Alla ricerca di un equilibrio politico

Alla ricerca di un equilibrio politico UN MALE OSCURO LA CRESCITA E' BUONA, L'INFLAZIONE BASSA EPPURE DOLLARO E YEN DOMINANO LE CONTRATTAZIONI Alla ricerca di un equilibrio politico Ciampi, non sempre i cambi riflettono la forza dell'economia analisi Carlo Bastasln SI ERA confortato Carlo Aze�glio Ciampi guardando il grafi�co che aveva fatto preparare dai suoi esperti e che riposava sulla sua scrivania al Quirinale. Ecco la prova, poteva pensare luned�il presidente, mentre prepa�rava il discorso per il primo mag�gio, che non sempre le quotazioni dei mercati sono U veritiero termo�metro della forza di un'economia e di una società. Un ^limpido seg�mento mostrava come il dollaro, negli ultimi dieci anni, avesse perso circa metà del suo valore nei confronti dello yen giapponese. Dieci anni che pure avevano visto il più lungo periodo di crescita economica degli Stati Uniti e al tempo stesso la crisi politica e finanziaria della società giappone�se. Yen e dollaro non erano però in cima ai pensieri di Ciampi: più di tutto gli prameva spiegare come la sconcertante debolezza dell'euro non fosse il sintomo della crisi del progetto Europa. Ciampi, uno dei «padri» della moneta unica, per anni ha difeso l'unione monetaria come il progetto pohtico attraver�so il quale eli europei si sarebbero affrancati dal tragico retaggio sto�rico degli egoismi nazionali. Una tale missione non può essere la�sciata in ostaggio dei mercati ca�pricciosi. Ma in mano a chi allora sono i destini del simbolo dell'uni�tà europea? Era stato attorno a fine marzo, che lo shock dell'euro debole ave�va cominciato a farsi davvero sentire nelle cancellerie europee. La moneta unica non riusciva a recuperare la parità col dollaro. Due terzi dei tedeschi dichiarava�no di essere pentiti dell'abbando�no del marco. L'Europa appariva schiacciata dalla forza economica americana e l'euro pareva ima moneta che poggiava su un vuoto politico. Fu allora die Jean Lemierre, potente funzionario del mini�stero del Tesoro francese oggi presidente della Bers, alzò il telefo�no per chiamare Tokio, In una di quelle mosse diplomatiche che na�scono per restare ignote all'opinio�ne pubblica, Lenuerre chiese alle autorità giapponesi di studiare un loro intervento a sostegno dell'eu�ro. Vendendo yen, i giapponesi avrebbero riequilibrato senza al�larmi l'intero triangolo valutario mondiale: senza esporre l'Europa a interventi visibili sul mercato e senza coinvolgere direttamente la Fed, la Banca centrale americana, che considera il dollaro forte indi�spensabile a finanziare il colossale deficit corrente Usa. Lemierre, capo dal Comitato economico e finanziario di Bruxelles, agiva pe�rò all'insaputa non solo del pubbli�co, ma anche della Banca centrale europea. Un senso di sconcerto colse i vertici della Banca di Francoforte quando ne furono informati a fatto compiuto. La Bce non ha titolarità di intervento sul cambio e per mesi aveva tenuto nascoste le preoccupazioni per l'euro debo�le accennandone solo timidamen�te nei propri bollettini. Pur nel silenzio in cui si muove l'alta diplomazia, scoppiava cos�uno di quei conflitti, brucianti esempi di ambiguità delle responsabilità po�litiche, con cui da oltre im anno s�confronta l'Europa della moneta unica: i governi tardano nelle rifor�me ma influiscono dkettamente sull'euro, la Bce li sollecita ma deve tirarsi indietro di fronte ai limiti del proprio mandalo. L'atto di forza di Lemierre corri�spondeva allo spirilo col quale Parigi voleva rinvigorire il control�lo dei governi nazionali sulla Bce. 1 tentativi di accordo tra Parigi e Berlino sulle iniziative europee stanno migliorando dopo anni di stallo, ma il cancelliere tedesco Gerhard Schróder continua a di�mostrarsi poco interessato sia al�l'euro, sia a quei temi europei che non riguardano l'allargamenlo a Est. Parigi invece tasta il terreno per una serie di iniziative inlese a trasformare il secondo semestre del 