del poeta Rafael Alberti, e ha appena finito di onorare lo scomparso dramma�turgo Antonio Buero Vallejo, in�carcerato da Franco dopo la guer�ra civile e maestro de realismo sociale negli anni Cinquanta. In�telligente operazione di marke�ting del Pp per corroborarsi co�me partito di centro? È possibile che sia così, ma c'è qualcosa di più. Come spiegava recentemente l'ispanista nordamericano Ga�briel Jackson, il consolidamento della democrazia spagnola ha supposto il trionfo postumo del sistema di valori e di riferimenti lo Stato del benessere, le liber�tà, la laicità, il riconoscimento delle nazionalità storiche abboz�zato dalla malriuscita Seconda Repubblica. Anche se i comuni�sti, nonostante quanto sostiene l'ambasciatore Sergio Romano, furono assolutamente marginali durante il periodo repubblicano precedente la guerra, il loro forte attivismo «togliattiano» contro la dittatura di Franco nel 1956 furono i primi a parlare di riconci�liazione nazionale li trasformò nei principali depositari di quella memoria storica. Non è strano, pertanto, che il centrodestra spa�gnolo, carente di una lunga tradi�zione democratica, costruisca la sua nuova egemonia trattando con amabilità e rispetto il vec�chio rìemico, politicamente steri�lizzato dal tempo, ma ancora valido come referente culturale. Cos�stanno le cose a Madrid e Barcellona. Cos�vicino, ma cos�lontano. Tuttavia, a guardare la sempre «frizzante» atM alita ro�mana, alcune domande sono ine�vitabili dall'altra parte de) Mar Tirreno: potrà l'aggressiva de�stra italiana riconquistare il pote�re senza moderare il proprio linguaggio, senza scendere a pat�ti con usistema di valori, ancora potente, della sinistra? Come sa�rà possibile trasferire il «modello Aznar» in Italia, cavalcando il pericoloso cavallo del populi�smo, la xenofobia e l'intransigen�za intellettuale? In una intervi�sta con La Stampa Francesco Cossiga ha appena consigliato al Polo di scendere sul terreno projrammatico e di' abbandonare 'opposizione ideologica. Cossiga conosce bene la Spagna. Vicedirettore di La Vanguardia di Barcellona ex corrispondente da Roma Mentre Berlusconi demonizza i rossi il premier spagnolo ne rispetta Veredità Anche la destra italiana saprà scendere a patti coi valori della sinistra? Il leader dei centrodestra spagnolo José Maria Aznar (a destra) con il re Juan Carlos e la regina Sofìa