Wall Street bacchetta l'Europa: troppe paure

Wall Street bacchetta l'Europa: troppe paure VALUTE A CONFRONTO AMERICA SEMPRE PIÙ' FORTE, EURO GIOVANE E TROPPO FRAGILE Wall Street bacchetta l'Europa: troppe paure E la moneta finisce sul lettino dello psicanalista analisi MILANO Lm EURO? Soffre di troppe " premure, un po' come I un bambino malaticcio porche obbligato dai genitori a vestire maglioni posanti in primavera. Ocome un ragazzi�no timido e complessato per�ché incapace di Imitare il look aggressivo del fratelli) maggio�re, il superdollaro, assai più attraente agli occhi degli inve�stitori nonosl ante gli America�ni si rivelino ogni giorno di pili degli inguarìbili spendaccioni, incuranti dei «buchi» della bilancia commercialo. Ma i mercati assolvono gli yankees dallo mani bucale o guardano con sospetto alle poderoso riservo cho lo banche centrali del Vecchio Continen�te hanno approntato a difesa dell'euro; 222,7 miliardi di euro, un'enormità se confron�talo con i 40 miliardi di dollari o poco ])iu che la Foderai Reserve tiene fermi a garanzia dogli eventuali squilibri della bilancia dei pagamenti. Certo, le riservi; dovrebbero essere, a prima vista, un'arma in più por la moneta unica. Ma por gli investitori, commenta la banca Usa Goldman Sachs, questa protezione eccessiva è solo l'indice di paure non con�fessato, di un'insicurezza pro�fonda nei confronti della mone�ta, E se all'euro non ci credono i banchieri centrali d'Europa, è il ragionamento dei «guru» di Wall Street, perché dovrebbe�ro farlo i gestori dei grandi fondi? Insomma, non soddisfatti della vittoria sui listini del superdollaro, gli americani hanno deciso di mettere l'euro sul lettino dello psicoanalista. Ma Goldman Sachs, la più titolala dilla di Wall Street, non può certo essere accusata di sentimenti preconcetti nei confronti della moneta euro�pea. Da mesi gli economisti della casa continuano a consi�gliare la clientela di trasferire parlo dei loro depositi dal dollaro all'euro cho. prometto�no, ha tutto lo carte in regola por mettere a sogno un robu�sto rimbalzo: la moneta euro�pea è sottovalutata, almeno il 25 por conto rispetto al dolla�ro, assicurano gli uomini di Goldman Sachs. Eppure il dol�laro va, e l'euro scivola sotto�terra, incurante dei sognali di ripresa. C'è davvero di che scomoda�re il dottor Freud, anche per�ché la forza del dollaro ha finora sfidato tutte le spiega�zioni più «tecniche». Per più di un anno la valuta Usa ò stata sostenuta, ad osompio, dai maggiori rendimenti assicura�ti dai T-Bond (i Boi Usa) rispetto ai titoli di Stato euro�pei. Ma la forbice, negli ultimi mesi, si è ristretta a pochi centesimi. Nonostante questo, i capitali sono rimasti nei mercati obbligazionari ameri�cani, perché i gestori si sono limitati a spostarli dai titoli di Stato allo obbligazioni delle società Usa, snobbando le pro�poste europee. Si è detto e ripetuto, inoltre, che la forza del dollaro è legata alla buona salute dei mercati azionari d'oltre Oceano. Ma il superdol�laro ha resistito prima alle difficoltà del Dow Jones, poi alla crisi del Nasdaq mentre il boom delle Borse europee non si è accompagnato ad un rilan�cio dell'euro. Le ragioni? «Non dimentica�te risponde Avinash Persaud, il capo delle ricerche economi�che della State Street che gli Americani l'anno scorso han�no investito di più sui mercati azionari stranieri di quanto gli altri non abbiano fatto nelle Borse Usa. E ciò aiuta a spiega�re la resistenza del dollaro di fronte ai problemi dei listini azionari». La forza della moneta Usa, insomma, ha delle basi solide, anche se non si può trascurare l'ipoteca del passivo commer�ciale americano. «Se le cose andranno avanti cosi per tutto l'anno commenta David Bloom, esperto monetario di Hsbc a fine Duemila gli Usa avranno accumulato un defi�cit pari all'intero valore di mercato di Microsoft e di Gene�ral Motors. E' una bomba ad orologeria che, prima o poi, scoppierà di sicuro». Vero, ma nel frattempo a favore del dollaro gioca la salute dell'eco�nomia Usa e le mille attrazioni generate dal boom. Un fiume di capitali continua ad affluire ogni giorno in America e non si tratta dei quattrini di specula�tori pronti a fuggire alla prima occasione, ma di i.westimenti a lungo termine. Nel '99, infat�ti, il 38 per cento dei capitali entrati negli Usa (una massa enorme, pari al 4,X) del pnl, una percentuale raggiunta solo du�rante la guerra di Secessione) era rappresentato da investi�menti di imprese industriali europee, attratte dalla tecnolo�gia Usa, ma anche dalla flessi�bilità del mercato del lavoro, dagli sconti garantiti dal fisco dei vari Stati dell'Unione, dal�le prospettive di crescita dei consumi. Quustione di fiducia, insomma. O più semplicemen�te di appeal garantito da un dollaro superfusto rispetto ad un euro cos�giovane, ma cos�fragile. [u. b.l

Persone citate: Avinash Persaud, David Bloom, Euro Giovane, Freud

Luoghi citati: America, Europa, Milano, Usa