I sentieri obbligati deÌl'alleanza di Fabio Martini

I sentieri obbligati deÌl'alleanza I sentieri obbligati deÌl'alleanza Itemi non cambiano: nome, premier, flessibilità retroscena Fabio Martini ROMA TRA i velluti rossi e le pareti foderate in mogano di Pa�lazzo Madama, il professor Amato sta parlando con elo�quio rilassato, quasi colloquia�le e in questa atmosfera soft può calare la prima precisazio�ne da quando è tornato a Palaz�zo Chigi: «Vi chiedo scusa se utilizzerò qualche secondo per chiarire i termini di una pole�mica sbagliata che spero si chiuda oggi», ma «non penso affatto e non ho mai pensato che il governo possa operare senza la fiducia dei sindacati». Certo, sull'eterna questione della flessibilità Giuliano Ama�to non ha dato strattoni parago�nabili a quelli di Massimo D'Alema e dunque il dottor Sottile ha potuto cavarsela con un colpetto di timone. Ma la sensazione di un centro-sini�stra che non riesce a liberarsi dei suoi tormentoni premier�ship, flessibilità, nome della coedizione diventa palpabile sette ore più tardi: Armando Cossutta, uscendo dal vertice di maggioranza, dice papale papale: «Nella riunione si è parlato di leadership ed il tema verrà dipanato man mano che si svilupperanno gli avveni�menti». Come dire: Giuliano Amato è il presidente del Consi�glio in canea, ma nessuno può escludere che al dottor Sottile non sia riservato lo stesso trat�tamento già toccato a Massimo D'Alema: bene, bravo ma il candidato per il 2001 è un altro. Di più: nel vertice a porte chiuse in casa dei Verdi, è stata riproposta anche l'eterna que�stione nominalistica dell'Ulivo e a farlo è stato colui che è diventato ormai uno dei maitre à penser della coalizio�ne. Clemente Mastella: non si può riproporre l'Ulivo, semmai facciamogli un restyling, chia�miamolo «Ulivo per l'unità na�zionale», E così, nonostante il trionfalismo di facciata e un clima sicuramente più solida�le, il centro-sinistra ricomincia esattamente da dove si era arenato. A partire dal tormentonepremiership. Nel vertice di ieri se ne è accennato «in modo tangenziale», come racconta Arturo Parisi dando per scon�tato che Giuliano Amato è sol�tanto uno dei concorrenti e dunque rischia di restare a bagnomaria per diversi mesi. Semmai la novità è un'altra e non è poi cos�banale: nel vertice di ieri il professor Pari�si, il più tenace assertore delle «regole per la coalizione», a cominciare dalle primarie, non ha fatto cenno al problema. Tanto è vero che ieri sera, in un crocchio di senatori del centro�sinistra, reduci dal dibattito sulla fiducia, si è inserito Fran�cesco D'Onofrio, presidente dei senatori Ccd: «Cari amici, l'Asi�nelio è nato con il governo D'Alema e muore alla caduta del governo D'Alema,..». Eppure, questa coazione del centro-sinistra a ripetere i per�corsi del passato trova critici feroci: «Considerare alla stre�gua di un fantoccio chi sta governando è una cosa da paz�zi dice il senatore Saverio Vertone e questo approccio conferma una tendenza ora�mai consolidata: dal 1992 al�l'Italia tocca avere presidenti del Consiglio migliori della pro�pria coalizione. E' capitato con Amato nel 1992, con Prodi, con Dini, con Ciampi, con Prodi, con lo stesso D'Alema. E ora di nuovo con Amato...». E anche nei Ds, almeno nei suoi settori meno tradizionali�sti, c'è chi segnala i rischi dell'autolesionismo: «Si, il ri�schio di una certa coazione a ripetere errori del passato può esserri dice il vicepresidente dei senatori Enrico Morando ma questo rischio l'ho visto più durante la crisi, quando si fece una riunione, si usci indicando Amato come presidente incari�cato e poi si precisò: intendia�moci, non sarà lui il candidato per il 2001...». Ma ora che il presiderte del Consiglio si è insediato a Palazzo Chigi, l'at�mosfera non pare cambiata di molto: «Non è vero dice Morando -. le prime misure politico-organizzative decise dal vertice cominciano a dare il senso di una resipisconra, fanno capire che si cerca di fare qualcosa di simile a quel che si fece nel 1995. Altrimenti l'unica cosa che resta in campo è la somma di questi partiti». Ma la faticosa rimonta della sinistra non convince un ex militante ipercritico come Na�poleone Colajanni che ieri si aggirava nei corridoi del Sena�to: «Da D'Alema ad Amato non è cambiato nulla e tutti i mar�chingegni di cui si è parlato in questi mesi per la premiership e di cui si continuerà a parlare sono stupidagginiLe prima�rie? Non si faranno mai! Lo sanno tutti che la questione della leaderhip si risolverà con un compromesso tra i partiti». E cos�alla fine della giorna�ta l'unico appello pienamente accolto dalla maggioranza si rivelava quello di Sandra Ma�stella. Durante il vertice il segretario dell'Udeur, se ne è uscito con questa rivelazione: «Mia moglie mi ha dato un mandato: siate uniti!». E quan�do il vertice è finito tutti i segretari si sono affrettati a rilanciare lo stesso refrein. Il clima? Unitario. Nel 2001 ci sarà ancora il simbolo dell'Ulivo, ma si cerca un «restyling» che sia accettato dai nuovi alleati E Clemente Mastella rivela ai colleghi «Ho avuto il mandato da mia moglie: dobbiamo restare uniti» L'incontro fra il segretario del partito popolare Pierluigi Castagnetti e il leader dell'Udeur Clemente Mastella

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