2000, sotto la presidenza fran�cese dell'Ue, in un punto di svolta nella storia del continente. Il caso Haider prepara la strada al varo di una Carta dei diritti fondamentali europei, che nascendo a Parini suscita le suggestioni del 1789; la Conferenza intergovernativa e i Trattati di Nizza dovrebbero apri�re nuove dimensioni all'Europa verso Est. Su ogni ambizione euro�pea tuttavia continua a pesare la caduta più che simbolica dell'eu�ro. Quale credibilità politica può avere l'Europa se proprio l'euro soffre di un «mal politico»? A luglio Parigi assumerà andu1 la presidenza di Euro-11, embrio�ne del "governo europeo dell'eco�nomia'', e già predispone il coordi�namento con le autorità belghe che presiederanno l'organismo per 1 intero 2001. Dal dicembre scorso, Euro-I l ha alzalo la mira, puntando a integrare non solo le «quantità», ma anche la «qualità» delle politiche economiche degli 11 Paesi, coordinandone le rifor�me. I primi passi sono rimasti però al di sotto delle ambizioni e le riunioni di gennaio e febbraio, tra gli stenti dell'euro, si sono trasfor�mate, in pesanti benché segreti attacchi dei governi alla Bce, accu�sata di non saper convincere i mercati e di sbagliare dichiarazio�ni. Quando gli europei si sono presentati a Washington alle riu�nioni del Fondo monetario intema�zionale il loro imbarazzo era sensi�bile e per gli americani, preoccupa�li dal rischio di fuga di capitali dalle Borse Usa, è stato gioco facile togliere dal comunicalo fina�le dichiarazioni meno che di prassi sulle potenzialità di recupero del�l'euro. «Quando siedo al tavolo con gli americani spiega un governatore europeo vedo accan�to al mio collega Greenspan il suo ministro, Larry Summers. lo sono l�da solo, (inalilo mesi fa avevo a fianco un finlandese, oggi un por�toghese, tra due mesi toccherà a un francese...». Il vuoto della politi�ca è dunque il male dell'euro? «Ne dubito spiega un banchiere cen�trale in fondo le riforme degli anni scorsi sono siale accelerale dalla competizione ira i governi europei, non dalla loro comunan�za». Ciò che è paradossale è che mai come oggi l'Europa dà segni di vigore economico. Lo slesso euro debole contribuisce a lassi di cre�scila tra il 3 e il 4".). L'inflazione è bassa. A fine anno la crescila europea potrebbe essere superiore a quella americana. Si affaccia perfino la speranza che non lutto del modello sociale europeo debba essere sacrificato a favore del severo modello Usa. Il vertice Uè di Lisbona ha spostato l'accento dalle riforme dolorose dei tagli sociali a quelle incoraggianti; mer�cati più liberi, inveslimonli nella conoscenza, opportunità ili ricer�ca e di sviluppo. Cos�stando le cose, presto o lardi anche i merca�ti prenderanno atto delle potenzia�lità europee. Ma in un'Europa sempre a me�tà del guado, non valgono premes�se di immobilità. Già ora bisogna fissare il calendario dell'apertura a Est e i mercati hanno già fatto capire come la pensano: l'ingreaso dei Paesi orientali, la cui necessità è tanto drammaticamente testimo�niata dalla crisi dei Balcani, sarà uno shock economico per l'Unione e indebolùà l'euro: istanze politi�che ed economiche rischiano anco�ra di fare a pugni. Se l'euro nmannsse debole ne risentirebbe l'allargamento a Est. Ma Parigi e Berlino studiano, per ora indipendentemente, una stra�da alternativa per far avanzare l'Europa: una «cooperazione raf�forzata» tra i 6 Paesi fondatori dell'Ue, Francia, Gennania, Italia e Benelux, nella forma di ima Federazione di Slati. Un documen�to tedesco e sialo preparalo da un gruppo di politici dei maggiori jartiti, aderenti al Comitato per 'azione europea. Lo stesso proget�to è stato presentato in Francia da Jacques Delors. Entro pochi mesi potrebbe maturare un'iniziativa comune con l'ambizione di cam�biare il futuro europeo, oltre l'eu�ro. Francia e Germania stanno lavorando a progetti indipendenti che puntano a rafforzale l'Unione I presidente della Banca centrale europea, Wim Duinsenberg