ITALIA SENZA COSTITUZIONE di Barbara Spinelli

ITALIA SENZA COSTITUZIONE LA TRANSLZLONELNCONCLUSA ITALIA SENZA COSTITUZIONE Michele Alnis C} E un che di disperato, e di tragico pertanto, nel bel fondo di Barbara Spinelli apparso ieri su questo giornale, V: la disperazione di chi assiste a dispute politiche sempre più simili a risse, nei toni, nei modi, nel linguaggio. Di chi denuncia una crisi forse inarrestabile della democrazia (orinale, contestata dall'opposizione (ma talvolta anche da frazioni clellu stessa maggioranza) in nome di un non meglio precisato canone di legittimità sostanziale. Quel canone non scritto che avrebbe dovuto imporre al presidente Ciampi di sciogliere le Camere dopo il voto regionale, anziché battezzare un nuovo governo per quest'ultimo scorcio di legislatura. C'è un veleno, insomma, che circola dentro il corpo della democrazia italiana, intossicandola giorno dopo giorno. Ma le tossine sono generate a loro volta dall'assenza di regole generalmente condivise, sono il frutto perverso della nostra lunga (e inconclusa) transizione. Questo perché da noi coesistono da tempo due costituzioni: ce una costituzione scritta, che disegna un modello di democrazia parlamentare, e che dunque vieni lo scioglimento anticipato se il Parlamento è in grado di esprimere un Governo. F c'è poi una costituzione tacita, ciuelhi del maggioritario, che spinge verso forme di democrazia immediata, e che dà benzina alle polemiche, dal momento che nel 1996 gli italiani hanno indicato Prodi, non D'Aiema né tantomeno Amato. Questa coesistenza può essere mortale per le sorti della legalità costituzionale, perché l'una elide l'altra, col risultato che il nostro paese si trova a conti fatti senza costituzione: sicché, qualunque sia la decisione presidenziale, ci sarà sempre qualcuno pronto a contestarla, in nome dèU'«altra» costituzione. E infine i cittadini avranno davanti ai loro occhi l'immagine di una democrazia malata, che non è capace d'imporre le sue regole, e che dunque non merita rispetto. Né rispetto, né partecipazione: come testimonia l'esercito degli astenuti (quasi il 30 per cento alle ultime europee e alle regionali), degli indifferenti al voto (ciucili clic 1 anno scorso hanno disertato il referendum elettorale, e che (orse lo diserteranno ancora). Dopo la crisi dei vecchi partiti, dopo la proliferazione di •'partiti personaliche hanno rinunciato ai loro apparati ma non mollano la presa sulle istituzioni, viviamo e stato detto in una partitocrazia senza partiti; ma di questo passo finiremo gambe e e olio in una democrazia senza elettori. micheleainis@iol.it

Persone citate: Ciampi, Michele Alnis, Prodi

Luoghi citati: Italia